VIAREGGIO. C’è chi chiamerebbe in causa il destino e chi, invece, si limiterebbe a parlare di pure coincidenze. Ognuno il rapporto con l’imponderabile lo vive a modo proprio. Eppure – e su questo niente da discutere – a volte il calcio regala storie dal risvolto così romantico che quasi sarebbe un delitto se non si tramutassero in realtà. Quando, dieci minuti dopo l’inizio del secondo tempo, Alessandro Pierini ha avanzato Francesco Mariani, è cambiata la partita. E con essa chissà, forse pure la stagione.

Il numero 10 sulle spalle non era abituato ad averlo, perché per caratteristiche è abituato a fare altro. Ha raccolto l’eredità pesante di quel fuoriclasse assoluto che porta il nome di Angelo Buglio. E nello stadio della sua città, Montecatini, Mariani ha dato connotati nuovi ad un match nel quale il Viareggio sembrava spacciato e dal quale, invece, è uscito vittorioso. Un gol, almeno altre tre conclusioni e tanta sostanza. A due passi dal campetto in sintetico intitolato a suo nonno Amos, che ha vestito le maglie di Juve, Fiorentina, Milan, Napoli, Lazio e pure quella della Nazionale, primo in assoluto tra gli abitanti della città termale.

Generoso in campo, emotivo fuori. Incapace di restare indifferente di fronte al brutto e pure al bello che le zebre hanno mostrato al Mariotti: “Questa vittoria deve rilanciarci, deve essere l’inizio di una nuova stagione – ammette -, noi ce la mettiamo sempre tutta in settimana per preparare bene ogni partita, cerchiamo di farlo con la massima convinzione. Il primo tempo preferisco non commentarlo, c’è poco da dire: eravamo spaesati, non riuscivamo a ripartire né a creare superiorità in mezzo al campo. Abbiamo giocato male tutti, io per primo”.

E poi, cos’è cambiato? Lecito domandarselo, perché dagli spogliatoi è uscito un Viareggio diverso. “Noi dovevamo prenderci i tre punti a tutti i costi, ovunque avessimo giocato. Ovviamente fa piacere che sia accaduto a casa mia, ma se non avessimo vinto non avremmo più potuto sperare di puntare a qualcosa di più”.

La maglia bianconera come una seconda pelle anche per uno che, come Mariani, la indossa da poco più di una stagione: “In Serie D purtroppo capita che si palesi qualche lacuna mentale, specie se nel gruppo ci sono molti ragazzi che non sono abituati alle pressioni. Noi “vecchi” abbiamo il compito di trascinarli e ci siamo riusciti. Giocare per il Viareggio per me è uno spettacolo, stesso discorso per i miei compagni. Lo sappiamo, ogni domenica dobbiamo dare sempre qualcosa in più, perché chi ci affronta lo fa sempre per vincere. Succedeva anche l’anno scorso. Dobbiamo giocare da provinciale”.

Un furore agonistico, quello di Mariani, dettato da quel pallonetto spedito fuori contro la Pianese allo scadere: “Ho ripensato tutta la settimana a quell’errore. Mi ha dato ancor più cattiveria per far meglio contro il Montecatini”.

 

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ultimo aggiornamento: 19-10-2015


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