VIAREGGIO. I Carabinieri dei NAS di Livorno e dell’Arma territoriale hanno eseguito 18 ordinanze di custodia cautelare agli arresti domiciliari per corruzione nei confronti di 12 pediatri (di cui uno versiliese), tra cui due primari, 5 informatori scientifici e un dirigente d’azienda di alimenti per l’infanzia, nonché 26 decreti di perquisizioni in Toscana, Lombardia, Marche e Liguria. Secondo le indagini, i medici inducevano le mamme a utilizzare latte artificiale di note ditte al posto del latte materno.

Dalle prime ore della mattinata odierna, 110 Carabinieri dei NAS e dell’Arma Territoriale stanno eseguendo, in Toscana, Lombardia, Marche e Liguria, 18 ordinanze di custodia cautelare agli arresti domiciliari nei confronti di 12 medici pediatri tra cui due primari, 5 informatori scientifici e un dirigente d’azienda nonché 26 decreti di perquisizione, per corruzione. L’esecuzione dei provvedimenti restrittivi giunge a conclusione di una lunga e complessa indagine, iniziata nel 2013 e condotta dai Carabinieri del NAS di Livorno – coordinati dalla Procura di Pisa – Dott. Giovanni Porpora – nell’ambito della commercializzazione di latte artificiale per l’infanzia.

L’attività investigativa del NAS toscano è giunta ad accertare una consolidata e diffusa pratica corruttiva che alcune note ditte di alimenti per l’infanzia praticava per indurre numerosi pediatri a prescrivere latte artificiale ai neonati dietro elargizione di tangenti – sottoforma di costosi viaggi e regali di lusso – ed aumentarne così le vendite.

Le aziende avevano architettato un complesso sistema per giustificare gli ingenti esborsi di denaro sostenuti per finanziare gli atti corruttivi: gli informatori scientifici dei noti marchi prendevano contatti con i pediatri per “sollecitarli” a prescrivere latte artificiale ai neonati, contravvenendo agli unanimi pareri scientifici sulla necessità di promuovere l’uso del latte materno. Grazie, poi, alla compiacenza di alcune agenzie di viaggio che fatturavano false spese per la partecipazione dei medici a congressi e corsi di aggiornamento anche internazionali, tramite queste, facevano ottenere un “buono” al singolo professionista che lo utilizzava per pagare viaggi di piacere per sé ed i propri familiari.

Nell’inchiesta, oltre ai medici pediatri di base, convenzionati con le rispettive ASL, sono finiti anche due noti primari di ospedali italiani per i quali era più facile convincere le neo mamme in dimissione ad utilizzare latte artificiale per l’alimentazione dei propri bambini.
I Carabinieri sono riusciti a provare un giro di mazzette per centinaia di migliaia di euro utilizzati per pagare i “regali” ai medici (smartphone, computer, condizionatori, televisori) e viaggi in rinomate mete turistiche (Sharm el Sheik, India, Stati Uniti, Parigi, Londra, Istanbul e Crociere nel Mediterraneo e nord Europa).

/ultimo aggiornamento ore 11.55 (leggi i nomi degli indagati)

+ il commento del presidente Rossi

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arresti domiciliari latte in polvere pediatra

ultimo aggiornamento: 21-11-2014


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