La delicatezza inquieta della neve nell’abbraccio dell’umanità, l’ultimo toccante romanzo di Matteo Righetto.

“Perché nella vita ci sono cose che si possono fare e cose che si devono fare”

“Dove porta la neve” è un delicato romanzo di Matteo Righetto che ha il candore, la forza ancestrale, la bellezza inquieta della neve. Protagonisti della storia sono Carlo, una persona affetta da sindrome di down quasi cinquantenne i cui giorni sono scanditi da abitudini e dalle visite alla madre ricoverata, e Nicola, un uomo di 74 anni, solo, appena licenziato dal lavoro saltuario di Babbo Natale in un centro commerciale. Durante il periodo natalizio i due si incontrano e per Carlo incontrare Babbo Natale è la realizzazione di un desiderio antico e genuino. I due così partono con una vecchia 124. Nel frattempo all’ospedale di Padova, la mamma di Carlo stringe un legame sempre più forte con Nora, una giovane volontaria, alla quale confida la propria storia e il legame drammatico con la neve dipanandosi tra ricordi, frustrazioni e sfide che hanno formato il suo carattere.

La neve era la cosa che amavo di più al mondo, ogni anno aspettavo con gioia la prima neve”.

Quotidianità e confronto tra generazioni

Nei racconti e nelle vicende dei personaggi emerge un’umanità sola e intenta a combattere con una piccola grande quotidianità fatta di dettagli che spesso incidono nella vita in modo irreversibile. Righetto ci regala quasi una fiaba per la delicatezza e lo stile narrativo, con il valore aggiunto delle grandi tematiche su cui focalizza l’attenzione come il confronto fra generazioni, la riscoperta dell’ascolto come atto relazionale, l’empatia e la solidarietà negli incontri casuali.

È un romanzo ben bilanciato: quattro protagonisti, due uomini e due donne, generazioni a confronto, che nel prezioso gesto della condivisione riescono a ritrovare l’entusiasmo di vivere.

In particolare la madre di Carlo emerge come una figura femminile capace di lottare fino all’ultimo e di amare la vita malgrado spesso gli accadimenti sono contrari ai propri sogni e desideri.

Un montanaro non molla mai. E’ proprio nei momenti più duri che si forgia il suo destino!

“Dove porta la neve” è una storia e un inno all’amore per la montagna e alle sue persone, con il coraggio umile di riportare al centro della narrazione gli abbracci, sia in senso fisico come quello che legherà Carlo con Nicola, sia quelli metaforici intrecciati dalle parole e dall’ascolto come tra Nora e la mamma di Carlo.

Sentì il forte desiderio di fargli un dono, anche a costo di mentire, ché le menzogne a fin di bene, esattamente come i romanzi, sono più pure di ogni verità.

 Profumo di Dickens

Il romanzo di Righetto, per l’intensità con cui scandaglia l’anima umana e per l’ambientazione natalizia, si inserisce nella tradizione dei Canti di Natale che da Dickens in poi hanno fatto delle festività l’occasione per ritrovare il contatto con sé e con gli altri in modo autentico, e lasciare che i piccoli grandi sogni si possano avverare spesso in modo inatteso.

La gente dice sempre: “Un abbraccio, ti abbraccio“, ma poi nessuno si abbraccia mai per davvero… Io vorrei vivere abbracciato!

Matteo Righetto, Dove porta la neve

Biografia – Matteo Righetto

Matteo Righetto (Padova, 1972) insegnante di lettere e opinionista culturale per “il Foglio”, ha esordito nel 2009 con “Savana Padana”. Tra i suoi romanzi “La pelle dell’orso” da cui è tratto il film di M. Segato con M. Paolini. Nel 2016 grazie al romanzo “Apri gli occhi” si è aggiudicato il premio Cortina d’Ampezzo, una menzione speciale al premio Campiello e una menzione al premio Rigoni Stern.

La recensione di questo libro è stata offerta dalla libreria La Vela di Viareggio.

 Dove porta la neve – Matteo Righetto –  Tea – 2017

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ultimo aggiornamento: 29-01-2017


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