“Gli occupanti non sono un problema per Viareggio”

“Dove sta l’interesse della amministrazione viareggina nell’attacco sistematico a quelli che vengono definiti occupanti ancora non si è capito”. A parlare è Jan Vecoli, segretario versiliese di Rifondazione Comunista. “Va completamente invertita la tendenza ad identificare gli occupanti come un problema per la città e vanno invece valorizzate le esperienze di occupazione e di autorecupero come un momento di ricchezza sociale”.

“Gli esempi che provengono dall’estero e dalle grandi realtà urbane dovrebbero essere presi come un esempio illuminante per far fronte al disagio sociale e all’emergenza abitativa. In queste realtà sono state riconosciute e regolarizzate le situazioni che a Viareggio vengono definite ‘illegali’.

Due sono i casi emblematici a Viareggio che richiederebbero una riflessione approfondita da parte di chi ha la responsabilità del governo della cosa pubblica – il ‘Matteotti occupato’ e il Sars. In questi due casi si sono messi in pratica autorecuperi di strutture pubbliche che erano fatiscenti e che sono state ristrutturate a fini abitativi, sociali e ludici.

“Sono azioni di cittadinanza che si riappropria di spazi abbandonati e che costituiscono una ricchezza per la città che è fatta da chi la abita e che vanno difese e promosse, soprattutto perché si sostituiscono direttamente a quelle che sono le mancanze delle amministrazioni che si sono succedute, sono piani di inclusione sociale e di diritto all’abitare, anche costituzionalmente sanciti, che costituiscono dei presìdi multiculturali di straordinaria importanza.

“A quanto ci è dato di sapere, al Sars è stato chiesto di pagare gli arretrati di un canone mai concordato ma soprattutto è stato detto che questo non regolarizzerà la posizione e che il futuro per quel centro sociale è lo sgombero. L’impressione che si ha è che su quell’area ci siano interessi privati.

“Sarebbe invece socialmente innovativo che quell’area fosse data in uso proprio a chi in questi anni ne ha impedito il definitivo abbandono, vale a dire gli stessi occupanti del Sars oltre alle altre associazioni, tra le quali il gattile e l’associazione degli alpini, coinvolgendoli in un progetto di autorecupero dell’area.

“A volte invertire il punto di vista e il concetto di ‘legalità’ aiuta a far vivere meglio coloro che poi, nei fatti, la città la abitano e la vivono. Ci auguriamo che le voci di sgombero e di vendita di quell’area siano infondate, in caso contrario saremo al fianco di queste realtà nel difendere gli spazi che non definiremmo occupati, ma liberati dall’abbandono e dal degrado”.

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