“Le emergenze sui servizi educativi frutto dell’assenza di pianificazione, non del commissariamento”

VIAREGGIO. “Assistiamo in questi giorni al sovrapporsi di continue emergenze relative al mondo dei servizi educativi: tutto questo non è frutto del commissariamento – anzi, semmai si deve sperare che il commissario riesca a risolvere emergenze oltre tempo massimo che gli sono state consegnate – ma del non avere messo a punto per tempo, almeno da giugno, un piano complessivo di riorganizzazione dell’intero sistema che fosse consapevole della situazione economica dell’ente — già chiara allora, se pure non nei dettagli — e che avrebbe consentito di iniziare l’anno scolastico offrendo ai genitori un quadro chiaro di quello che sarebbero diventati i servizi stessi sia per quanto riguarda la loro offerta formativa che dal punto di vista delle rette da pagare”. Lo scrivono in una nota i circoli viareggini di Sel.

“Si chiama ‘patto’, e dovrebbe essere alla base del rapporto tra chiunque; a maggior ragione di quello tra un ente e i cittadini.

“Nel quadro confuso che continuiamo a registrare, ci preme almeno fissare quelli che per noi sono paletti irrinunciabili: i bambini non sono pacchetti liberamente spostabili a proprio piacimento. Dovranno essere messi in campo tutti gli sforzi per garantire che qualsiasi cambiamento nella natura del servizio educativo, anche per quanto riguarda il personale educativo, avvenga ormai a partire dall’inizio del prossimo anno scolastico. Ci sembra l’ABC: non possono scontare loro, e le loro famiglie, i colpevoli ritardi di cui si è macchiata la parte amministrativa.

“Il sostegno deve essere garantito a tutti i bambini che ne hanno diritto: non farlo, vorrebbe dire non offrire loro la possibilità di usufruire dei servizi e questo è semplicemente inaccettabile.

“Per i servizi per i quali sarà necessario un aumento, dovranno essere tenuti fermi i principi di equità e di proporzionalità: l’eventuale aumento dovrà essere spalmato prevalentemente sulle fasce di reddito più alte con l’aggiunta di nuove fasce nelle tabelle. Ad esempio, se oggi la retta massima dei nidi è pagata da chi ha un reddito Isee superiore a 20380 euro, domani la nuova retta massima dovrà essere fatta pagare a chi ha un reddito Isee ancora più alto.

“Di fronte a questioni e problemi di tale portata, ci sorprende che si punti il dito contro servizi come Immaginaria che, con costi limitatissimi – il solo personale, pari a due dipendenti comunali e due dipendenti di Asp in part time -, raggiunge ogni anno un numero elevatissimo di studenti del nostro territorio – hanno fatto richiesta di partecipazione ai laboratori di Immaginaria ben 200 classi – offrendo loro progetti di alta qualità, anche dove la scuola, che sappiamo essere in forte difficoltà, non riesce ad arrivare.

“Siamo un comune dissestato: questo non vuol dire rinunciare ad essere un comune che si cura dei propri figli, perché se questo dovesse accadere nessuna procedura di risanamento potrà mai salvarci”.

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