Coppa Carnevale amarcord, 1981 – 1990

Viareggio

INIZIANO gli anni ’80, quelli passata alla storia per l’edonismo reganiano ma soprattutto per la caduta del Muro di Berlino, anticamera di una vera e propria rivoluzione nei paesi che una volta erano etichettati come quelli Oltrecortina (non la cittadina invernale italiana)… Insomma, cambiamenti radicali. Il calcio intanto continua a crescere. E non è da meno la Coppa Carnevale: la formula e soprattutto il numero delle squadre comincia ad essere non adeguata alle esigenze continue di internalizzazione del mondo del pallone.

33. EDIZIONE – 1981 – ROMA

C’è un’intrusa di lusso fra le squadre italiane, tutte bene equipaggiate, che arrivano a giocarsi il titolo: accanto a Roma, Juventus e Napoli ecco gli inglesi dell’Ipswich Town. Nei turni eliminatoria hanno fatto notizia soprattutto l’eleminazione del Milan (che schiera Filippo Galli e Evani) e della Fiorentina. La Roma va in finale superando la Juventus in semifinale; sul Napoli si abbatte il ciclone Mark D’Avray, gigantesco e prolifico bomber inglese.

LA FINALE: Roma-Ipwich Town 2-0

IL CAPOCANNONIERE: D’Avray (Ipswich) 7

IL GIOCATORE SIMBOLO: Righetti (Roma) Nell’incontro decisivo è l’arma che neutralizza il possente attaccante inglese: la grande prova alla  Coppa Carnevale diventa un trampolino di lancio per la sua carriera.

34. EDIZIONE – 1982 – FIORENTINA

Ancora sedici squadre e soprattutto una Roma (sulla rampa di lancio c’è Giuseppe Giannini, destinato ad una bellissima carriera) che punta al bis. I giallorossi non fanno però i conti con i lupi dell’Irpinia, l’Avellino rivelazione non solo in serie A ma anche alla Coppa Carnevale. La Lupa romana viene superata dai lupacchiotti dell’Irpinia. Alla fase finale arrivano Fiorentina, Avellino, Ipswich Town e Dukla di Praga.

LA FINALE: Fiorentina-Ipswich Town 1-0

IL CAPOCANNONIERE: Monelli (Fiorentina) e Marulla (Avellino) 3.

IL GIOCATORE SIMBOLO: Cecconi (Fiorentina) Segna il gol decisivo nella finalissima. Debutta in serie A e lascerà in futuro un altro segno importante vincendo da allenatore, alla guida dell’Empoli, la Coppa Carnevale.

35. EDIZIONE – 1983 – ROMA

La covata di lupacchiotti giallorossi continua a crescere e a lasciare il segno nonostante non manchino squadre di rango (dal Brasile è arrivato il Palmeiras) e provinciali baldanzose come il Catanzaro. Alla resa dei conti rimango in quattro: Roma, Fiorentina, Inter e Dukla Praga. I nerazzurri hanno un buon organico (svetta il difensore Ferri) ma contro i giallorossi nell’incontro decisivo vanno in bianco.

LA FINALE: Roma-Inter 2-0

IL CAPOCANNONIERE: Di Carlo (Roma) 4

IL GIOCATORE SIMBOLO: Giannini (Roma) Impressiona per l’eleganza con cui si muove in campo. Il futuro ‘principino’ dell’Olimpico incanta il pubblico: la Roma trova un leader per il massimo campionato.

36. EDIZIONE – 1984 – TORINO

Comincia l’epopea del Toro con un grande interprete in panchina: Sergio Vatta. Il settore giovanile granata è come un pozzo di petrolio vergine: continua a produrre anno dopo anno giocatori di qualità. Eppure la concorrenza non manca. Sulla panchina della Fiorentina c’è un giovane tecnico destinato a scrivere la storia del calcio: Arrigo Sacchi da Fusignano. Al gran finale arrivano Torino (Cravero, Osio, Francini), Napoli (Sormani, Carannante), Fiorentina (Carobbi) e Roma (Di Mauro, Di Livio e Desideri). Tanta roba.

LA FINALE: Torino-Napoli 1-0

IL CAPOCANNONIERE: Zennaro (Torino) e Martinovic (Dinamo Zagabria) 4.

IL GIOCATORE SIMBOLO: Francini (Torino) Difensore eclettico, brucerà le tappe diventando un cerbero non solo in serie A, prima a Torino e poi a Napoli, ma anche con la maglia della Nazionale.

37. EDIZIONE – 1985 – TORINO

L’onda lunga granata avvolge anche il torneo che vede la conferma degli arcieri inglesi del Nottingham Forest. Ma è soprattutto lo Spartak Mosca a impressionare sfiorando l’ingresso in finale. Fra le squadre italiana brilla ancora l’Atalanta che che arriva con Torino (sugli scudi Osio, Comi, Scienza, ArgentesI), Spartak Mosca e Roma alla fase finale della manifestazione. In panchina ci sono Capello (Milan) e Lippi (Sampdoria): in campo Costacurta e Maldini (Milan), Vialli e Mancini (Sampdoria).

LA FINALE: Torino-Roma 1-0

IL CAPOCANNONIERE: Comi (Torino) e Maurizi (Roma) 3.

IL GIOCATORE SIMBOLO: Vatta (Torino) Stavolta scegliamo l’allenatore: un vero santone del calcio non solo granata. E’ il più vittorioso in panchina nella storia della Coppa Carnevale.

38. EDIZIONE – 1986 – INTER

E’ costato quasi tre miliardi delle vecchie lire ma è al tempo stesso turturato da un doloroso infortunio. Roberto Baggio da Caldogno, futuro Divin Codino, debutta con la Fiorentina: segna e fa sognare. Ma i viola non arriveranno in finale, sconfitti dall’Inter. Le squadre straniere escono dopo la fase eliminarie: a giocarsi il titolo rimangono Fiorentina, Sampdoria, Milan e Inter.

LA FINALE: Inter-Sampdoria 1-0

IL CAPOCANNONIERE: Simonetta (Genoa) e Mandelli (Inter) 4.

IL GIOCATORE SIMBOLO: Pagliuca (Sampdoria) Nella finale è il migliore: le sue parate tengono in partita la Samp, la squadra dove scriverà pagine indimenticabile. Al torneo era in prestito dal Bologna.

39. EDIZIONE – 1987 – TORINO

E’ ancora granata il colore della vittoria. I ragazzi di Sergio Vatta (è la nidiata di Venturin, Bresciani, Lentini e Fuser) fanno piazza pulita dopo una partenza sofferta. Fra le squadre straniere, solo il Dukla Praga, supera il turno ma alla fase finale accedono, oltre ai granata, la Fiorentina, il Genoa e la rivelazione Vicenza che cerca di rinverdire i fasti biancorossi degli anni ’50.

LA FINALE: Torino-Fiorentina 4-1

IL CAPOCANNONIERE: Bresciani (Torino) 4

IL GIOCATORE SIMBOLO: Lentini (Torino) Un attaccante esterno devastante, uno dei grandi colpi di mercato del Torino. Alla Coppa Carnevale è la ciliegina sulla torta di una squadra fortissima.

40. EDIZIONE – 1988 – FIORENTINA

Avanza il calcio della provincia. E’ il Parma del patron Callisto Tanzi (in futuro delizia e poi croce dei tifosi ducali) che fa sognare:  anche in questa edizione, a parte un paio di squilli di tromba del Città del Messico e del Dukla di Praga, le formazioni straniere fanno tappezzeria. Alla fase finale arrivano Fiorentina (solida ma senza prime firme), Torino, Parma e Milan.

LA FINALE: Fiorentina-Torino 1-0

IL CAPOCANNONIERE: Baiano (Parma), Provitali (Roma), Ciucchi e Clementi (Fiorentina) 3.

IL GIOCATORE SIMBOLO: Fuser (Torino) Anche se i granata lasciano il titolo ai giovani viola, il centrocampista granata impressiona per qualità e quantitò di gioco. Arriverà lontano, prevedono i tecnici. Detto e fatto.

41. EDIZIONE – 1989 – TORINO

Il Torino si riprende lo scettro in un’edizione che passerà alla storia per una grande occasione sfumata – intesa come ingaggio a prezzi accessibili – da parte delle squadre italiane: nel Deportivo Italiano Buenos Aires brilla un giovane e potente attaccante, Gabriel Batistuta. Gli argentini vanno al tappeto ai calci di rigore con il Torino nei quarti dopo avere impressionato. Alla fase finale approdano Torino, Roma, Parma e Inter.

LA FINALE: Torino-Roma 1-0

IL CAPOCANNONIERE: Batistuta (Deportivo Italiano), Arnold (Stoccarda) e Melatinsky (Dukla Praga) 3

IL GIOCATORE SIMBOLO: Batistuta (Deportivo Italiano) Impressiona per la forza e per la generosità con cui gioca. Diventerà, soprattutto con la maglia della Fiorentina, un mito per la messe di gol realizzati in serie A.

42. EDIZIONE – 1990 – CESENA

E’ l’anno della svolta: il numero delle squadre partecipanti passa da 16 a 24. Ed è proprio una delle ‘nuove’ realtà del calcio nazionale a scrivere il suo nome sull’albo d’oro del torneo: il Cesena. I romagnoli si tolgono il lusso di eliminare la Juventus nella fase eliminatoria. Bologna, Fiorentina e Napoli sono le vittime successive. Fra i giocatori che brillano, spiccano i nomi di Albertini e Cappellini del Milan, Dino Baggio e Cois del Torino. Alla fase finale approdano: Napoli, Cesena, Fiorentina e Roma.

LA FINALE: Cesena-Napoli 1-0

IL CAPOCANNONIERE: Raimo (Avellino), Basciu (Fiorentina) e Cappellini (Milan) 3.

IL GIOCATORE SIMBOLO: Albertini (Milan) Non arriva in finale ma impressiona per la geometria e l’autorevolezza con cui gioca. Arriverà alla Nazionale: alla grande.

Ti protrebbe interessare

Via del Mare, le precisazioni del comune di Viareggio

Ultimi preparativi per il Longines Versilia Horse Show

Due titoli italiani per la Ginnastica Motto tra le Allieve Gold