VIAREGGIO. Nello stesso giorno in cui il Tar del Lazio si pronuncerà sul ricorso dell’Esperia Viareggio contro la non ammissione al campionato di Lega Pro, in municipio si è parlato proprio della delicata situazione delle zebre nella Commissione sport aperta al pubblico. Un’assemblea da cui è emersa la volontà dell’amministrazione comunale di non far morire il calcio a Viareggio e, soprattutto, la fiducia proprio nel verdetto che il Tar emetterà tra poche ore.

Ad aprire la discussione è stato Stefano Dinelli, fino allo scorso giugno presidente dell’Esperia. Che, come già accaduto quando si congedò dai tifosi al Bagno Balena, ripercorre gli ultimi 11 anni tra difficoltà (“Oggi le società di calcio non producono utili bensì perdite, e per ottenere una fideiussione dalle banche c’è da penare”), ingratitudine della città (“Siamo passati dai 4mila spettatori contro l’Aglianese in Serie D ai 700 in Lega Pro contro il Lecce, non è un bell’esempio di cultura sportiva”) e frecciatine (“Avevo chiesto al Comune di sondare il terreno e cercare qualcuno disposto ad aiutare il Viareggio, ma se la società si è salvata è stato solo grazie ad alcuni amici veri. Mi sono sentito solo e abbandonato”).

Foto Vt
Foto Vt

E, ancora una volta, Dinelli prende le difese di Domenico Filippelli, il suo successore additato dai tifosi come colui che ha fatto scomparire Viareggio dalla mappa del calcio professionistico: “Io posso solo dire che mi hanno approcciato persone farlocche che volevano fregarmi dei soldi mentre lui si è intestato personalmente le quote della società: per me e per la mia famiglia è stata una garanzia”, spiega il presidente più vincente nella storia del Viareggio. “E poi vorrebbe risistemare il campo scuola che a oggi, perdonate la brutalità, è un troiaio”. Infine, l’appello alla politica locale: “Non distruggete questo patrimonio”. Anche perché “l’avvocato Mattia Grassani, principe del Foro di Diritto Sportivo in Italia, mi ha detto che si può ancora salvare il Viareggio”.

Andrea Strambi, assessore allo sport, cerca di fare un po’ di chiarezza: “A noi stanno a cuore le sorti dell’Esperia Viareggio e ci interessa portare avanti la sua attività: come amministrazione comunale abbiamo avanzato una manifestazione d’interesse verso la costituzione di una nuova società con cui eventualmente ripartire, ma a oggi questa non esiste. E poi, parlando con gli avvocati di Filippelli, abbiamo capito che non c’è la volontà di ripartire dalla Terza Categoria ma da molto più in alto. Però siamo fiduciosi nel Tar”.

La constatazione più amara, a ogni modo, la fa proprio Dinelli: “Viaggiando per l’Italia ho visto realtà dove il calcio unisce. Qua, invece, divide. Siamo una comunità piccola, una città distrutta”. E, purtroppo, non solo per il pallone.

(Visitato 90 volte, 1 visite oggi)

Scuola, Stefano Natali presidente della conferenza zonale per l’istruzione in Versilia

Buoni omaggio e sconti per il McDonald’s in palio: basta rispondere ad una domanda