VERSILIA. “Rinnovare ai balneari italiani per 75 anni le concessioni esistenti, come hanno già stabilito le norme approvate in Spagna e Portogallo, dando ai gestori uscenti il diritto di prelazione”. E’ quanto chiede una mozione presentata al Consiglio regionale della Toscana dal consigliere Marco Stella (Forza Italia), e che verrà presentata dai gruppi di FI in tutti i Comuni della Regione, con il coordinamento del sindaco di Pietrasanta Massimo Mallegni, vicecoordinatore vicario di Forza Italia Toscana. La mozione “impegna il Consiglio regionale a richiedere al Governo Italiano di fissare come primo punto del prossimo incontro del Consiglio d’Europa, organismo principale di Indirizzo delle politiche comunitarie, la soluzione della vicenda Bolkestein”.

“In Portogallo nel 2007, recependo la direttiva Europea 2000/60/CE – spiegano Stella e Mallegni – è stato approvato il Decreto legge n. 226-A/2007 attuativo della Legge n. 58/2005 (Lei de Agua) dove all’articolo 21 comma 7 troviamo il diritto del concessionario uscente ad essere preferito rispetto ad altri concorrenti (è lo stesso articolo che la Commissione Europea ha fatto abrogare all’Italia con la procedura di infrazione del 2009); il rinnovo prevede la durata delle concessioni esistenti fino a 75 anni. Nessuna procedura d’infrazione è stata posta in essere per il Portogallo dal 2007 ad oggi. Stessa cosa in Spagna, dove la ‘Ley de Costas’ del 2013 prevede una proroga secca da 30 a 75 anni delle concessioni in essere, senza procedure di evidenza pubblica imposte invece per l’Italia praticamente nel corso dello stesso periodo temporale. Nessuna procedura d’infrazione è stata adottata per la Spagna dal 2013 ad oggi”.
“In Italia, invece – sottolineano i due esponenti di Forza Italia – i balneari vivono il periodo più incerto e buio della loro secolare storia arrestando gli investimenti, a causa del clima d’incertezza creatosi, a discapito anche di un miglioramento dell’offerta turistica complessiva del nostro Paese. Vorremmo ricordare che si tratta di un comparto economico forte di 30mila imprese in Italia, almeno 300.000 posti di lavoro diretti, di cui il 30–40% gestito da donne. Con l’indotto, oggi in crisi perché il settore non investe visto il clima di incertezza normativa, superiamo sicuramente il milione di posti di lavoro. Per questo motivo è urgente che il Governo intervenga in maniera decisa al prossimo Consiglio d’Europa”.

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