VIAREGGIO. Accogliendo un suggerimento della Fillea Cgil Riccardo Tarabella propone di attivare a Seravezza un corso di studi professionali superiori in “Coltivazione e lavorazione dei materiali lapidei”. Un indirizzo all’avanguardia, tra i pochi in Italia, che punterà alla valorizzazione dei pregiati marmi della Versilia, alla sicurezza sui luoghi di lavoro e alla salvaguardia dell’ambiente, alla conservazione e alla trasmissione del patrimonio di esperienze maturato nei secoli nelle nostre cave, alla formazione di personale specializzato nelle lavorazioni ad alto contenuto tecnologico e nella commercializzazione del prodotto lapideo italiano nel mondo.

«Sono tante le idee meritevoli di attenzione che sto raccogliendo in queste settimane dal mondo del volontariato, del lavoro e della società civile», dice Tarabella. «In una recente occasione il segretario provinciale della Fillea Cgil Leonardo Quadrelli ed i suoi collaboratori mi hanno parlato del vecchio sogno del sindacato di dar vita a Seravezza a una scuola professionale del marmo. L’ho colta come una volontà forte di tenere duro, di lottare per il futuro del lapideo in un momento di difficoltà e per questo ho deciso di inserirla nel mio programma elettorale. Seravezza ha le carte in regola per diventare uno dei centri d’eccellenza della formazione professionale specializzata in Toscana. Ha già un corso di studi in ambito turistico-alberghiero (da sostenere e qualificare ulteriormente) e presto potrebbe avere un indirizzo tutto nuovo dedicato al lapideo. Se sarò sindaco, uno dei miei primi passi sarà quello di dar vita a un tavolo tecnico con amministrazione provinciale, istituto professionale, imprese e sindacati per studiare il progetto e attuarlo nei tempi più rapidi. Il settore lapideo vive un momento delicato, è vero, ma le esigenze di manodopera specializzata da parte delle aziende non sono venute meno. Soprattutto in Versilia dove si concentrano le lavorazioni di pregio e a maggior valore aggiunto, sia in ambito industriale che artigianale. C’è poi da considerare che l’età media dei circa 1000 addetti della Provincia di Lucca supera i 50 anni: si pone quindi l’esigenza di un progressivo e qualificato ricambio, sia in cava che nelle unità produttive al piano. C’è bisogno di giovani che conoscano bene i materiali, in particolare le pregiate varietà versiliesi, che sappiano operare con macchine a controllo numerico e robot sempre più sofisticati, che conoscano e rispettino le normative sulla sicurezza nei luoghi di lavoro e sulla tutela dell’ambiente. Non ultimo, servono ragazzi che sappiano sostenere le imprese, soprattutto le piccole realtà artigiane, nella promozione e nella commercializzazione dei loro prodotti».

Il corso di studi in “Coltivazione e lavorazione dei materiali lapidei” è previsto dal Ministero dell’Istruzione come opzione dell’indirizzo “Produzioni industriali e artigianali” degli Istituti Professionali. Ad oggi non risulta attivo in nessuna scuola, ma partirà con certezza ad Apricena (Foggia) e a Tivoli (Roma) dal prossimo anno scolastico. Il Ministero ha introdotto il corso riconoscendo che i processi produttivi della filiera del marmo richiedono competenze “diversificate, orientate in particolare all’innovazione tecnologica delle metodiche e delle macchine per la fase di escavazione (riferita al processo industriale) e competenze per l’ideazione, la realizzazione e la commercializzazione del prodotto (riferite al processo artigianale)”. Il corso quinquennale permette agli studenti di imparare, tra l’altro, a scegliere e utilizzare le materie prime, a selezionare e gestire i processi di produzione e le relative tecnologie, ad innovare e valorizzare, sotto il profilo creativo e tecnico, le produzioni artigianali e le lavorazioni industriali tipiche del territorio, ad utilizzare tecniche tradizionali di lavorazione artistica e industriale per la realizzazione di prodotti lapidei secondo stili innovativi.

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ultimo aggiornamento: 08-03-2016


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