“Arriva ora – si legge in una nota di Confcommercio Viareggio – la notizia della chiusura dello storico ristorante ‘Il pino sul tetto’, decisione presa dai proprietari in conseguenza delle condizioni di degrado in cui versa parte della pineta di ponente. Una scelta che colpisce ancor più profondamente perché va a toccare un’attività simbolo di Viareggio e che impone una riflessione sulla necessaria riqualificazione di questa zona, auspicata ormai da anni.

“Questa vicenda porta in luce gli sforzi delle attività presenti in zone teoricamente di grandissimo pregio ma spesso teatro di fatti di cronaca non edificanti, come sono attualmente le due pinete cittadine: aree che sono un valore aggiunto enorme per turisti e residenti per la loro eccezionalità e la gran varietà di attività possibili e che invece sono bersaglio di episodi di criminalità che nuocciono all’immagine di tutta la città.

“Ci rivolgiamo quindi al Prefetto, anche per far sentire la voce delle tante attività che lavorano quotidianamente nelle pinete e che offrono un servizio di qualità alle tante persone che comunque, e giustamente, non rinunciano a trascorrere il loro tempo in questi spazi meravigliosi. La Prefettura infatti è l’autorità competente per emettere i provvedimenti necessari a tenere la situazione sotto controllo, a tutela dei cittadini e delle aziende.

“Questa delinquenza, legata al mondo dello spaccio di droga ma non solo, va infatti combattuta con ogni mezzo: in alcune zone della città i commercianti si sono organizzati con un servizio di vigilanza privata per tutelare le attività contro furti e vandalismi ed i risultati si sono visti. Allo stesso modo andrebbe esteso un sistema di sorveglianza a tutte le zone sensibili della città, per ridare un senso di sicurezza e di controllo del territorio.

“Tutto però dovrebbe partire da una più ampia visione volta alla riqualificazione e alla fruibilità della zona: nel periodo invernale si potrebbe pensare ad esempio di riaprire via Capponi al transito delle auto, ovviamente in maniera filtrata e controllata, e chiedere alle attività in concessione di tenere aperto fino alle 22; in questo modo sarebbe incrementato il movimento e l’illuminazione, scoraggiando così i malintenzionati e migliorando la vivibilità dell’area.

“La chiusura delle attività commerciali in queste zone, come nel caso del Pino sul tetto, non fa altro infatti che peggiorare la situazione ed è necessario valutare tutte le proposte volte a ricreare le condizioni ideali per la ripresa delle due pinete ed a scongiurare questa emorragia di aziende che crea un danno incalcolabile alla città”.

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