Fabrizio Miracolo, ex presidente di Sea Ambiente, querela Alice Lepore, la presidente di Sea Risorse.

Lepore aveva a sua volta sporto denuncia contro il “collega” mesi fa.

Dopo la sentenza del Tar e il (temporaneo) annullamento delle elezioni, Miracolo e Lepore avevano lasciato la carica nel mese di luglio scorso. Solo Lepore però ha deciso di “tornare in sella” dopo l’arrivo del Commissario prefettizio.

Da lì prese vita una querelle tra i due sostenitori di Giorgio del Ghingaro in merito a un repentino implemento della raccolta dei rifiuti porta a porta in città.

Colpi a mezzo stampa che non hanno lesinato attacchi personali, che Miracolo definisce “lesivi alla persona”.

“Si legge nell’intervento – scrive nel testo della querela Miracolo, sostenuto dall’avvocato Ginevra Dal Torrione – che quella che riporto sarebbe “un’immagine mistificata della realtà che non solo è falsa ma oltretutto pugnala Viareggio alle spalle”; che l’ottica da me adottata sarebbe non obiettiva ma “strumentale”; mi si accusa di essere “rancoroso” e “autoreferenziale”.

Sostenere e far pubblicare a mezzo stampa che le mie opinioni in merito ad un fatto così rilevante per la comunità viareggina sono state rese a causa di rancori non meglio precisati e che sarebbero tese a pugnalare la città di Viareggio alle spalle, ha l’unico scopo di ledere la mia reputazione, veicolando nell’opinione pubblica un’immagine della mia persona che assolutamente non rispecchia la realtà dei fatti. Screditando peraltro il mio operato nella gestione di una società a partecipazione pubblica.

Il tutto non può certamente rientrare nell’ambito della norma di cui all’art. 21 Cost, la quale riconosce il diritto fondamentale alla libera manifestazione del pensiero.

Tanto meno può essere ritenuta operante la scriminante del diritto di critica politica.

Con riguardo alla fattispecie concreta in esame invero, non si può fare a meno di evidenziare il fatto che, sostenere che un soggetto pubblico, impegnato da anni nella politica locale, agisca con il solo fine di “pugnalare Viareggio alla spalle”, va ben al di là della critica socialmente e tradizionalmente accettata.

Non si comprende peraltro quale rancore, secondo la Sig.ra Lepore, dovrei provare stante il fatto che dalla carica che ricoprivo ho rassegnato liberamente le dimissioni.”

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