Più che un Carnevale, una pagliacciata

VIAREGGIO. Sovvertire i normali valori, ribaltarli, giocarci su a Carnevale può anche essere normale. Ma la mancanza di rispetto no, quella non è tollerata. E invece oggi, a Viareggio, il rispetto è mancato.

E’ mancato nei confronti dei carristi, delle maschere e dei figuranti, dei trattoristi e dei movimentisti, di chi insomma tutto l’anno lavora per questa manifestazione. Prima si decide – causa una grave pecca nell’organizzazione, quella di non aver pensato alla scorta della polizia municipale – di far uscire le costruzioni sui viali a mare alle 11.30 del mattino. Quando già tutte le previsioni meteo, tutti i tg nazionali, parlavano di pioggia battente sull’intera costa tirrenica della Toscana, e di vento forte. In barba alla previsioni da palazzo delle Muse garantivano: “Schiarisce, il cielo si apre”. Persino contro l’evidenza di una pioggia battente e di alcuni carri che perdevano pezzi (e si registra anche un ferito) dalla Fondazione confermavano: il corso si fa. Fino ad un’ora dall’inizio, poi dietrofront. E i carri, mezzi distrutti dal maltempo, possono anche tornare in Cittadella.

Il rispetto è mancato nei confronti di chi era venuto a Viareggio per assistere al Carnevale. Che il corso non si sarebbe tenuto è stato comunicato solo un’ora prima dell’orario previsto per l’avvio. Perché? Per cercare di racimolare qualche ultimo spicciolo al botteghino? A poco vale, alle 17,30, avvisare che chi ha comprato il biglietto può utilizzarlo sabato prossimo. Chi è venuto oggi in città, se ne va bagnato e deluso, non torna sabato prossimo. L’ingresso sarà anche gratis per loro, ma l’autostrada, la benzina, il pranzo e il cena e l’hotel lo pagherebbero due volte. Il biglietto sarà anche rimborsabile, ma la fila per ottenere il rimborso in Fondazione sta facendo infuriare ancora di più chi, arrivato da Milano, ora è in fila per riprendersi i soldi di uno spettacolo che non ha visto.

Da anni si parla del Carnevale di Viareggio come di una manifestazione di carattere internazionale. Ma la realtà è ben lontana dai discorsi. Le maestranze, chi dedica passione, amore e lavoro al Carnevale sì, lo meriterebbe di sicuro, di avere un palcoscenico internazionale. Ma l’organizzazione resta quella di una grande sagra paesana, né più né meno.

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