“Razzisti sì, ma non tutti”

 Pubblichiamo, integrale, la lettera aperta del sindaco di Camaiore Alessandro Del Dotto sui ‘casi’ di questi giorni, dalle aggressioni in consiglio comunale alla caccia all’uomo di ieri sera.
“Il manicheismo è una pratica che non mi appartiene: tra il “tutto bianco” e il “tutto nero” c’è un mondo di sfumature che sono la bellezza della vita e che qualcuno come al solito ci fa perdere. “Personalmente, mi sento in grado di dare giudizi solo quando sono in una commissione d’esame all’Università e si parla di Diritto Amministrativo: parlo e mi faccio un’opinione, che esterno, solo quando sono sufficientemente sicuro di poterlo fare senza dire castronerie. Altrimenti sto zitto.
“Questa gara a creare tante armi di distrazione di massa dai reali problemi delle comunità di mezza Italia – un’Italia di scuole da curare, famiglie da sostenere, strada da asfaltare, depuratori da costruire, ambienti da risanare -, sport tanto di moda in politica, non mi appassiona.
“Non mi piace chi attacca i rifugiati, sempre e comunque: oggi tocca ai rifugiati, ma domani tocca a chi ha religioni diverse, orientamenti sessuali diversi, livelli di istruzione o reddito diversi.
Non mi piace chi risponde con una solita e sterile litanìa: “quelli sono solo/tutti razzisti”. 
“Credo che nessuno dovrebbe mai risparmiarsi per coscienza e buonsenso.
Non è tanto il tema dei rifugiati a preoccuparmi quanto l’epoca dei mancati diritti, nella quale viviamo: ci sono ancora abissali questioni irrisolte per garantire diritti a tutti eppure esiste qualcuno che guarda ai colori della pelle per non far vedere le grandi disuguaglianze che affliggono ancora la nostra società.

“Io non sono razzista.
Invece, proprio all’opposto, – per educazione familiare ricevuta, fede cristiana e per convinzione politica che il razzismo abbia dato abbastanza prova di sé coi forni e i numeri tatuati sulla pelle – posso definirmi fortemente preoccupato.

Sono preoccupato perché il fenomeno è globale e la politica internazionale non da risposte ed esistono partiti che pensano di fermare il vento delle migrazioni con le mani.
Sono preoccupato perché la legge tratta i rifugiati come un’emergenza mentre saranno la nostra quotidianità per i prossimi 15/20 anni.
Sono preoccupato perché questo Paese per il momento offre ben poche prospettive di lavoro e di crescita, italiani o no che siamo.
Sono preoccupato perché sento che serve una strategia di accoglienza e integrazione mentre nessuno ha ancora scritto niente in questo capitolo della storia italiana.

“Non gioco sulle parole: parlare alle preoccupazioni è lecito, metter su la fabbrica delle paure è inaccettabile, irresponsabile e dannoso.

“Ecco: il teatrino messo su dalla Lega Nord il 7 settembre scorso, insieme al suo candidato sindaco, l’altra sera in consiglio comunale, mirava a ritrarre una Camaiore razzista, pronta a cacciare l’invasore, magari armando qualche mano incosciente.
Eppure, solo una decina di quei 25 uomini e donne erano lì con intenti di discriminazione. Poi è chiaro che un manipolo di razzisti ha preso la scena, con aggressività verbale e offese, e ha fatto quel che ha fatto, politicamente coperto da chi ha ricondotto lo svilente episodio a un problema di gestione del Consiglio Comunale.
Eppure, conosco alcuni di quei volti ed erano volti che, come me, sono preoccupati ma non certo razzisti.
Un conto è la preoccupazione, cui la politica deve dare risposte.
Un conto è il razzismo, che la politica deve combattere e annientare.

“Non è da razzisti chiedere al Comune quanti migranti ci sono.
E’ da razzisti sparare numeri a casaccio per spaventare la gente e dire che siamo invasi.

“Non è da razzisti chiedere dove sono i migranti.
E’ da razzisti dire che sono ovunque e che ci rubano lavoro, casa, mogli, figlie…

“Non è da razzisti chiedersi quale futuro attende la nostra società.
E’ da razzisti dire che chi accoglie vuol far morire gli italiani e farli estinguere.

“Non è da razzisti aver previsto menu delle mense scolastiche che rispettino diete, religioni, convinzioni.
E’ da razzisti dire che tutti devono mangiare carne di maiale e adeguarsi ai gusti di questo o quello.

“Non è da razzisti fare un progetto di accoglienza basato su numeri precisi e non infiniti.
E’ da razzisti dire che non si deve accogliere sennò non si sa che fine faremo se iniziamo a farlo.

“Non è da razzisti accogliere e poi dire che non c’è più posto.
E’ da razzisti dire che non si accoglie nemmeno se ci fossero gli spazi.

“Non è da razzisti pensare che tutti hanno diritto ad avere un paio di mutande, una doccia, un po’ di sapone e un piatto di pasta, contraccambiando con lavori utili per la comunità che accoglie.
E’ da razzisti pensare che i rifugiati vadano emarginati, sistemati lontano dai centri storici, magari messi ai lavori forzati con la palla al piede e con la frusta dietro.

“Non è da razzisti preoccuparsi per i diritti di tutti coloro che, residenti da generazioni o rifugiati, abitano una terra.
E’ da razzisti mentire dicendo che i rifugiati hanno più fortuna e diritti di chiunque altro.

“Non è da razzisti pensare che un giorno i rifugiati possano tornare nel loro Paese, quando la politica internazionale sostenga democrazia e lotta alla povertà.
E’ da razzisti dire che devono tornare a casa senza dire che nei loro Paesi ci sono guerre, dittature, carestie, cambiamenti climatici che minacciano la vita di chiunque.

“Non è da razzisti chiedere di controllare e vigilare sulle persone che abitano o vivono un territorio.
E’ da razzisti alimetanre l’idea che le ronde o lo squadrismo siano la risposta che manca e che lo Stato dovrebbe dare.

“Non è da razzisti lamentarsi perché lo Stato non fa abbastanza per far conoscere i numeri delle minoranze o dei rifugiati.
E’ da razzisti pensare che chi è sconosciuto vada sempre marchiato per renderlo visibile come diverso, magari con una stellina colorata addosso.

“Non è da razzisti farsi delle domande perché preoccupati.
E’ da razzisti darsi e dare agli altri risposte con l’unico intento di spaventare, incrementare sentimenti di odio, mettere paura e poi inventarsi soluzioni che danno sicurezza in cambio di meno libertà e meno privacy.

“Nessuno potrà darmi del razzista perché, preoccupato, mi faccio domande; chi lo fa pone, a sua volta, le basi della discriminazione.
Ma nessuno pensi di trasformare le preoccupazioni in paure solo per aprire le fabbriche della discriminazione e provare a produrre consenso per progetti che limitano libertà di pensiero, religione, movimento, orientamento sessuale.
Questi sono due modalità estremiste e manichee, che distraggono da reali problemi e distruggono le comunità.

“Chiunque giocherà a dividere, troverà la ferma risposta della comunità più moderata e di buonsenso di cui mi sento parte, che crede ancora che, nella legittima preoccupazione, ci debba essere spazio per l’integrazione e per diritti degli uomini e delle donne tutti i figli di questo Paese, da quelli che ci sono nati a quelli che ci arrivano nel corso della vita”

avv. Alessandro Del Dotto, sindaco di Camaiore

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