VERSILIA. Gli antibiotici usati nel terzo trimestre di gravidanza aumentano il rischio di broncospasmo nell’infanzia, secondo una ricerca italiana pubblicata su una prestigiosa rivista scientifica mondiale, l’European Respiratory Journal. Il broncospasmo (o wheezing, sibili e fischi al torace) è una condizione frequente nel lattante e nel bambino piccolo, dato che colpisce quasi un bambino su 10. L’effetto degli antibiotici assunti in gravidanza è molto dibattuto.

Gli autori della ricerca hanno esaminato oltre 3500 mamme e i loro bambini, della coorte “Ninfea” e hanno valutato l’assunzione di antibiotici in gravidanza nel 1° e nel 3° trimestre, e la frequenza di broncospasmo nei bambini fino all’età di 18 mesi. Essi hanno valutato anche molti fattori detti “confondenti” che potrebbero spiegare l’aumento di rischio di broncospasmo trovato nei figli delle mamme che hanno assunto antibiotici, compresi l’età, la scolarità, l’abitudine al fumo, l’uso di altri farmaci, le infezioni durante la gravidanza e la condizione di asma nella mamma, e la presenza di altri fratellini, e hanno poi condotto una rigorosa analisi statistica. I risultati non hanno dimostrato nessuna evidenza di associazione tra uso di antibiotici nel primo trimestre e broncospasmo, una volta tenuto conto dei fattori elencati sopra. Viceversa, l’eccesso di rischio di broncospasmo persisteva nei figli delle mamme che avevano assunto antibiotici durante il 3° trimestre.

Il Dr Luigi Gagliardi, Direttore dell’UO Pediatria dell’ospedale Versilia, uno dei coordinatori dello studio, dichiara: “I nostri risultati dimostrano che buona parte dell’aumento di rischio di wheezing nei figli di mamme che hanno assunto antibiotici in gravidanza in verità è dovuto alle condizioni materne che hanno condotto all’uso dei farmaci, in particolare le infezioni materne, e non agli antibiotici stessi. Tuttavia anche l’ampio numero di fattori esaminati non è stato in grado di spiegare l’aumento nel caso in cui la mamma assuma antibiotici durante il 3° trimestre. Questo risultato è molto importante dato che il broncospasmo ricorrente nel bambino è un condizione importante che può essere legata a problemi respiratori futuri. Il meccanismo ipotizzato è quello che l’uso di antibiotici modifica la flora batterica intestinale materna, e questo può modificare la risposta immunitaria del bambino rendendolo più suscettibile alle infezioni. Sulla base di questo e di altri dati, riteniamo che sia necessario eseguire ulteriori ricerche sul questo argomento, visto l’impatto del broncospasmo sulla salute infantile e poi adulta.”

DOMANDE E RISPOSTE

Direbbe che prendere antibiotici nel 1° trimestre è perfettamente sicuro? E nel secondo?
Noi abbiamo dimostrato che l’uso nel primo trimestre non è associato a sintomi “asmatici” nei bambini, ma è necessario rendersi conto che la iperprescrizione di antibiotici è uno dei più importanti problemi di salute pubblica.Uno dei limiti del nostro studio è l’incompleta informazione sull’uso di antibiotici nel secondo trimestre, e per questo purtroppo non possiamo fornire dati sul questo periodo.

Cosa suggerirebbe alle donne che sono nel terzo trimestre di gravidanza e che richiedono antibiotici? Il rischio di broncospasmo nei figli è così grosso che dovrebbero evitare di assumere antibiotici?
I nostri risultati non devono scoraggiare dall’uso di antibiotici quando c’è una vera necessità medica. Nel nostro studio noi vediamo che anche le infezioni materne aumentano il rischio di broncospasmo indipendentemente dal fatto di essere trattate con antibiotici o meno. A questo punto dobbiamo ricordarci che quando gli antibiotici sono realmente necessari, fanno più bene che male, per cui devono essere prescritti alle donne incinte anche nel terzo trimestre, se esiste un’indicazione appropriata. Dovrebbero però essere usati per la durata più breve possibile.

Quali complicazioni possono verificarsi nei bambini con wheezing?
Gli attacchi transitori di wheezing nei bambini sono molto frequenti, e di solito sono causati da infezioni respiratorie. Nella maggior parte dei casi, questi attacchi scompaiono entro l’età scolare e non portano a nessun problema in età adulta. Tuttavia, i bambini che continuano ad avere broncospasmo durante l’età pediatrica hanno maggior probabilità di sviluppare asma. E’ difficile prevedere cosa succederà ad un bambino in seguito, basandosi sui primi anni di vita, e il ruolo degli antibiotici (se c’è) nello sviluppo di asma deve ancora essere chiarito.

Che cosa è la coorte Ninfea?
Una coorte è un insieme di persone che vengono seguite nel tempo per osservare la loro salute; nel nostro caso si tratta di mamme (reclutate in gravidanza) e i loro bambini, che vengono seguiti nel tempo. Raccogliendo molte informazioni su condizioni, esposizioni e esiti, permettono di arricchire la nostra conoscenza per quanto riguarda fattori che influenzano la salute.
La coorte Ninfea, iniziata nel 2005, raccoglie oltre 7500 mamme e i loro bambini seguendone i partecipanti a partire dalla gravidanza; scopo dell’iniziativa è di migliorare la conoscenza dei fattori che a partire dalla gravidanza, e in seguito alla nascita e durante l’infanzia influenzano la salute dei bambini. La sua particolarità è di essere una coorte esclusivamente raccolta tramite Internet. E’ la più grande coorte-nascita italiana e una delle più grandi coorti-nascita europee, e la prima coorte mondiale reclutata e seguita tramite Web. Coordinata dall’Università di Torino, ha visto una partecipazione importante di mamme toscane e versiliesi. Il progetto NINFEA contribuisce dunque in maniera importante al progresso delle conoscenze sulle cause delle malattie e alla condivisione dei risultati ottenuti fino ad oggi con la comunità scientifica internazionale. Questi nuovi saperi si possono tradurre in azioni concrete di prevenzione, per migliorare la salute e il benessere delle donne e dei loro bambini. Inoltre in futuro il progetto NINFEA potrà studiare i fattori di rischio precoci per la salute dell’adulto.

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ultimo aggiornamento: 09-03-2016


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