VIAREGGIO. “Nessuna motivazione socio esistenziale può essere invocata per giustificare l’orrendo crimine compiuto da un branco di vili e allucinati ragazzini che aggrediscono violentemente, senza motivo o per futili ragioni, un qualsiasi ignaro cittadino. Prossimamente si riunirà a Viareggio il comitato per la sicurezza; auspico che il frutto di quell’incontro non sia solo quello di fare pur importanti valutazioni ma quello di assumere concreti impegni per prevenire e reprimere eventi come quello accaduto e par garantire maggiore sicurezza alla città.

 

Esprimo la mia solidarietà e fraterna vicinanza al Sig. Iacconi ed un plauso al titolare della paninoteca Balkan Expres che, unico fra molti presenti (e questo è un fatto veramente preoccupante), ha sentito il dovere di intervenire in aiuto dell’aggredito. Ho appreso dai media che ora sta divenendo di moda aggredire senza ragione: una stupida bravata, casi di bullismo fuori controllo, che non possono che far inorridire. Un dramma delle società di massa dove anche un comportamento criminale suscita con troppa facilità il triste fenomeno dell’emulazione”.

A scriverlo è la senatrice Manuela Granaiola, che interviene in merito al pestaggio della scorsa notte a opera di un gruppo di giovani.

“Molti giovani vivono uno spaesamento che induce comportamenti estremi e talvolta drammatici mentre i loro bisogni e i loro sentimenti più profondi vengono interpretati od elaborati quasi esclusivamente attraverso il consumismo, con la riproposizione ossessiva di modelli irraggiungibili, favorendo così lo spreco delle loro energie, delle loro potenzialità e, in molti casi, anche del loro corpo o peggio di quello degli altri.

Oltre la necessaria ferrea repressione occorre che la collettività riconosca in toto come fondamentale una “questione giovanile” che sta divenendo drammatica; occorrono interventi e scelte magari piccole ma capillari ed efficaci; magari limitate ma persistenti e di grande valore. La famiglia, la scuola e, prima di tutto, il lavoro rimangono punti fermi con i quali obbligatoriamente fare i conti; occorre anche sostenere la partecipazione, la cittadinanza attiva, i pesi e gli equilibri tra diritti e doveri ed una visione meno competitiva e più solidale delle relazioni umane.

Viareggio è una città che da decenni non si pone più questi temi come priorità. Anzi ormai da anni non esiste più nulla (sul piano creativo, dei luoghi, dell’aiuto a trovare un lavoro o del sostegno alla formazione) che possa credibilmente divenire un punto di riferimento per le giovani generazioni. Una situazione gravissima; ma tuttavia mi consola il fatto che, nonostante tutto, la stragrande maggioranza di giovani è sana. Lo si vede dalla partecipazione agli aiuti nei luoghi colpiti dalle calamità naturali, dal rinascere di una nuova creatività che si esprime in vere e proprie nuove forme d’arte o nella capacità di creare nuovi lavori e nuove forme relazionali praticamente dal niente. Lo si vede ancora nell’impegno per la salvaguardia dell’ambiente e nei molti nuovi modi con i quali viene articolata la cultura della solidarietà. A partire dalla consapevolezza e dalla quotidianità di questi molti “grandi” giovani bisogna iniziare concretamente ad investire per il loro e nostro futuro”.

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