SERAVEZZA. Un’amichevole che si farà ricordare soltanto per la discussione piuttosto animata tra Sciapi e Rosati, che litigano per calciare il rigore procurato da Elefante. A porre fine alla disputa è capitan Reccolani. Il penalty lo batte e lo trasforma lui. Autorità e freddezza. Prendano appunto i giovani compagni. Pierini, affatto contento per il siparietto, dalla panchina, osserva.
Nel primo tempo il tecnico delle zebre schiera i titolari, con qualche eccezione: Fiale e Mariani ancora ai box, Bruzzi in panchina, Reccolani preferito a Gorelli. Rispetto alla prima uscita con l’Empoli debutto da titolari per Biggeri, Alagia ed Elefante. Baldini schiera un Seravezza sbarazzino e a chiara vocazione offensiva, con Barbetti in appoggio al tandem Mancini-Pegollo.
Proprio quest’ultimo sblocca una partita scialba e priva di contenuti nei venti minuti iniziali: l’attaccante approfitta di un malinteso tra Diana e Cipriani per depositare a porta vuota. Il Viareggio ha bisogno di un episodio per scuotersi: quello della mezz’ora, genera l’1-1. Storia già scritta, per altro. Elefante cade a terra, poi il rigore preceduto da quella scena evitabile. I locali potrebbero riportarsi avanti nel primo tempo, ma Mancini cestina due volte la palla del secondo vantaggio: prima si fa ipnotizzare da Cipriani, poi spedisce a lato di testa.
La ripresa è tediosa, avara di azioni e di emozioni. Solo una deviazione aerea di Visibelli – esterno della rete – fa gridare al gol. Ma è solo un’illusione ottica. Quarantacinque minuti animati soltanto dalla girandola di cambi, che sposta gli uomini dal campo alla panchina e viceversa, ma non gli equilibri. Le note liete riguardano principalmente il Seravezza, che contro una squadra di categoria superiore, non sfigura. Il Viareggio compie un passo indietro rispetto al primo tempo con l’Empoli. Solo una questione di stimoli?
