Con oggi completiamo la nostra carrellata di puntate sul CANCRO DELLA PROSTATA. Una serie di appuntamenti, magari meno divertenti di altri, ma che non potevano mancare in una rubrica dedicata alla vita sessuale e alle malattie genitali di un maschietto: perché davvero, lo abbiamo visto, il cancro della prostata È LA MALATTIA PER ANTONOMASIA DI UN UOMO. Una malattia, ne abbiamo discusso nelle settimane scorse, diffusa, purtroppo molto diffusa, subdola e mortale, per la quale, tuttavia, la scienza ci ha messo a disposizione molte ed efficaci armi.

Cancro della prostata, le cure

Oggi sono disponibili molti tipi di trattamento per il tumore della prostata, ciascuno dei quali presenta benefici ed effetti collaterali specifici. Solo un’attenta analisi delle caratteristiche del paziente (età, aspettativa di vita, ecc.) e della malattia (sua gravità) permetterà allo specialista urologo di consigliare la strategia più adatta e personalizzata e di concordare la terapia anche in base alle preferenze di chi si deve sottoporre alle cure, che sono molte. Esaminiamole:

  1. Intanto cominciamo con il ricordare come il cancro della prostata sia un tumore che progredisce in maniera molto lenta. A tal punto che in alcuni casi, soprattutto per pazienti anziani o con altre malattie gravi, o nel caso di tumori di piccole dimensioni e con basso rischio, si può anche arrivare a scegliere di NON ATTUARE NESSUN TIPO DI TERAPIA E “ASPETTARE”: è quello che gli anglosassoni chiamano WATCHFUL WAITING, una “VIGILE ATTESA” o “VIGILANZA ATTIVA” che non prevede trattamenti, ma solo controlli abbastanza frequenti (PSA, esame rettale, biopsia) che permettono di controllare l’evoluzione della malattia e verificare eventuali cambiamenti che meritano un intervento.
  2. Quando, invece, ed è quello che in genere accade, si parla di terapia attiva la scelta più frequente spesso è la CHIRURGIA con l’intervento chiamato PROSTATECTOMIA RADICALE consistente nella rimozione dell’intera ghiandola prostatica e dei linfonodi della regione vicina. Grazie ai notevoli miglioramenti degli strumenti chirurgici, oggi l’intervento di rimozione della prostata può essere effettuato in MODO CLASSICO (con il bisturi…), per via LAPAROSCOPICA, o attraverso la laparoscopia ROBOT-assistita. Non sono interventi scevri da conseguenza, in primis la frequente IMPOTENZA (eh sì: un bel problemino, ma può intervenire la andrologia…) e, meno male più raramente, l’INCONTINENZA URINARIA.

A fronte di questi problemi va però anche detto che la chirurgia, qualunque sia la strada eseguita, viene considerata un intervento risolutivo. Insomma non è uno scherzo ma DAVVERO TI SALVA LA VITA. Questo naturalmente, se la malattia risulta confinata nella prostata e non ha già dato metastasi.    Per i tumori in stadi avanzati, il bisturi da solo spesso non riesce a curare la malattia e vi è quindi la necessità di associare trattamenti come la radioterapia o la ormonoterapia.

  1. Per la cura della neoplasia prostatica è stato dimostrato che anche la RADIOTERAPIA è efficace nei tumori di basso rischio, con risultati simili a quelli della prostatectomia radicale.
  2. Un’altra tecnica radioterapica che sembra offrire risultati simili alle precedenti nelle malattie di basso rischio è la BRACHITERAPIA, CHE CONSISTE NELL’INSERIRE NELLA PROSTATA PICCOLI “SEMI” CHE RILASCIANO RADIAZIONI.
  3. Quando il tumore della prostata si trova in stadio metastatico, a differenza di quanto accade in altri tumori, la CHEMIOTERAPIA NON È IL TRATTAMENTO DI PRIMA SCELTA e si usa solo POCHE volte e in pazienti selezionati.
  4. Si preferisce invece la TERAPIA ORMONALE. Questa ha lo scopo di ridurre il livello di testosterone – ormone maschile che stimola la crescita delle cellule del tumore della prostata – molto efficace (effetti collaterali: calo del desiderio sessuale, vampate tipo menopausa) ma purtroppo in medi asolo per un paio di anni.
  5. Nel tempo sono state anche proposte terapie alternative come la CRIOTERAPIA (eliminazione delle cellule tumorali con il freddo) e HIFU (ULTRASUONI focalizzati sul tumore), oggi quasi completamente abbandonate (salvo futuri ritorni di fiamma che non sono una rarità nella storia della medicina).
  6. Sono inoltre in fase di SPERIMENTAZIONE, in alcuni casi già molto avanzata, anche i VACCINI CHE SPINGONO IL SISTEMA IMMUNITARIO a reagire contro il tumore e a distruggerlo, e i FARMACI ANTI-ANGIOGENICI CHE BLOCCANO LA FORMAZIONE DI NUOVI VASI SANGUIGNI impedendo al cancro di ricevere il nutrimento necessario per evolvere e svilupparsi ulteriormente.

Insomma, cari maschietti: NO PANICH! Le frecce nella faretra degli urologi sono mole e molto efficaci, e quasi sempre il bersaglio lo centrano!

 

L’’AFORISMA (coraggiosamente determinato) DEL GIORNO: “…Il cancro è una parola, non una sentenza!” John Diamond

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Cancro della prostata da uomo a uomo prostata

ultimo aggiornamento: 27-06-2015


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