VIAREGGIO. “Il tema di riflessione che Luca Poletti ha posto all’attenzione degli altri candidati a sindaco in merito alla situazione pre-fallimentare di Viareggio Porto è una questione che – ovviamente – ci stiamo ponendo tutti perché l’obiettivo fondamentale non può essere che quello di salvare il patrimonio della società ed il valore delle concessioni”. Lo scrive Massimiliano Baldini, candidato sindaco sostenuto da Movimento dei Cittadini, Per Torre del Lago Puccini, Pri, Pli, Lega Nord e Fratelli d’Italia.

“Proprio per questo, seppur in campagna elettorale, ritengo assolutamente opportuno rispondere ed aprire un dialogo con il candidato sindaco del Pd – che lo chiede – visto che, in ogni modo, ci ritroveremo tutti in consiglio Ccomunale ad affrontare i grandi problemi legati allo stato di dissesto dell’Ente ed il senso di responsabilità dovrà prevalere sullo spirito di parte e sui ruoli di maggioranza ed opposizione che i cittadini sceglieranno di assegnare ad ognuno di noi a giugno. Lo stato di dissesto costringerà la politica a dialogare di più, credo sia bene impararlo sin dalla campagna elettorale.

“La questione merita tuttavia alcune prese di posizione distinte ed osservazioni preliminari necessarie: in primo luogo è opportuno sgombrare il campo da ogni possibile fraintendimento equivoco. Il rapporto deve intercorrere fra le parti legittimate ed aventi titolo (commissario prefettizio e liquidatore della società, creditore istante, giudice) e i candidati a sindaco – ad oggi privati cittadini – si devono limitare a discutere il tema, facendo particolare attenzione a non invadere un campo che (giuridicamente) non appartiene ancora a loro, con iniziative che potrebbero rivelarsi controproducenti.

“Poi vorrei capire e sapere – dal commissario prefettizio e dal liquidatore di Viareggio Porto ovviamente – se vi è in essere un piano concordatario da presentarsi al Giudice Fallimentare ed alla massa creditoria o se alla richiesta di concordato in bianco non ha fatto seguito alcunché malgrado l’udienza sia vicina, con la logica conseguenza, in carenza di proposte reali e pratiche, del probabile concretarsi della fattispecie fallimentare.
Anche perché la procedura fallimentare non è nella piena disponibilità delle parti come una qualsiasi azione civile di credito/debito e quindi la discrezionalità del giudice incide, eccome, sul futuro di Viareggio Porto.

“In secondo luogo, auspico possa aprirsi un dialogo fra Amministrazione Straordinaria, Viareggio Porto e creditore procedente che non mi risulta, ad oggi, vi sia mai stato effettivamente e che invece – qui sono d’accordo anch’io con Poletti – mi pare sensato sollecitare per vedere se le parti sono in grado di trovare un equilibrio fra i diversi interessi in gioco che possa evitare il fallimento. Anche perché il creditore procedente è a sua volta in concordato e, pertanto, non è in grado di muoversi autonomamente sulla desistenza all’istanza presentata.

“In terzo luogo, elemento che ritengo a sua volta fondamentale, vorrei ascoltare il parere dei revisori dei conti del Comune di Viareggio che mi pare abbiano posto alcune questioni importanti e pregiudiziali sulla vicenda. Pertanto, da parte mia, vi è senz’altro la disponibilità ad incontrare il commissario prefettizio ed il liquidatore di Viareggio Porto (anche insieme a Poletti), per conoscere direttamente da loro quale sia lo stato dell’arte e le prospettive concrete della vicenda in vista degli sviluppi di giugno quando avremo una veste pubblica.

“Non sono invece disponibile ad assumere una posizione formale riguardo l’impresa creditrice che ha diritto a mantenere tutta la sua autonomia decisionale e che non vorrei fraintendesse l’interesse in senso lato pubblico di ogni viareggino – ed a maggior ragione di un candidato sindaco – a salvaguardare i nostri beni comuni con un indebita ingerenza di chi, almeno ad oggi, ha solo le vesti di un semplice privato cittadino ma potrà trovarsi (uno fra i candidati certamente) alla guida dell’amministrazione sin dal mese di giugno”.

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