3 agosto 1996: è il giorno della finale del torneo di calcio delle Olimpiadi di Atlanta. Dalla pancia del Sanford Stadium di Athens escono i giocatori di Argentina e Nigeria preceduti dalla terna arbitrale. Il cranio completamente calvo del direttore di gara non lascia dubbi: è l’italiano Pierluigi Collina il fischietto designato per la gara che assegna la medaglia d’oro.

Per Collina, bolognese di nascita e viareggino d’adozione – è iscritto alla sezione Aia locale -, si tratta del primo, grande incarico: ha debuttato da arbitro internazionale appena un anno prima e già si ritrova a dirigere l’incontro di una competizione che, per quanto snobbata da certi calciatori, fa pur sempre parte dell’evento sportivo per antonomasia.

Collina è l’unico italiano presente ad Atlanta e, assieme ad altri cinque colleghi, ha l’onore di arbitrare sia nel torneo femminile – dirige la partita del girone eliminatorio tra Stati Uniti e Cina, che poi si sfideranno nuovamente in finale – che in quello maschile: qua la prima gara assegnata è Spagna-Arabia Saudita, con gli iberici che in attacco schierano due giovani di sicuro avvenire come Raúl e Fernando Morientes.

È poi protagonista di un curioso siparietto in Nigeria-Giappone, seconda gara della fase a gironi ad essere affidata alla sua direzione: assegna un rigore a favore della formazione africana, in vantaggio per 1-0 e lanciata verso il passaggio del turno, ma una volta che Augustine “Jay-Jay” Okocha gonfia la rete dal dischetto non convalida il gol e fa ripetere l’esecuzione. Motivo? Il fantasista nigeriano rallenta vistosamente la rincorsa al momento di calciare il pallone fino a fermarsi: tutto da rifare, con Okocha che cambia angolo ma sigla comunque il raddoppio.

Il torneo maschile prosegue con i quarti di finale e Collina è subito protagonista di un match a suo modo storico, quello tra Francia e Portogallo, con i lusitani che vincono al golden gol: è la prima volta che questa regola viene applicata ai Giochi olimpici.

Complice la clamorosa eliminazione dell’Italia al primo turno, poi, il fischietto di Viareggio diventa uno dei papabili per la direzione della finalissima. E così sia: a lui il compito di dare il via alle ostilità tra la favorita Argentina e la sorprendente Nigeria che ha eliminato il Brasile. I sudamericani partono fortissimo grazie a una perfetta combinazione tra due giovani attaccanti che faranno fortuna in Serie A – Hernán Crespo crossa, Claudio López finalizza -, ma gli africani annullano il vantaggio con un colpo di testa di Celestine Babayaro.

L’Argentina si riporta in avanti a inizio ripresa con lo scatenato Crespo, già acquistato dal Parma, che trasforma un calcio di rigore. Il finale è rovente come le temperature del torrido pomeriggio di Athens: la Nigeria acciuffa ancora il pari con Amokachi e nel finale, proprio allo scadere, Amunike gira in porta una punizione di Oruma in posizione di sospetto fuorigioco.

Attorno a Collina si forma un capannello di giocatori argentini, ma lui è inflessibile: il gol è regolare. E, soprattutto, regala alla Nigeria e al calcio africano in generale una storica medaglia d’oro che interrompe la lunga egemonia di nazionali europee e sudamericane.

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ultimo aggiornamento: 03-08-2016


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