LUCCA. Il Corpo Forestale dello Stato, in collaborazione con la Unità Funzionale Sanità Pubblica e Veterinaria dell’USL2 di Lucca, ha  svolto, da maggio a settembre,  una campagna di controllo sulle strutture agrituristiche della provincia di Lucca, come ampiamente preannunciato sia agli operatori del settore sia all’opinione pubblica attraverso gli organi di stampa.

L’obiettivo dei controlli era principalmente la verifica della conformità degli esercizi di agriturismo che preparano e somministrano alimenti con la Legge Regionale Toscana n.30/2003 ed il relativo Regolamento di esecuzione n. 46R/2004.

Queste norme prevedono, a fronte di incentivi fiscali ed altre agevolazioni,  che negli agriturismi toscani debbano essere  utilizzate esclusivamente materie prime coltivate, allevate, raccolte e trasformate nel territorio regionale.

Lo scopo della legge è la valorizzazione e la promozione del prodotto locale che viene proposto come un valore aggiunto per tipicizzare  ed arricchire l’offerta turistica.

I controlli non avevano intenzioni repressive, ma piuttosto volevano stimolare negli operatori delle strutture coinvolte un coscienza ed una maggiore conoscenza delle norme da rispettare

Sono state selezionate le strutture con un elevato n. di coperti dichiarati e si  sono campionate tutte le aree della Provincia. Per la scelta degli agriturismi ci si è  avvalsi  del data base della Provincia di Lucca che sancisce tutti gli operatori del settore. Su 180 agriturismi dichiarati in attività  sono stati controllate 7 strutture (pari a circa il 5%) scelte tra le più significative e ripartite tra la Piana di Lucca (3), la Media Valle (2) e la Garfagnana (2).

Durante le ispezioni, effettuate senza preavviso, e’ stata verificata anche la tracciabilità dei prodotti somministrati, il rispetto delle  norme igienico sanitarie ed edilizie ed il rispetto del Reg. CEE relativo alla registrazione delle imprese.

forestaleDal campione di verifiche effettuato è risultata la totale disapplicazione della L.R. 30/2003, in quanto in tutte le ispezioni è stata rilevata la presenza di alimenti NON di origine toscana, e la mancata informazione ai consumatori sull’origine degli ingredienti.

Nel 90% dei casi delle non conformità contestate è stata applicata l’istituto della “diffida”, come previsto dalla L. 116/2014, che consente all’operatore di regolarizzare la difformità, previa verifica da parte dell’organo di controllo entro 20 giorni dalla prima contestazione: quando  la verifica da’ esito positivo (con ritiro dei prodotti alimentari non conformi) NON è prevista alcuna sanzione. Tutte le verifiche da noi effettuate hanno dato esito positivo per cui l’unica sanzione comminata sulla base della L.R.30/2003, di 333 euro, è stata elevata nel solo  caso dove abbiamo riscontrato che il prodotto non conforme era già stato somministrato. Pertanto, in base alla normativa regionale vigente gli operatori non hanno subito penalizzazioni economiche, ma solo un richiamo all’utilizzo dei prodotti locali, così come previsto.

Invece gli altri controlli correlati, sul  mancato rispetto di altre normative o Regolamenti CE, quali quelli relativi alla  tracciabilità dei prodotti, alla registrazione delle imprese, a difformità edilizie o igienico sanitarie, hanno portato ad elevare sanzioni per oltre 10.000 euro, a due sospensioni dell’attività, una parziale e una totale, entrambe poi revocate, e ad una comunicazione di notizia di reato all’autorità giudiziaria.

Sulla base di questi risultati, non certo confortanti, unitamente  all’importanza economica e di immagine che il  settore oggetto dei controlli riveste,  si richiede una maggiore attenzione da parte degli operatori al rispetto delle normative di settore, la cui corretta applicazione verrà costantemente verificata dal Corpo Forestale.

 

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agriturismo controlli cronaca forestale Regione Toscana

ultimo aggiornamento: 15-10-2015


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