COLLE VAL D’ELSA. La faccia è un’altra, l’umore pure. Lorenzo Benedetti si sta abituando a conoscere tutte le sfumature emotive di un gol. Perché non è mai stato un attaccante dalla media realizzativa eccessivamente alta. Ma da quando la sua seconda vita in bianconero è iniziata, ha smentito se stesso con tre centri in quattro partite. Con certi pensieri si convive piacevolmente e la voglia di non allontanarli, ma farli propri per un periodo il più lungo possibile è fortissima: “Non mi sono fissato un obiettivo – ammette -, mi impegno ogni giorno per migliorare e ripagare la fiducia di Carnesalini. Venivo da un periodo in cui giocavo poco, adesso sono qui, so di avere delle responsabilità ma penso a riprendermi la Lega Pro, magari con questa maglia”.

Una frase simile l’aveva pronunciata già il giorno del suo arrivo, un mese fa. Coerenza da premiare ed una condizione psicofisica finalmente al top: “Io leggo poco i giornali, non mi faccio influenzare da ciò che viene scritto di buono e meno buono sul mio conto. Volevo questo gol perché c’era da chiudere la partita, l’avessi segnato prima sarebbe stato meglio. Peccato per il rigore sbagliato, ma dovevamo vincere con le buone o con le cattive”. Già, il rigore. Benedetti coi tiri dagli undici metri ha un feeling particolare, però: “Io sono arrivato per ultimo, ci sono altri tiratori”.

Trovare i destinatari delle dediche post gol inizia a diventare esercizio complesso: “Va al gruppo, che in settimana ha lavorato splendidamente e, come sempre, a mia cugina Sara”.

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ultimo aggiornamento: 17-01-2016


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