Quarta puntata con la storia del Festival di Burlamacco, la competizione canora ideata e organizzata dal movimento I Carnevalari: oggi ripercorriamo l’edizione andata in scena nel 2010.
In principio furono nove. Poi dodici. Successivamente diciassette. E ora diciannove. Nei primi quattro anni la voglia di partecipare al Festival di Burlamacco cresce esponenzialmente: quasi una ventina di proposte inedite giunge all’attenzione dei Carnevalari nel novembre 2009, a pochi mesi da un nuovo capitolo del concorso che ha l’ambizione di lanciare i cantanti più promettenti.
Dopo tre anni consecutivi il Festival si è ormai ritagliato il proprio spazio all’interno del calendario delle iniziative del Carnevale. Aumentano le aspettative e, con loro, l’esigenza di innalzare la qualità delle canzoni in gara. Ecco perché i Carnevalari decidono di nominare un’apposita commissione tecnica – la compongono il cantante Antonio Melani, il dj Francesco Ciucci Ienco e il direttore d’orchestra Valerio Galli – che dovrà valutare i 19 brani presentati e provvedere, laddove si rendesse necessario, a una scrematura in vista delle serate dal vivo.
Alla fine, a essere eseguite giovedì 14, venerdì 15 e sabato 16 gennaio al Teatro Jenco saranno 15 canzoni: di queste, sette saranno presentate la prima sera e le restante otto in quella successiva, mentre tutte sono in scaletta per il gran finale. Al quartetto formato da Luca Bonuccelli, Tiziana Gragnani, Paolo Jellersitz e Andrea Paci è affidata ancora una volta la conduzione del Festival tra siparietti e ospiti d’onore.
La partenza è lanciata: nella serata di giovedì viene tributato un (doveroso) omaggio ad Antonio D’Arliano e Alfredo Pardini prima che salgano sul palco Jacopo Allegrucci e i fratelli Umberto e Stefano Cinquini per svelare i retroscena della vita da carrista. Ma la vera curiosità arriva dalla partecipazione dei bambini: a esibirsi ci sono anche gli alunni della scuola “Paduletto” di Camaiore. Il Festival, insomma, varca persino i confini prettamente cittadini.
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Un copione simile si ripete il giorno successivo, con il ricordo di Giovanni “Menghino” Lazzarini, Alfredo Morescalchi e Sergio Baroni e con il carrista Emilio Cinquini e il mascheratista Alessandro Servetto a raccontare qualche aneddoto. E un’altra scuola camaiorese, la “Carducci”, porta vecchie canzoni di Carnevale dentro il teatro.
Con la terza e ultima serata il Festival completa il suo climax: prendono il microfono i costruttori Massimo Breschi e, soprattutto, Arnaldo e Fabrizio Galli, si esibiscono la scuola di ginnastica Rosso di San Secondo e le compagnie teatrali Banda di Matti, Combriccola del Piazzone e Darsenasciò e c’è spazio pure per Guido Niccolai, figura indispensabile che tiene i rapporti tra il Carnevale e i vertici regionali della Rai.
E poi ci sono le premiazioni: Egisto Olivi è il presidente della giuria che incorona Daniele Toscano e Cristiano Fubiani, interpreti della canzone “Viareggio t’ho nell’anima” scritta da Massimo Domenici e Andrea Passaglia, nuovi vincitori del Festival di Burlamacco e pure del Premio Ghilarducci. Dietro i due assi pigliatutto si piazzano Luca Del Carlo, autore e interprete di “Viareggio così bella”, e Silvia Barbieri e Lorenzo Fiorentino con “Sognando Viareggio”. Menzione speciale, infine, per Vasco Lari, per l’inedita coppia Matteo Cima-Valentina Lottini e per il giovanissimo (appena 15 anni) Alessandro Pasquinucci.
Ascolta le canzoni del Festival di Burlamacco 2010
Il più bell’attestato di stima per i Carnevalari e per la loro creatura arriva proprio dai giurati che, una volta calato il sipario, riveleranno di aver avuto un compito ingrato perché più di una canzone avrebbe meritato il successo.
Viareggio t’ho nell’anima,
Viareggio sei una favola,
ma a scriver su una pagina
l’amore che ho per te
mi perdo fra le maschere,
i pinugliori e le chiacchiere,
domani ci riprovo solo se
ti fai trova’ alla Zattera
sennò io vengo in Darsena
e son sicuro lì ritrovo te.
(si ringrazia Luca Bonuccelli per le foto)
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