Dolore ai reni, La colica renale provoca dolori molto forti e a volte insopportabili. Proseguiamo con il terzo appuntamento attorno ai piccoli ma micidiali calcoli urinari.

Abbiamo capito di cosa sono fatti e perché si formano. Oggi scopriremo come si manifestano (la dolorosissima colica renale) e come si diagnosticano.

Spesso i calcoli renali sono asintomatici, perché in genere FINCHE’ STANNO FERMI NON DANNO ALCUN SEGNO DI SE. Di norma, infatti, di norma il primo segnale di un calcolo renale è Un dolore ai reni molto intenso che inizia all’improvviso quando il calcolo si muove nelle vie urinarie e così facendo ostruisce il flusso dell’urina.  A dare, cioè, il dolore non è il calcolo in sè, a provocare il dolore è la dilatazione del rene a monte dell’ostruzione, è lo sforzo che il rene fa per far scorrere l’urina bloccata dal calcolo renale. Infatti se il calcolo è di grandi dimensioni (diciamo dal centimetro in su) o comunque non può transitare con facilità il dolore compare e si fa più progressivamente più intenso a causa delle contrazioni e degli spasmi dei muscoli che formano le strette pareti dell’uretere che si sforzano di spingere il calcolo steso verso la vescica.

Sintomi del Calcolo ai reni

Il paziente sperimenta un dolore molto acuto e crampiforme alla schiena e sul fianco nella zona del rene: si tratta della cosiddetta Colica renale. In seguito, il dolore partendo dal fianco spesso si irradia verso il basso ventre e verso la zona inguinale (alcuni paziente giungono dall’urologo con un dolore al testicolo per poi scoprire che è la vera causa di quel dolore era un calcolo delle vie urinarie …). E’ comunque un dolore sempre molto, molto, intenso che non dà mai veramente tregua. Le donne che hanno da poco partorito e che hanno la malasorte di avere una colica lo paragonano ai dolori delle doglie, ma in forma peggiorata! È rarissimo che interessi contemporaneamente ambedue i reni.

Una delle sue caratteristiche è che il paziente non trova una posizione in cui sta meglio. Conseguentemente il paziente sta in piedi, è agitato. Questo al contrario delle coliche addominali in cui il paziente tende a stare a letto, rannicchiato su se stesso (posizione “a cane di fucile” o “fetale”).

Il dolore ai reni è esacerbato, se si “picchietta” sul fianco interessato. È la cosiddetta Manovra di Giordano, che noi urologi spesso utilizziamo, ma che davvero poco gradita risulta al povero malcapitato sotto colica…

Quando il calcolo si muove e l’organismo cerca di espellerlo può comparire del sangue nell’urina, che quindi può diventare di colore rosato; quando il calcolo discende attraverso l’uretere e si avvicina alla vescica, il paziente può avvertire la necessità di urinare con maggior frequenza oppure avere una sensazione di bruciore durante la minzione (non è raro che il paziente, i questo casi, confonda la colica con una sorta di cistite).

A volte si possono verificare anche Nausea e vomito (motivo per cui non andrebbe consigliato di bere, come invece spesso si sente dire, durante la colica: bere serve a prevenire la colica).

Se uno o più di questi sintomi è accompagnato da febbre e brividi, potrebbe esserci un’infezione, motivo di complicazione, talvolta anche seria.

Nel momento in cui il calcolo raggiunge la vescica, la colica miracolosamente e improvvisamente scompare del tutto e il dolore ai reni finisce. Insomma si torna a stare benissimo. Una volta in vescica in genere il calcolo esce senza grossi problemi perché il canale dell’uretra (che dalla vescica porta all’esterno) è decisamente più largo degli ureteri (che dal rene portano la pipì in vescica). Questo salvo complicazioni come i restringimenti uretrali (stenosi) o importanti ingrossamenti prostatici (ipertrofia prostatica). In questo caso i calcolo possono restare in vescica e magari qui accrescevi, dando disturbi cistitici e urinari.

In alcuni casi, se il tutto compare lentamente, può non esservi una vera e propria colica, ma piuttosto un dolore “sordo” al fianco. Non sempre è un buon segno. Potrebbe, infatti, anche significare una progressiva riduzione del rene di spingere le urine e una sua dilatazione prolungata nel tempo (idronefrosi) che a lungo andare (dopo mesi…) può danneggiare il rene.

Come abbiamo visto la colica può confondersi con cistiti, dolori testicolari, dolori addominali vari ecc. Ecco perché per una corretta diagnosi (la cosiddetta diagnosi differenziale) sono necessari altri esami che non la sola visita, anche per decidere quale sia la migliora cura per questi MALEFICI SASSOLINI. E di questo parleremo nella prossima puntata.

 

LA FRASE DEL GIORNO: “…Chiunque può simpatizzare col dolore di un amico, ma solo un animo nobile riesce a simpatizzare col successo di un amico”, Oscar Wilde

 

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