VIAREGGIO. “Non saprei dire quanto sia capace di amare Puccini come musicista e come personaggio a tutto tondo. Certo è che la mia vita musicale è stata segnata da questo compaesano e non perché compaesano, ma perché Puccini è indiscutibilmente uno dei più grandi musicisti della storia dell’Occidente ed uno dei più rappresentativi autori di Teatro di sempre”. Parole di Delfo Menicucci, tenore e grande amico (tra l’altro anche insegnante di Andrea Bocelli).

La prima opera lirica trasmessa in TV dalla RAI fu una Madama Biutterfly dall’Arena di Verona ed io la vidi, con mio padre che mi costrinse a seguire tutta l’opera spiegandomi passo per passo le vicende della povera Cio Cio San.
La prima opera cui ho assistito in teatro fu Tosca al Verdi di Pisa. La prima volta che ho messo piede in palcoscenico fu in una memorabile stagione al teatro del Giglio di Lucca, quella del ’74, che celebrava il cinquantesimo anniversario della morte del Maestro. In quell’occasione ebbi l’onore di far da comparsa in Boheme (che vide l’esordio di Josè Carreras) ed in Tosca (dove stetti al fianco di uno Scarpia d’eccezione, anche lui esordiente nel ruolo: Sesto Bruscantini).
La prima opera che ho organizzato è stata La Boheme. Il primo brano che ho diretto è stato “Crisantemi” nella versione per orchestra d’archi.
Da 20 anni insegno al Conservatorio di Milano nella stessa aula dove Amilcare Ponchielli insegnò al giovane Giacomo Puccini.
La presenza di Puccini nella mia vita musicale è semplicemente pregnante.

Giro il mondo a causa del mio mestiere di insegnante di canto lirico e dove vada vada, mi si chiede di Puccini, mi si domandano le tradizioni italiane legate all’esecuzione delle musiche di Puccini, mi si danno prove tangibili di quanto Puccini sia amato nel mondo. Per questo motivo le sue opere sono le più eseguite al mondo.
Poi mi guardo intorno e vedo il livello del festival dedicato a Mozart a Salisburgo, dove occorre un anno di tempo per prenotare biglietti. Vedo il ROF (Rossini opera festival) dove le esecuzioni dedicate al famoso pesarese sono di livello superiore a tutti i teatri del mondo. Vedo la stagione verdiana del Regio di Parma, con i migliori interpreti si possano immaginare e le rappresentazioni che registrano sempre il tutto esaurito. Vedo il festival di Bayreuth dedicato al genio di Wagner, le cui rappresentazioni sono tutte prenotate anche da due anni prima. Tutti questi teatri sono monografici, vale a dire in queste realtà si eseguono opere solo del musicista cui sono dedicate, proprio come Torre del Lago.

La domanda che sorge spontanea è questa: merita un festival all’altezza del suo nome anche Giacomo Puccini o no?
Io sono sicuro che la Fondazione abbia personale e strumenti eccelsi a curare maggiormente anche questo aspetto, per non parlare di maestranze, attrezzisti, coro ed orchestra. Puccini è una risorsa inestimabile del nostro territorio che tutto il mondo ci invidia, sarei curioso di assistere ai risvolti di una virata di obiettivi del Festival in tal senso . Io scommetto che questa ricetta si tradurrebbe immediatamente in aumento di flusso di presenze e di turismo.

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ultimo aggiornamento: 23-09-2015


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