VIAREGGIO. “Prima di tutto era necessaria la verità, la chiarezza sulla situazione finanziaria del Comune che Sel chiedeva, inascoltata, fin dai tempi della campagna elettorale per le ultime amministrative. Oggi, grazie all’enorme lavoro fatto dagli uffici del Comune, dal ragioniere capo Santoro, da un assessore al bilancio capace come Bertoli e attraverso i dati delle relazioni del Mef, della Corte dei Conti e dei Revisori, finalmente si possono trarre conclusioni su quanto è avvenuto, sulle cause del dissesto”. Lo scrive in una nota Cristina Boncompagni, esponente di Sel.

“Non ci sono mai state mitiche età dell’oro, Viareggio è sempre stata una città complessa, difficile da amministrare per le sue specifiche , contraddittorie caratteristiche storiche e strutturali. Nonostante gli sforzi di molte amministrazioni del passato, talvolta aiutate da presenze politiche prestigiose e da contingenze economiche favorevoli, ancora alla fine degli anni Novanta, benchè con i conti rimessi in ordine dalla giunta Costa, Viareggio si trovava in condizioni precarie, fuori dai grandi circuiti di finanziamenti, priva di infrastrutture, con edifici pubblici non a norma e fatiscenti, senza regolamento urbanistico.

“Si trovava in possesso di grandi manifestazioni culturali, ormai però vicine al collasso a causa di una spesa poco sostenibile da una città di 60mila abitanti, alla quale si aggiungevano spese elevate per il sociale e la casa, per le scuole – fiore all’occhiello di antiche amministrazioni di centrosinistra – e per un settore dei rifiuti che, allora come oggi, deve occuparsi di una città turistica con un numero di abitanti diverso durante molti momenti dell’anno.

“Gli investimenti fatti dal centrosinistra con le giunte Marcucci dal 1999 al 2008 – Boncompagni è stata assessore alla cultura nella seconda legislatura Marcucci, ndr -, erano necessari, come era necessario ridare slancio alla politica culturale di una città priva persino delle strutture fisiche nelle quali fare cultura.

“Il famoso debito per gli investimenti fatti, molti dei quali con enormi contributi esterni reperiti dall’amministrazione comunale, veniva allora pagato senza squilibri ed era, come previsto, destinato a calare fino quasi all’estinzione nel 2015. I bilanci del Comune, in pareggio fino alla fine delle amministrazioni di centrosinistra – a eccezione del 2006, quando non fu realizzata una prevista alienazione, avvenuta nel 2007 quando il bilancio chiuse con un avanzo di amministrazione – sono usciti fuori controllo negli anni successivi con la giunta Lunardini, anni di governo del centrodestra.

cristina boncompagni“I disavanzi si sono accumulati e sono cresciuti in modo esponenziale perché, mentre aumentavano le voci di spesa – per il personale, per il sociale, addirittura 20% in più per la cultura e il 26% per i rifiuti negli anni 2009-2012 -, non veniva fatta nessuna politica delle entrate: non solo di quelle che potevano derivare dall’esterno, ma neppure di quelle ordinarie. Basti pensare all’enorme evasione in crescita ogni anno, alla non riscossione dei crediti, al blocco del Regolamento Urbanistico, alla fine delle alienazioni, allo stop alla ricerca di finanziamenti esterni.

“Il sistema delle partecipate e delle fondazioni, che certamente andava rivisto e messo sotto stretto controllo, è stato gestito invece in modo inqualificabile contribuendo così al disavanzo generale. Durante gli anni del centrodestra i contratti di servizio sono lievitati, comportando una spesa insostenibile per il Comune e vantaggi per i soci privati.

“Dal 2009 al 2013 si sono verificati aumento della spesa pubblica e perdita di entrate da tributi, alienazioni, oneri di urbanizzazione e finanziamenti esterni. Tutto questo spiega le ragioni del dissesto, ragioni che si sono accumulate senza che venisse attuata nessuna politica rigorosa di governo. Erano necessarie scelte politiche sulle spese e sulle entrate che non sono state fatte, era necessario un controllo che non c’è stato.

“Ma oggi il problema è quello di una città che rischia la rovina. Il dissesto e il commissariamento appaiono inevitabili, specialmente in assenza di una grande assunzione di responsabilità da parte della politica. Di fronte ad una situazione di gravità eccezionale tutti siamo chiamati alla generosità e alla responsabilità. La proposta fatta da Sel non è una proposta di parte, è una risposta di emergenza.

“Tutte le forze politiche facciano un passo indietro per consentire alla città di andare avanti. Il sindaco azzeri una giunta inadeguata ad affrontare i problemi: cerchi il sostegno di una maggioranza molto più ampia in consiglio e in città, nomini persone fuori dai giochi dei partiti politici e di grande capacità, affidabili ed esperte, cercate anche al di fuori dei confini comunali”. Parole che sembrano lasciar intendere la volontà di non ascoltare l’appello del Pd ad approvare il bilancio consuntivo 2013.

“Una giunta di emergenza, un piano credibile di riequilibrio poliennale, un programma realistico per i prossimi anni: questa è l’unica via di uscita per salvare la città e ridare dignità alla politica. Persino nel caso di commissariamento questa via è giusta, perchè i commissari potrebbero lavorare meglio nell’interesse della città, delle fasce più deboli della sua popolazione, della salvaguardia delle sue tradizionali manifestazioni, se aiutati da un esecutivo politico credibile che abbia a cuore il futuro di Viareggio. La città – associazioni, sindacati , categorie economiche, movimenti e comitati, forze politiche e sociali, singoli cittadini e cittadine – si esprima su questo, perchè è in ballo il nostro futuro”.

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ultimo aggiornamento: 23-08-2014


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