LIDO DI CAMAIORE. “Quando ho aperto quella stanza e visto le coppe e le foto di mio padre a testa in giù mi è preso un colpo al cuore….”. Ha gli occhi lucidi Gloria Maffei, figlia del campione viareggino di salto in lungo Arturo: la carriera sportiva e la vita di suo papà sono finite dentro un ammasso di scatoloni in una stanza del nuovo comando della polizia municipale.

Riavvolgiamo il nastro: alcuni anni fa Arturo Maffei donò all’amministrazione comunale i suoi trofei e le preziose foto della sua partecipazione ai Giochi olimpici di Berlino del 1936. Inizialmente sistemati allo stadio dei Pini ai tempi del meeting di atletica leggera, i cimeli furono ricollocati in municipio nel corridoio che porta all’ufficio del sindaco. Adesso, però, l’attuale amministrazione ha deciso di smantellare la teca e di trasferire tutto all’ex tribunale, che oggi ospita i vigili urbani. Un “trasloco” di cui la figlia di una delle leggende dell’atletica leggera italiana era ignara: “L’ho appreso dai giornali, non sapevo nulla. Sono andata al comando dei vigli urbani e mi hanno detto che i cimeli erano conservati in una stanza chiusa a chiave”.

Gloria prova anche a mettersi in contatto con il sindaco Giorgio Del Ghingaro: “Gli ho scritto chiedendo un incontro per avere spiegazioni. E lui, gentilmente, mi ha risposto che era disposto a prendere un appuntamento, con tanto di numero di telefono della sua segretaria”. La figlia di Maffei decide di divulgare la notizia ai giornali: “Non cercavo visibilità, ero solo felice che qualcuno mi avesse dato attenzione. Del resto, la vicenda era ormai diventata pubblica”. Ma il sindaco, evidentemente, non ha apprezzato. “Mi ha scritto facendomi notare che avevo trasmesso alla stampa un colloquio che lui riteneva privato e se n’è uscito con un ‘Mi dispiace, buona giornata’. Credendo di averlo messo in difficoltà e di aver commesso un errore gli ho mandato ben due messaggi di scuse con molta umiltà: da quel giorno non ho più avuto notizie da lui”.

Gloria è poi ritornata nuovamente al comando dei vigili. “Ho chiesto che mi aprissero la stanza. Pensavo che avessero preparato una teca come in municipio. E invece ho visto tutto ammucchiato alla rinfusa in quegli scatoloni: medaglie, foto e coppe erano in preda alla polvere. E pensare che mio padre le lucidava ogni due giorni… Sono stata male nel vederlo trattato così: siamo stati offesi tutti e due. Ma non se lo merita: lui amava la sua città. E difatti ho subito contattato il presidente del Coni Giovanni Malagò”.

Foto www.fidaltoscana.it
Foto www.fidaltoscana.it

E adesso? “L’unica risposta che ho avuto dal Comune è l’idea di costituire il museo dello sport viareggino“, prosegue Gloria. Ma accanto a lei il figlio, che si chiama Arturo come il nonno, scuote la testa: “Non lo faranno: dove li trovano i soldi?”. “Io chiedo soltanto che vengano messi in sicurezza e ricollocati in municipio”, aggiunge lei. “Se questo non sarà possibile me li riprenderò per restituirli solo quando il museo verrà realizzato per davvero. E a questo punto tolgano pure la targa sulla pista di atletica dello stadio dei Pini: mi par di capire che ormai non interessa più ricordarlo…”.

Piccola proposta: sarebbe carino non solo rimettere a posto i trofei di Maffei, ma anche organizzare un’iniziativa per il 2016 in occasione dei Giochi olimpici di Rio de Janeiro e dell’ottantesimo anniversario dell’edizione di Berlino. Sempre che a qualcuno in Comune interessi…

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ultimo aggiornamento: 19-10-2015


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