Prima o poi doveva accadere. Come è giusto che fosse perché non si può andare contro la storia e la tradizione consolidata da settanta edizioni: ieri (15 ago) lo striscione di arrivo della Firenze-Viareggio è tornato a Viareggio in piazza Mazzini, dopo che per tre anni era emigrato a Lido di Camaiore a causa delle incomprensioni e dispettucci fra organizzatori e amministratori pubblici viareggini e camaioresi. Capita.

Insomma la Firenze-Viareggio – nata nel 1946, per festeggiare il secondo Ferragosto dopo le tragedie della guerra e sostenere la voglia di rinascita del paese e dei giovani – riprende il suo palcoscenico naturale anche se le prime edizioni della rassegna ciclistica per dilettanti avevano avuto l’epilogo lungo la via Marco Polo e non di fronte alla Passeggiata. Altri tempi ma la stessa passione. Passione che ha sempre visto in prima fila i dirigenti fiorentini dell’Aurora, autentici trascinatori dell’evento.

Quella passione (condivisa anche ad un piccolo gruppo di sportivi viareggini) che porterà quasi duecento corridori a partire presto da Firenze, sobbarcarsi un bel po’ di chilometri, un paio di salite (l’ultima, il Pedona, potrebbe essere ancora il trampolino di lancio del vincitore) e arrivare levate intorno a mezzogiorno di fronte a migliaia di persone che incorniceranno piazza Mazzini. Il vincitore avrà la possibilità di gioire a braccia alzate: per tutti, comunque, applausi.

Accadde anche nel 2009 e fu un’edizione particolare rivista con gli occhi di oggi: sette anni fa, il vincitore della Firenze-Viareggio (fa un certo effetto scoprirlo casualmente, almeno per noi, spigolando nell’archivio) fu il giovane e promettente polacco Rafal Majka.

Quel Rafal Majka che pochi giorni fa è stato protagonista nella prova olimpica su strada a Rio de Janeiro che passerà alla storia non solo per il successo del belga Van Avermant ma per la rovinosa caduta di Vincenzo Nibali a pochi chilometri dall’arrivo in odore di successo: Majka è salito sul gradino più basso del podio vincendo la medaglia di bronzo e regalando al suo paese una grande soddisfazioni. Riviste le cronache del 2009 della Firenze-Viareggio, non mancano le lodi per il vincitore definito una sicura promessa dotato di classe e di grande tenuta. Detto e fatto.

Sempre in tema di Olimpiadi e di Firenze-Viareggio vale la pena ricordare un altro episodio: nel 1992, la prova in linea a Barcellona vide il successo dell’azzurro Fabio Casartelli, lo sfortunato corridore che tre anni dopo sarebbe morto in gara al Tour de France nella discesa del Col d’Aspin.

Dieci giorni dopo la vittoria di Barcellona, Casartelli disputò la sua prima gara in Italia prendendo parte – ma quel giorno non fu protagonista – alla Firenze-Viareggio: per lui fu comunque un bagno di celebrità perché in piazza Mazzini dovette firmare molti autografi a giovani e giovanissimi appassionati di ciclismo. Oltre alle immancabili foto. Anche se non vinse (il successo andò a Luca Scinto, davanti ad Alessio Galletti: fra i protagonisti di quella edizione anche il viareggino Paolo Fornaciari), Casartelli si portò a casa la piacevole sensazione di essere diventato ‘qualcuno’ sulla scia del successo olimpico. Una gloria purtroppo effimera. La tragedia del luglio 1995 sul Col d’Aspin (Casartelli faceva parte della squadra di Armstrong) rimane una delle pagini più tristi e angosciose del ciclismo.

Nella storia della Firenze-Viareggio ci sono due successi di atleti versiliesi: nel 1988 il successo andò al camaiorese Gian Luigi Barsottelli; nel 1996, il primo posto fu appannaggio di Marino Beggi di Forte dei Marmi. Nei primi anni del terzo millennio piazzamenti per altri atleti locali: secondo posto per Vittorio Valle Vallomini nel 2001, terzo posto nel 2004 e secondo nel 2005 per Matteo Lasurdi.

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ultimo aggiornamento: 16-08-2016


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