LIVORNO. Trentadue ore di presidio davanti al tribunale di Livorno per dire no alla sentenza che ha permesso il licenziamento di Riccardo Antonini, il ferroviere che il 7 novembre del 2011 ha perso il posto di lavoro per violazione del codice etico dell’azienda dopo essersi schierato a fianco dei familiari delle 32 vittime della tragedia di Viareggio. Nel corso del presidio stato distribuito un volantino dal titolo: ‘No alla sentenza-reato contro Antonini, l’unica lotta persa quella che si abbandona’.
“Siamo qui – ha detto Antonini – per ribadire il fatto che la sentenza nei miei confronti, che mi ha confermato il licenziamento per aver violato l’obbligo di fedeltà, la riteniamo una sentenza ingiusta e illegittima. Primo perchè offende la città di Viareggio e i familiari delle 32 vittime della strage ferroviaria. Poi perchè una sorta di istigazione nei confronti di chi gestisce le aziende a far sì che la sicurezza diventi una cenerentola, considerando il fatto che in ferrovia, dal 2006 al 2014, sotto la gestione Moretti hanno perso la vita 56 lavoratori sui binari delle ferrovie italiane e considerando anche che nel 2015 c’è stato un incremento del 140% di vittime rispetto al 2014 sui luoghi di lavoro in Toscana”.
“Pensiamo che sentenze come queste contribuiscono a penalizzare fortemente la sicurezza e la salute sui luoghi di lavoro. Siamo qui – ha concluso – per manifestare e protestare contro questa sentenza all’insegna del fatto che l’unica lotta persa è quella che si abbandona”.

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