VIAREGGIO. Puntata numero 52 per DA UOMO A UOMO, la rubrica di Versiliatoday dedicata alla sessuologia, all’andrologia e all’urologia, curata dal dottor Luca Lunardini, con il quarto appuntamento dedicato al tema del cambio di sesso.

UNA FORBICIATA E… VIA…?

 La cronaca vola, la medicina rimane: poche settimane fa sull’onda di una notizia che fece il giro dei media locali (e non solo) – il cambio di sesso di un personaggio politico – giudicai utile illustrare il tema, nelle sue variegate sfaccettature, sulla nostra Rubrica. Poi la notizia è stata spazzata via dal fiume di nuove informazioni che ogni giorno ci investe ed oggi, ad un lettore casuale e neofita, potrebbe sfuggire l’origine di questa serie di articoli. Ma siccome questa non è una rubrica di scienze della comunicazione (né io ne ho le competenze) lascio ad altri queste riflessioni e mi limito con oggi a concludere la serie di articoli sul CAMBIAMENTO DI SESSO descrivendo come Medicina e Chirurgia possono intervenirvi.

Intanto ricordiamo come la ri-attribuzione chirurgica di sesso debba essere autorizzata con sentenza di un tribunale in quanto comporta l’asportazione degli organi della riproduzione che, in assenza di patologie organiche che la giustifichino, è vietata nell’ordinamento giuridico italiano perché lesiva dell’integrità della persona (vi ricordate le puntate dedicate alla VASECTOMIA?).

La medicina, autorizzata dalla legge e supportata da consulenze psicologiche e psichiatriche, inizierà intanto con somministrare ormoni sessuali specifici. Gli effetti della TERAPIA ORMONALE certamente opportuna va comunque monitorata con attenzione potendo procurare scompensi anche gravi negli organi deputati al loro metabolismo (ad esempio, al fegato) e, talvolta, modificazioni, magari solo momentanee, del carattere (il testosterone può favorire una instabilità emotiva tendente alla aggressività). D’altra parte i cambiamenti somatici, pur tanto desiderati, non creano quel benessere immaginato se la persona non è sostenuta in un processo di elaborazione e assimilazione profonda non solo dei cambiamenti stessi, ma anche del nuovo stile di vita che inevitabilmente essi comportano.

Nell’adeguamento Femmina>Maschio gli obiettivi possono essere ottenuti con l’uso del solo ormone mascolinizzante (TESTOSTERONE), mentre nell’adeguamento Maschio>Femmina è quasi sempre necessario unire agli ESTROGENI FEMMINILIZZANTI un farmaco ANTIANDROGINICO.

A seguire entra in campo la CHIRURGIA. Si tratta di nterventi complessi che richiedono sovente più equipe chirurgiche.

L’iter chirurgico MASCHIO-FEMMINA è comunque relativamente più semplice. Consiste in vari interventi chirurgici iniziando, in genere, da una MAMMOPLASTICA ADDITIVA. Quest’intervento può essere effettuato per integrare l’azione della terapia ormonale molto spesso insoddisfacente in quanto quest’ultima, pur influenzandone il volume, non permette di ottenere un aumento della dimensione della mammella soddisfacente per la persona. La mammoplastica additiva è un intervento che prevede l’introduzione di una protesi (in genere un involucro che contiene un gel di silicone) attraverso un’incisione effettuata nella piega sottomammaria o nella zona periareolare o nella zona ascellare.

Segue la VAGINOPLASTICA che consta di due fasi: demolitiva e ricostruttiva. La fase demolitiva prevede l’asportazione degli organi genitali originari (CASTRAZIONE): testicoli e pene. Nella fase ricostruttiva la pelle del pene viene introflessa a “dito di guanto” per foderare una neo-cavità ricavata tra retto e vescica. Una porzione del glande viene conservata per costruire un clitoride che conservi una certa sensibilità erogena e permetta nel 70-80 % dei casi di avere una buona sensibilità erotica durante i rapporti sessuali. Per ultimo si modella la vulva, le grandi e piccole labbra e il monte di venere per ottenere una forma più simile possibile al corrispondente organo femminile. I rapporti sessuali possono essere ripresi mediamente dopo due mesi. In genere sono soddisfacenti e nel 70% dei casi permettono il raggiungimento dell’orgasmo.

Ulteriori interventi consistono nella RIDUZIONE DEL POMO D’ADAMO ed ELIMINAZIONE DELLA BARBA con elettrolisi (ago) o Laser. Ancora, si può ricorrere anche ALL’ASPORTAZIONE DELLE ULTIME DUE COSTOLE per donare una forma più sinuosa al giro vita.

 

L’iter CHIRURGICO FEMMINA-MASCHIO È PIÙ COMPLICATO e più lungo.

Esso consiste in una prima fase nella ASPORTAZIONE DELLE MAMMELLE. Spesso è necessario più di un intervento per migliorare esteticamente il petto.

Segue poi l’ASPORTAZIONE DI UTERO E OVAIE. La vagina, in genere, non viene rimossa perché la sua asportazione complica e prolunga la durata dell’intervento. D’altra parte la vagina tende a ridursi spontaneamente e, se richiesto, può essere asportata successivamente.

La FALLOPLASTICA è un intervento opzionale che non tutte le persone con Disturbo dell’Identità di Genere vogliono effettuare. Differenti metodi chirurgici permettono di perseguire differenti obiettivi ma comportano anche conseguenze e rischi differenti e non sempre ben valutabili a priori. Per questo motivo è di grande importanza un chiaro confronto tra la persona e il chirurgo scelto. I metodi di COSTRUZIONE DEL FALLO sono molti. Quello che viene utilizzato, in genere con buoni risultati sia sul piano estetico che sul piano funzionale, prevede l’impiego di un lembo tubulato dell’avambraccio che viene trapiantato nella regione inguinale. Questo tipo di falloplastica comporta due diversi momenti operatori. Il primo consiste nella preparazione del lembo dell’avambraccio, il secondo nel trasferimento del lembo dell’avambraccio con tutti i vasi che lo nutrono ed il trapianto in regione soprapubica con un intervento di microchirurgia che in genere dura dalle 8 alle 12 ore. Si ha una certa sensibilità anche se esclusivamente di tipo tattile (capacità di sentirsi toccare) e non di piacere. LA SPECIFICA SENSIBILITÀ EROGENA, PRESENTE NEL CLITORIDE, VIENE MANTENUTA LASCIANDO QUESTA STRUTTURA NELLA SEDE ORIGINARIA, ALLA BASE DEL NEOFALLO COSTRUITO. Per questo obiettivo -il piacere- vi è anche la possibilità di cercare di valorizzare al massimo le modificazioni ottenute sul clitoride con la TERAPIA ORMONALE. QUESTA DETERMINA, INFATTI. UNA IPERTROFIA DEL CLITORIDECHE LO RENDE SIMILE AD UN PICCOLO FALLO CHE IN CERTI CASI PERMETTE DI RAGGIUNGERE LA LUNGHEZZA DI 5-7 CENTIMETRI DURANTE L’EREZIONE. Piccoli ulteriori allungamenti del clitoride-neofallo sono possibili mediante liberazione dei corpi cavernosi e rimozione del grasso soprapubico. Questo intervento ha il vantaggio di realizzare un neofallo di forma molto naturale e di sensibilità inalterata ma di dimensioni ridotte e non adeguate alla penetrazione. Altro metodo è la falloplastica con lembo soprapubico . Questa prevede la costruzione del neofallo mediante un lembo di tessuto cutaneo e sottocutaneo prelevato dalla regione soprapubica e ripiegato su se stesso a forma di tubo. Le dimensioni del neofallo sono condizionate dalla quantità di tessuto utilizzabile e quindi maggiore nelle persone più obese. Anche in questo caso l’inserzione di una PROTESI PER OTTENERE UNA RIGIDITÀ viene rinviata ad un altro intervento e presenta le stesse caratteristiche ed inconvenienti riscontrabili nella già descritta falloplastica con lembo dal braccio.

Infine c’è la SCROTOPLASTICA, un intervento abbastanza semplice che si realizza con l’introduzione di due protesi testicolari di forma, dimensioni e consistenza simili a quelle di un testicolo, in genere all’interno di cavità ricavate nelle grandi labbra.

 

 

La frase del giorno: “…La civiltà ci ha sottratti alle spade, per farci meglio sentire la paura dei chirurghi…” Guido Ceronetti, Il silenzio del corpo, 1979

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Il DR. Luca Lunardini è Medico-Chirurgo, Specialista Urologo con incarico di Alta Specializzazione in Andrologia, è dirigente medico presso la Unità Operativa di Urologia della A.S.L. 12 Versilia.

Membro della società italiana degli Urologi Ospedalieri e della Società Italana di Andrologia, ha fatto parte della Commissione Oncologica Nazionale del Ministero della Salute ed è stato Presidente della Sezione Provinciale di Lucca della Lega Italiana per la Lotta contro i Tumori.

Il Dr. Lunardini è contattabile per qualsivoglia approfondimento via email al seguente indirizzo: [email protected]

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