VIAREGGIO. “Caro sig. Filippo, la Sua lettera che è apparsa stamani su “Il Tirreno” è una lettera molto bella che noi familiari condividiamo sotto ogni punto di vista. Lei ha spiegato in modo semplice ma con  dolcezza e  amore, che cos’è la vita: la vita è fatta di vita e di morte, di gioia e di dolore, di pianto e di risa…..non possiamo farci niente, questo è ma, forse,  proprio per questo è meravigliosa ….nonostante tutto e vale la pena di essere vissuta!”.

Con queste parole Daniela Rombi, Presidentessa dell’associazione “Il Mondo che vorrei” e madre di una delle vittime della strage di Viareggio, risponde a Filippo Giannecchini e alla sua lettera pubblicata ieri sul quotidiano “Il Tirreno”. Giannecchini ha sottolineato come lui, così come tanti altri viareggini, la sera del 29 Giugno sarà in strada al corteo per celebrare il quinto anniversario di quella terribile tragedia che ha segnato la città, a prescindere dalla partita dell’Italia ai Mondiali in Brasile. Ma non  ci sta al divieto di non poter festeggiare a un’eventuale vittoria degli azzurri .  “Passata la mezzanotte – ha scritto Giannecchini – quando tutti i riflettori saranno spenti su quel pezzo di città ferito dalla strage, non vedo perché la Passeggiata, palcoscenico naturale delle feste sportive per viareggini e turisti, non possa aprirsi ai colori e suoni degli eventuali caroselli. Nessun clacson potrà disturbare il silenzio in fondo al cuore di chi quella notte ha sentito solo grida e sirene”.

Questa la risposta di Daniela Rombi.

“Lei dice di non aver mai digerito i divieti ed ha ragione! Sapesse quando una volta a Roma “ci vietarono” di passare da una piccola strada perchè avevamo i “cartelli” addosso, le foto dei nostri cari….

Oppure quando a L’Aquila un carabiniere mi vietò di entrare in Chiesa “con quel cartello addosso”: era mia figlia!

I divieti fanno male, non li digeriamo neanche noi ed ecco perché le scrivo apertamente: per chiarire che da parte nostra non c’è stato nessun divieto a niente: abbiamo chiesto al Sindaco solo che, nel caso l’Italia giocasse domenica 29, facesse  un invito di buon senso per preservare il luogo dove saremo alle 23,50, tutto qui.

Lei è un fresco papà, è una cosa meravigliosa! Sicuramente festeggerà con Suo figlio e la Sua famiglia l’eventuale vittoria della nostra squadra di calcio, lo deve fare, per amore di Suo figlio, per amore della vita; e andrete in passeggiata a condividere  con altri un bel risultato dell’Italia, sarà un momento di gioia da vivere appieno, insieme!

La vita a noi ce l’hanno tolta, conosciamo il suo valore e non c’è un minuto di ogni giorno che non ci manchi il profumo, l’abbraccio, il bacio di chi non abbiamo più con noi, ma che amiamo forse più di prima.

Non so chi ha deciso il titolo de “il Tirreno” di ieri 19/6/14, ma sicuramente la parola “vietati” è stato frutto della  immaginazione di chi l’ha deciso, ma prima di scrivere bisogna pensare perché le parole hanno un senso!

Se mi permette vorrei  dissentire solo da una Sua affermazione: la strage ferroviaria di Viareggio non è stata una miscela con l’ingrediente della“maledetta fatalità”: Viareggio è stata una strage annunciata, figlia di un sistema marcio di mancati controlli, mancate manutenzioni, INsicurezza sul lavoro, deresponsabilizzazioni.

La battaglia che stiamo conducendo, al di là dell’iter processuale, è perchè non accada mai più, da nessuna parte e siamo sicuri che Lei sarà sempre con noi.  La ringraziamo di cuore”.

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