ROMA. La Prima sezione penale della Cassazione ha confermato l’esclusione della costituzione di parte civile, nel processo penale per la strage di Viareggio avvenuta poco prima della mezzanotte del 29 giugno 2009, di alcune decine di parenti delle 32 vittime del disastro ferroviario per il quale il primo ottobre è ripreso il processo al Palafiera di Lucca.

La decisione è stata emessa lo scorso 30 settembre, ma si è appresa solo oggi. I parenti delle vittime sono stati condannati a versare, ciascuno, 500 euro alla Cassa delle ammende, una “sorta” di multa che viene applicata quando il ricorso è dichiarato “inammissibile”, come in questo caso.

Il ricorso respinto è stato avanzato dai legali di taluni cugini, e soprattutto di figli di cugini, delle persone morte nelle abitazioni di Via Ponchielli rase al suolo per l’esplosione del gpl fuoriuscito dallo squarcio di una cisterna trasportata sul treno deragliato a Viareggio dopo la rottura dell’asse di un vagone.

La costituzione di parte civile – ai fini di avere un risarcimento per la perdita affettiva subita – era stata presentata con un ritardo di due giorni nelle fasi di merito. Per questo il Tribunale di Lucca, con ordinanza del 9 dicembre 2013 e con un provvedimento del 7 gennaio 2014, la aveva respinta. Tuttavia tale esclusione, come si è appreso da fonti legali, non pregiudica il diritto di questi parenti a ricevere, eventualmente in sede civile o tramite trattativa privata, un risarcimento da Trenitalia e dalle altre società chiamate a rispondere del disastro che ha sconvolto lo scalo della Versilia.

(fonte ANSA)

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