VIAREGGIO. Visto il grande successo di pubblico della mostra “Ottone Rosai alla GAMC.
Cartoni dei dipinti murali della stazione di Firenze Santa Maria Novella”, curata da Alessandra Belluomini Pucci, la Galleria d’Arte moderna e Contemporanea Lorenzo Viani di Viareggio ne proroga la chiusura, inizialmente prevista per il 31 dicembre, a domenica 3 aprile 2016. Le opere di Rosai, concesse in prestito dall’Ente Cassa di Risparmio di Firenze, restano così esposte di fronte ai dipinti realizzati da Lorenzo Viani per la stazione di Viareggio. A confronto due grandi autori del Novecento toscano che con le loro produzioni hanno celebrato l’italianità attraverso la narrazione della civiltà contadina e del mondo del lavoro. L’iniziativa è finalizzata alla valorizzazione dell’opera di Lorenzo Viani e del corpus dei suoi lavori di proprietà del Comune di Viareggio, la raccolta pubblica più importante dell’artista.

In Galleria prosegue anche, sino al 12 luglio 2017, la mostra “Segno, gesto, materia. Esperienze europee nell’arte del secondo dopoguerra. Opere della donazione Pieraccini”, organizzata all’interno del progetto TOSCANA ‘900 PGM per proporre un nuovo allestimento più moderno e intuitivo che sappia guidare i visitatori alla scoperta dei tanti tesori custoditi alla GAMC. La collezione, in gran parte di artisti italiani e dell’Europa occidentale attivi fra la fine del XIX secolo e gli inizi del XXI, racconta la biografia di Giovanni Pieraccini, giornalista e politico del Partito socialista Italiano, e di sua moglie Vera. Si è formata attraverso viaggi, incontri e alcuni nuclei ruotano intorno a Viareggio – città natale di Giovanni – e a Roma – città di adozione della coppia. ll primo nucleo si forma a Viareggio negli anni Trenta del ‘900 con l’acquisto di un’opera di Lorenzo Viani (I quattro vageri). Nel 1948 Pieraccini viene eletto deputato nel PSI e si trasferisce nella capitale. Nel frattempo conosce l’antiquario Giacomo Prandi che introduce in Italia le opere grafiche dei grandi maestri dell’arte europea: così ha inizio la raccolta di grafica.

Il 20 dicembre, alle ore 16.30, come ogni terza domenica del mese, gli Amici del Museo organizzano una visita guidata gratuita alla scoperta del nuovo allestimento e alla mostra “Ottone Rosai alla GAMC”. Informazioni allo 0584 581118 o a [email protected].
OTTONE ROSAI ALLA GAMC
Cartoni dei dipinti murali della stazione di Firenze Santa Maria Novella

Sono molte le analogie e le affinità tra i due Maestri che la GAMC mette a confronto in questa esposizione. Da un lato i due grandi cartoni Campagna toscana e Case di Villamagna realizzati da Ottone Rosai per la stazione dì Firenze, dall’altro le imponenti tele Lavoratori del marmo in Versilia e Lavoratori del porto e partenza del marinaio di Lorenzo Viani per Viareggio. Si tratta di significativi esempi, tra l’altro contemporanei, di importanti opere pubbliche cittadine – le stazioni appunto – impreziosite dai dipinti di due dei maggiori artisti toscani del periodo.

Il processo di modernizzazione architettonica e urbanistica, promosso negli anni Trenta, modifica sostanzialmente il volto delle città secondo le nuove direttive del Regime attraverso la realizzazione di grandi opere: tra queste, significativo esempio di architettura Razionalista in Italia, la stazione Santa Maria Novella di Firenze, progettata dal “Gruppo Toscano” guidato da Giovanni Michelucci fra il 1933 e il 1935. Nello stesso periodo Viareggio viene identificata come “città nuova”, alla quale le istanze dell’architettura di regime possono facilmente ridisegnare il volto, non solo attraverso un nuovo piano regolatore, ma anche con grandi progetti come l’apertura della autostrada Firenze-Mare, inaugurata nel 1932, che collega il capoluogo toscano con il litorale. La realizzazione della nuova stazione ferroviaria, inaugurata il 13 giugno 1936, e progettata dall’architetto Roberto Narducci, funzionario del Ministero delle Comunicazioni, corrisponde alla volontà del regime di dotare Viareggio di un edificio monumentale per accogliere gli ospiti in arrivo, a testimonianza della vocazione turistica e balneare del capoluogo della Versilia, connessa storicamente al mare e all’estrazione del marmo.

Nel 1935 Mario Tinti pubblicava il volumetto L’architettura delle case coloniche in Toscana, illustrato con 32 disegni a carboncino di Ottone Rosai, raffiguranti case e paesaggi della campagna fiorentina. Si deve forse alla sintonia dei temi se sarà proprio Rosai ad affrescare con i “paesaggi toscani” le pareti del buffet della nuova stazione fiorentina di Michelucci, curatore, nel 1932, di una serie di lezioni sulla casa colonica alla facoltà di Architettura di Firenze.
L’indagine delle architetture del paesaggio toscano è stato uno degli elementi a cui fu dato rilievo nell’ambito della ricerca di una via italiana al razionalismo europeo. I dipinti di Rosai, Campagna toscana e Case di Villamagna, vengono così ad inserirsi, con le innumerevoli fotografie a formato gigante delle varie località d’Italia presenti nella galleria di accesso ai binari, nella esplicita valorizzazione dell’italianità. La riscoperta della poetica della civiltà contadina, risvolto colto della politica del “ritorno alla terra” adottata dal regime, viene celebrata per la prima volta nel settore delle arti figurative fiorentine. Al tema rievocativo del forte legame con la terra d’origine di Rosai, fanno da contraltare i due grandi dipinti Lavoratori del marmo in Versilia e Lavoratori del porto e partenza del marinaio dove Viani celebra il mondo del lavoro versiliese, come egli stesso descrive all’amico Plinio Nomellini: “Dopo un anno e più che non toccavo i colori in 19 giorni mi sono intrippato otto metri per due di tela: cave, bovi, cavatori, portatrici di pane, trabaccolari, marinai, donne e ragazzi e la Darsena tutto a grandezza del vero…” (lettera a Nomellini 16 aprile 1936).
L’impaginazione prospettica che Viani conferisce all’opera Lavoratori del marmo in Versilia corrisponde al legame antichissimo che gli uomini e le donne della costa hanno con il mondo del lavoro fatto di fatica, di vita e di morte. Raggiunta ormai l’estrema maturità della sua produzione artistica – muore il 2 novembre del 1936 – la struttura compositiva adottata dall’artista viareggino riflette l’abbandono della rappresentazione della umanità tragica a vantaggio di una visione pittorica celebrativa. Dei due grandi Maestri del Novecento Toscano – Rosai elogia Viani scrivendo “È stato il maestro di tutti noi” – si riscontra sempre la profonda coerenza di un approccio culturale e la condivisione di un “comune sentire” allora pienamente operante e che la sensibilità moderna non riuscendo più a produrre può solo ammirare.
Segno, gesto, materia. Esperienze europee
nell’arte del secondo dopoguerra. Opere della donazione Pieraccini

Delle tremila opere della galleria, provenienti da donazioni di privati e dalle acquisizioni del Comune di Viareggio, più di duemila vengono dalla donazione Pieraccini. La collezione, in gran parte di artisti italiani e dell’Europa occidentale attivi fra la fine del XIX secolo e gli inizi del XXI, racconta la biografia di Giovanni Pieraccini, giornalista e politico del Partito socialista Italiano, e di sua moglie Vera. Si è formata attraverso viaggi, incontri e alcuni nuclei ruotano intorno a Viareggio – città natale di Giovanni – e a Roma – città di adozione della coppia. ll primo nucleo si forma a Viareggio negli anni Trenta del ‘900 con l’acquisto di un’opera di Lorenzo Viani (I quattro vageri). Nel 1948 Pieraccini viene eletto deputato nel PSI e si trasferisce nella capitale. Nel frattempo conosce l’antiquario Giacomo Prandi che introduce in Italia le opere grafiche dei grandi maestri dell’arte europea: così ha inizio la raccolta di grafica.

Il nuovo allestimento della GAMC riguarda una selezione di cento opere della donazione Pieraccini e delinea un articolato percorso all’interno del vasto panorama artistico europeo tra il sesto e l’ottavo decennio del Novecento. Il progetto espositivo fornirà al visitatore gli strumenti critici più idonei e aggiornati per orientarsi in tale universo pulviscolare, per cui non è possibile parlare di ‘movimenti’, ma di manifestazioni autonome scaturite da nuovi paradigmi espressivi.

(Visitato 436 volte, 1 visite oggi)
TAG:
Arte Cultura dipinti eventi gamc mostra ottone rosai

ultimo aggiornamento: 16-12-2015


Image consulting, lezione (gratis) di stile a Lido di Camaiore

Del Ghingaro incontra il nuovo dirigente del commissariato