STAZZEMA. L’Amministrazione di Stazzema si unisce al ricordo dello scrittore e giornalista Manlio Cancogni, amante delle montagne stazzemesi, in particolare della Pania, che ha sempre definito il monte più bello che ha visto, e assiduo frequentatore dei borghi dell’Alta Versilia. Negli anni che seguirono l’alluvione presso l’Opera Pia di Pruno Cancogni ricevette le chiavi del Paese che aveva a lungo frequentato con lunghi soggiorni in gioventù. La comunità prunese si unisce al ricordo dell’Amministrazione Comunale.

“Ricordiamo il grande scrittore, il giornalista, la mente lucida che ha conservato il ricordo della Versilia per quasi un secolo e che ha portato in tutto il mondo il nome delle nostre comunità a cui era particolarmente affezionato. Nel 1997 dedicò un racconto “Caro Tonino” all’ alluvione che il 19 giugno 1996 devastò l’Alta Versilia, un ideale dialogo con l’urbanista Antonio Cederna, amico di una intera vita che gli chiedeva notizie, spiegazioni e giudizi sulla catastrofe e notizie sull’entità dei danni, luoghi colpiti dall’ onda di piena, nomi e dislocazione di passi montani, paesi, cave, torrenti. L’alluvione diventa l’occasione per Cancogni per parlare di ricordi paesani tramandati da generazioni, aneddoti, come i gelati confezionati con la neve raccolta nelle buche di quella Pania che ricordava spesso è l’ unica altura della Versilia con un nome femminile: “una regina fra i suoi servi”, e poi ancora il Procinto, il Matanna, il Nona, il Gabberi. Manlio Cancogni”, conclude il messaggio dell’Amministrazione Comunale di Stazzema, “ci racconta una Versilia antica che cerchiamo di preservare anche grazie al suo insegnamento e alle sue opere che hanno fissato per sempre questi posti e questi luoghi nella memoria universale dei tanti che hanno amato la nostra terra grazie ai suoi scritti”.

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ultimo aggiornamento: 02-09-2015


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