FIRENZE. “L’ex Cava Fornace doveva essere un sito per lo stoccaggio degli scarti di lavorazione del marmo, e quindi di interesse e aiuto al comprensorio, invece sta diventando in tutto e per tutto una discarica, probabilmente perché a qualcuno amianto e fanghi di dubbia composizione convengono di più della marmettola e della salute di cittadini e territorio”: questo è quanto dichiarò la consigliera regionale di Fratelli d’Italia Marina Staccioli un anno fa, dopo aver letto la risposta della Giunta Regionale alla sua interrogazione sulla situazione del sito di Cava Fornace, dove si evidenziavano le preoccupazioni relative al percolato e alle ambizioni della società gestore dell’impianto. Dalla Regione arrivò ovviamente una risposta mirata a tranquillizzare sui rischi evidenziati.

E’ notizia di questi giorni invece che la Programma Ambiente Apuane vuole realizzare un impianto di trattamento del percolato prodotto dalla discarica che, trattando le acque in loco, le avrebbe poi sversate pulite direttamente nella Fossa Fiorentina, e di qui nell’area protetta del Lago di Porta.

“In quella discarica, per stessa ammissione della Regione, si trovato rifiuti tutt’altro che inerti, per esempio amianto e ben 1.100 metri cubi di terre contaminate dalla bonifica dell’ex cava Bargano, in provincia di Lodi, dove vennero smaltiti illegalmente centinaia di fusti contenenti diossina – ricorda Staccioli – ora la domanda che mi faccio io è: ma se un anno fa la Regione Toscana affermava come non ci fossero pericoli in merito al percolato, da dove nasce la necessità di un impianto di depurazione?”.

“Come avevo già sottolineato in passato, manca un controllo esterno visto che, paradossalmente, è la stessa Paa a svolgere le attività di monitoraggio, con l’Arpat che invece effettua solo attività di controllo programmato al fine di accertare il rispetto delle prescrizioni della stessa autorizzazione – conclude la consigliera – il controllato diventa quindi controllore di sé stesso. Assurdo. Martedì come gruppo consiliare presenteremo una mozione affinché il progetto del depuratore sia oggetto di Via e perché vengano effettuati controlli da parte di terzi, e subito a seguire un’interrogazione per far chiarezza sul progetto”.

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