Davvero strano lo sport: per anni provi a conquistare (invano) un trofeo, magari ci arrivi vicinissimo (vedi due finali scudetto perse nel 2012 e nel 2015) e per questo piangi a dirotto, in preda alla disperazione. E poi, in otto giorni, alzi al cielo Euro Winners Cup e Coppa Italia. Che meraviglia questo Viareggio gladiatorio e mai domo, capace di battere la Sambenedettese in finale (7-6) nonostante si sia trovato quasi sempre sotto nel punteggio.

Non c’era Ramacciotti (squalificato), Valenti era in panchina solo per far numero, bloccato da problemi fisici. Eppure i bianconeri non hanno mollato di un centimetro, ogni volta che la Samb tornava in vantaggio loro ripartivano a testa bassa rigettando a priori l’idea di tornare a rivivere quelle sgradevolissime sensazioni provate in passato.

Si sbagliava chi pensava che l’ultimo atto della Coppa Italia fosse una passeggiata, convinto che i marchigiani fossero meno competitivi rispetto alle stagioni scorse.

Un primo tempo di sofferenza, con la Samb avanti tre volte grazie a Lucas e alle due griffe di Bruno Novo. Non erano bastati il tap-in di Gori ed il colpo di testa di Simone Marinai su angolo del fratello Stefano.

Una frazione centrale densa di contenuti. E di gol. Quando Addarii ha siglato il 4-2, qualche brutto pensiero nella mente dei bianconeri si è generato. È bastato ricordarsi che là davanti c’è un giocatore col 10 sulle spalle che risponde al nome ed al cognome di Gabriele Gori. Un rigore ed una frustata aerea per ristabilire una parità cestinata da Lucas e dal suo bolide sul quale Carpita non è riuscito a mettere una pezza.

Il piazzato, letale e a suo modo beffardo, di François ha permesso al Viareggio di riacciuffare nuovamente la Sambenedettese e pure di scavalcarla all’alba del terzo tempo con la rovesciata capolavoro del solito Gori, resa vana dall’incontenibile Lucas. Da lì in poi, agonismo e vigore, equilibrio e pathos.

I tre minuti di extra time potevano sembrare l’ormai consueto preludio ai rigori, scene dominanti nella Euro Winners Cup. Non in questa finale di Coppa Italia, merito del tocco da bomber di razza di Gori (204 firme in bianconero). Prima e dopo il gol (decisivo) del 7-6 la Samb ha colpito due legni e maledetto la sorte.

Trepidazione, adrenalina e infine estasi. Il Viareggio gode ancora, per la seconda volta in otto giorni. Con buona pace (mica tanto) di chi non lo credeva possibile.

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ultimo aggiornamento: 05-06-2016


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