VIAREGGIO. “Dal nuovo mercato ittico che non avremo mai al mercato dei fiori che avremo ancora per poco. Ma sì, chi se ne frega se…”: è il titolo del post sulla pagina Facebook di Coldiretti del presidente provinciale Cristiano Genovali sul “destino della Viareggio dell’orto-florovivaismo di cui tutti parlano nel periodo pre-elettorale, ma che puntualmente dimenticano una volta ottenuto (o non ottenuto) il risultato”.

Un post duro, anche ironico in certi passaggi, che in pochi giorni ha collezionato decine di condivisioni ed aperto il dibattito attorno al destino di migliaia di famiglie viareggine (e della Versilia) che vivono di agricoltura. Ad innescare la lettera-post la notizia che il mercato ittico di Viareggio non sarà finito nonostante il finanziamento regionale – ritirato – ed un cantiere avanzato. “Quando i finanziamenti ci sono – spiega Genovali – non sappiamo spenderli, quando non ci sono diventano una scusa per non assumersi responsabilità e scaricare sugli altri. I due casi, opposti, del mercato ittico e del mercato dei fiori, sono l’emblema di anni di pianificazione fallimentare da parte delle amministrazioni che si sono avvicendate. Tante promesse agli agricoltori per farsi belli, pochi purtroppo i fatti”.

Ma se per i pescatori un mercato, seppur vecchio, c’è, per i florovivaisti viareggini l’alternativa non c’è, o se c’è si trova a 60 chilometri di distanza. La chiusura del mercato significherebbe mettere per strada almeno 250 imprese florovivaistiche ed altrettanti operatori della filiera costringendoli ad emigrare al mercato di Pescia.

“Il futuro del mercato dei fiori al Marco Polo è appeso ad un filo perché mancano i soldi – scrive nel post-lettera Genovali – per aggiustare un tubo dell’acqua potabile. A questo punto credo che l’obiettivo sia quello di arrivare a dichiarare la struttura inagibile e pericolosa così da avere la scusa per chiuderla definitivamente e buttarci fuori”.

In realtà, prima del dissesto, il Comune di Viareggio aveva richiesto alla Regione Toscana un contributo di 250mila euro da destinare alla ristrutturazione del mercato dei fiori incassando un incoraggiante segnale di apertura. I soldi, probabilmente la Regione, ce li avrebbe anche messi. Tra le possibilità anche quella di una gestione consortile tra le imprese. Era stato proprio un’azione di Coldiretti congiuntamente alle altre associazioni di categoria a facilitare questo percorso: “Al mercato dei fiori turnano, indicativamente, dalle 300 alle 400 persone nei giorni di apertura. Il florovivaismo è un settore importante e vitale per l’economia viareggina da permetterne lo sfratto. Viareggio deve restare la capitale dei fiori”.

Coldiretti è preoccupata anche del destino del mercato ortofrutticolo, un’altra struttura con il conto alla rovescia inserito. Nel post Genovali parla anche delle palme “amputate”; era stato lui a sollevare il problema già nel 2008.

“Non bastava la non tutela del patrimonio verde di questa città che ha portato come purtroppo predetto e comunicato agli uffici competenti già nel 2008 al taglio di tutte le palme (fenix canariensis) della città, e credetemi, non è finita qui. Non bastava – prosegue – il degrado, la sporcizia e la gestione del verde pubblico discutibile (ci ricordiamo l’erba sintetica?)”. Genovali conclude il suo post con un mea culpa: “Cari viareggini se non incominciate, anzi, se non incominciano noi tutti a dire basta, dovremo considerare il fatto di meritarci tutto questo”.

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ultimo aggiornamento: 27-02-2015


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