LIDO DI CAMAIORE. Tra i consiglieri comunali di Viareggio è stato tra i primi, se non il primo, a interessarsi del caso dei cimeli dell’olimpionico Arturo Maffei, rimossi da un corridoio del municipio per essere ammucchiati in uno scatolone all’ex tribunale negli uffici della polizia municipale: Alessandro Santini si è messo in contatto con Gloria, figlia del viareggino che sfiorò il podio olimpico ai Giochi di Berlino del 1936, e ha dato voce alla sua rabbia nei confronti dell’amministrazione comunale.
“L’ex sindaco Luca Lunardini mi ha raccontato l’iter della collocazione della bacheca con tutti i trofei e le foto di Arturo”, esordisce Santini. “Quei cimeli erano conservati allo stadio dei Pini, ma a seguito della promozione in Serie C2 dell’Esperia Viareggio fu necessario liberare alcune stanze. Lunardini pensò che per coppe e medaglie non si sarebbe stato posto migliore del municipio e del corridoio che porta all’ufficio del sindaco, in modo tale che chiunque passasse di lì potesse ammirare un pezzo di storia di Viareggio.
“Fu un lavoro lasciato a metà, perché a quella vetrina mancava l’illuminazione. Però era sicuramente un buon inizio: Viareggio dava il giusto riconoscimento a un suo concittadino che le ha dato lustro”.
A Santini non va giù l’annuncio da parte dell’attuale giunta di voler costituire un museo dello sport. Non per l’idea in sé, “che fu partorita anni fa dall’allora assessore allo sport Antonio Nicoletti”, quanto perché “da allora è rimasta un sogno: non esistono un progetto, non ci sono i soldi. Mi sembra inutile spostare quei cimeli se il museo ancora non esiste: mi sa di presa in giro e di profonda offesa per la famiglia Maffei che aveva dato fiducia al Comune, affidandogli cose di valore inestimabile come i ricordi di un padre.
“Personalmente sono sconcertato. Spero che il sindaco torni sui propri passi, si scusi con la famiglia e restituisca il giusto onore a questo nostro, grandissimo campione”.
