VIAREGGIO. Presentare alla Commissione europea un progetto credibile di riordino delle concessioni demaniali per scongiurare una nuova procedura di infrazione ma che non preveda la messa all’asta delle spiagge come previsto dalla direttiva Bolkestein. Questo il messaggio lanciato al governo, ed in particolare al sottosegretario Sandro Gozzi che per conto del presidente Renzi si occupa della questione, da parte dei balneari Confesercenti che ieri hanno riunito il loro direttivo regionale a Pisa (presenti tra gli altri il presidente Fabrizio Lotti ed il coordinatore Gianni Masoni).

La questione delle aste è infatti ancora aperta nonostante la proroga fino al 2020 che il governo ha dato alle attuali concessioni in attesa di un riordino complessivo che stenta a decollare. Tutto questo in un clima di preoccupazione crescente da parte degli operatori balneari, anche per le anticipazioni sul disegno di legge che il sottosegretario Gozi ed il ministro Lanzetta stanno predisponendo e che prevederebbe la messa all’asta delle spiagge già dal 2017 con l’assegnazione a chi propone gli investimenti maggiori.

“Un sistema – contestano i balneari – che non riconoscerebbe quindi alcun premio agli operatori attuali né alcun diritto di prelazione e che porterebbe al passaggio delle concessioni a favore dei grandi gruppi economici”.  “E’ necessario che il tavolo con il governo abbia alcuni punti fermi per la tutela della categoria – ha commentato Roberto Bertolucci, coordinatore dei balneari di Confesercenti Versilia –. E’ infatti impensabile che anni di investimenti degli operatori vengano cancellati da una direttiva europea senza alcuna tutela per gli imprenditori. Giusto quindi che il governo si presenti a Bruxelles con un provvedimento che impedisca una nuova procedura di infrazione, ma che fondamentale anche che si rispetti il lavoro dei nostri imprenditori”.

Questi i punti fermi che i balneari Confesercenti cercheranno di imporre al tavolo governativo. “Il periodo di passaggio dall’attuale modalità delle concessione – dice ancora Bertolucci – a quello che vuole l’Europa con le così dette aste, deve essere più ampio per permettere agli imprenditori di ammortizzare gli investimenti. Non può essere il 2020 né tanto meno il 2017; quindi puntiamo ad una riforma del demanio marittimo con un periodo transitorio di 30 anni e evidenze pubbliche nel 2020 solo per le porzioni di litorale non ancora assegnate. Ancora, in caso si vada avanti sulla strada delle aste bisogna prevedere un valore aziendale dello stabilimento, per coloro che hanno tutto in regola ovviamente; un giusto indennizzo al gestore qualora la spiaggia vada ad un altro soggetto attraverso l’evidenza pubblica. Se così non sarà – conclude Roberto Bertolucci -, i gestori rimuoveranno tutte le strutture facendo perdere al nostro Paese una delle sue principali peculiarità e cioè proprio i classici stabilimenti balneari. Siamo anche disponibili a discutere un riordino dei canoni, anche in questo caso da realizzare in maniera graduale”.

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ultimo aggiornamento: 03-12-2014


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