PIETRASANTA. “Ogni anno, all’arrivare del gran caldo, in Versilia saltano i freni inibitori e riparte la giostra della caccia all’extracomunitario che, al pari del lavarone, secondo alcuni andrebbe eliminato dalla spiaggia senza pietà. Lo scorso anno la nostra amata terra si fece una gran pubblicità a livello nazionale con la “rete della vergogna” con cui si voleva impedire la sosta al riparo dal sole sotto il pontile di Forte dei Marmi; oggi ci risiamo: dal Twiga, luogo incantato pieno di belle e sensibili persone, una delle figure più eminenti dello star system vippettaro riparte in tromba”.

Lo scrive il Partiti dei Comunisti Italiani Sezione Luigi Salvatori – Pietrasanta in merito alla polemica sollevata da Flavio Briatore via Twitter sull’eccesiva presenza di ambulanti sull’arenile versiliese.

“E se la sollecitazione arriva da chi è al “TOP”, da chi è (S)CHIC ed è in grado di dire se sei IN o OUT, allora tutti a plaudire e a richiamare i sindaci a fare quello che devono: tolleranza zero. Per chi si fosse distratto rispetto ai fenomeni migratori di carattere globale che riguardano il nostro pianeta, ricordiamo che chi oggi viene nel nostro paese, come in altri con ricche economie, scappa dalla miseria, dalle guerre, da condizioni materiali insostenibili, in cerca di fortuna, per loro, le loro famiglie e i loro figli. Persone che fuggono da paesi devastati da guerre sostenute dai paesi occidentali che per “interessi geopolitici” non si fanno scrupoli a rendere instabili interi continenti sostenendo, all’occorrenza, quando l’uno, quando l’altro, dittatori, banditi o fondamentalisti. Ne sono esempi l’Egitto, la Siria, la Libia, Medio oriente, Afghanistan e, non ultima, l’Ucraina.

Le motivazioni che spingono queste persone a lasciare i loro paesi sono quindi molto più forti delle motivazioni che spingono il sig. Briatore a chiedere di usare il pugno duro. E sicuramente molto più forti del “fastidio” che provano alcuni suoi clienti VIP.

Le stesse motivazioni che hanno spinto tanti italiani ad inizio del secolo a lasciare le proprie famiglie in Italia e ad andare con scarpe bucate e borse di cartone a cercare fortuna, derisi e umiliati, in ogni parte del mondo. Ma, purtroppo, la storia difficilmente insegna.

Crediamo che le nostre comunità e i nostri sindaci debbano dare una risposta meditata e mediata ad un problema complesso, lavorando per trovare soluzioni equilibrate e l’attivazione di processi di mediazione culturale che aiutino questi giovani uomini e donne a svolgere la propria attività nella legalità. Giovani uomini e donne che, tra l’altro, non sono mai eccessivi nel proporre le loro mercanzie e quindi non rappresentano un problema di ordine pubblico. In ogni caso, oltre che per noi inaccettabili, gli atteggiamenti persecutori non riuscirebbero in nessun caso a frenare una spinta inarrestabile che deriva dall’istinto più forte: quello di sopravvivere.

Infine, a Briatore e ai compaesani versiliesi che si sentono profondamente e irreparabilmente disturbati se qualche venditore extracomunitario offre la loro merce distraendoli dal meritato relax sotto l’ombrellone, ed invocando per questo controlli e azioni repressive da parte di capitaneria di porto e polizia municipale, invitiamo a leggere la lettera di benvenuto e di buona fortuna che l’ANPI di Martina Franca (Taranto) ha consegnato, assieme a generi alimentari e di prima necessità ai 148 migranti che sono arrivati sulle loro coste. Una lettera a testimoniare che nel nostro paese non alligna solo la bruttura, la grettezza e l’egoismo ma resistono valori quali accoglienza, la comprensione e la solidarietà. In sintesi, caro Briatore, per noi: sei fuori”.

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