FIRENZE. “In Commissione Sanità l’Assessore Saccardi ha riconfermato, in perfetta linea con il Presidente Rossi, le scelte contenute nella legge 28 del marzo scorso: accorpamento delle attuali aziende sanitarie locali in tre enormi e complesse aziende di area vasta, un controllo più diretto del Presidente regionale, nuovi esuberi del personale sanitario e tagli alle prestazioni pubbliche, ampiamente sostituite dalla cessione d’interi “pacchetti” alla sanità privata” dichiara il Consigliere Regionale Sì Toscana a Sinistra Paolo Sarti, membro della 3° Commissione.

“Il ricorso preferenziale al c.d. Terzo Settore è incomprensibile, si aiuta sempre più un’offerta privata, spesso inappropriata: a Firenze, per esempio, in tre anni ben 258 milioni, attraverso l’aumento dei volumi di attività di ricovero (644 posti letto) e le prestazioni ambulatoriali sulla diagnostica e la specialistica”. “Più che governare il processo ci sembra che Rossi e Saccardi vogliono dismettere interi pezzi del servizio sanitario a favore dei soliti noti”.

“L’unica novità, se vogliamo, è la decisione di individuare, nella proposta di legge – che sarà presentata al Consiglio nella prima metà del mese di novembre – i criteri per un accorpamento delle attuali trentaquattro zone distretto, in una logica, ancora una volta, meramente economica-finanziario” “L’obiettivo vero sono nuovamente i tagli, perfettamente in linea con la stagione nazionale di definanziamento del servizio sanitario, per costruire, anche in Italia, un sistema misto pubblico-privato, dove a trarne beneficio saranno soltanto le assicurazioni private e i fondi integrativi”.

“L’accelerazione di questa riorganizzazione, che proprio non ci piace e che ostacoleremo in ogni modo, è solo un goffo tentativo di evitare a tutti i costi il referendum abrogativo della legge regionale 28/2015 su cui sta crescendo esponenzialmente il desiderio di partecipazione dei cittadini nel difendere il diritto alla salute”. “Invitiamo pertanto tutti i toscani a recarsi a firmare presso i banchini attivi nelle piazze, oppure presso i Comuni di residenza, dove sono a disposizione i moduli: le firme per indire il referendum hanno superato le 30.000 e l’obiettivo delle 40.000 è vicino” – termina Sarti.

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ultimo aggiornamento: 14-10-2015


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