Santa Mamma”, Giulio Cavalli.

Domani portate una vostra foto da piccoli, ci aveva detto la maestra. Forse prima elementare: di solito è lì che si inizia con la perversione dell’inculcare la meraviglia per la natura col diventare grandi… Io invece no. Io non ce l’avevo una mia foto da piccolo. Non l’ho mai avuta perché sono stato piccolo al massimo a due anni e mezzo.”

Carlo Gatti, settant’anni e una spiccata indole poetica e narrativa, racconta la sua storia. La sua storia che è la storia di molti: è un bambino adottato da una famiglia impossibilitata ad avere figli. Cresce nel piccolo paese di Terrazza, paesino vicino Lodi, nell’affetto smisurato della famiglia adottiva. Precoce e promettente pianista, studioso liceale, abbandona gli studi e le strade preconfezionate per andare a lavorare in un circo a conduzione familiare in cui impara a fare il clown. Durante uno spettacolo in Romagna la casualità lo fa diventare un eroe della legalità. Costretto a vivere sotto scorta, la sua vita viene sconvolta da un evento importante: la scoperta di avere un fratello figlio della stessa madre che lo aveva abbandonato e con il quale, nel dolore e nella gioia, riesce a saturare in parte il buco che da sempre divora la sua anima da dentro.

Sono nato con un buco che mi ha convinto che noi, della nostra razza dei bambini appaltati, non nasciamo puliti per poi sporcarci vivendo, ma nasciamo sporchi e passiamo tutta la vita con lo strofinaccio nell’impossibile impresa di riportarla linda”

Giulio Cavalli, che seguo da anni per il suo impegno sociale e civile attraverso racconti, opere teatrali, articoli, ci regala un romanzo sorprendente e spiazzante in cui possiamo ritrovare molto di lui. Partendo da suggestioni personali, la storia narrata coinvolge il lettore con un ritmo incalzante intercalato da momenti di grande lirismo poetico alternato a efficaci “fotografie” in forma di parole sulle contraddizioni del nostro Paese. È un romanzo forte e efficace che al contempo riesce a saturare i buchi che ognuno di noi si porta dentro e spalanca altre voragini. Il coraggio di raccontare una storia difficile, intima emerge in ogni parola così come la sorprendente capacità di rendere il racconto una trama universale che tocca le corde di molti.

Mi sono convinto, poi con gli anni, che il disegno di vita che ogni genitore cuce addosso ai propri figli abbia l’odore di un sopruso ma in realtà sia molto fragile: è il terrore di esaurire la propria funzione, come per gli innamorati terrorizzati dell’essere lasciati che si erodono lambendo”

Genitori e figli

Giulio Cavalli, Santa Mamma
Giulio Cavalli

Il libro di Cavalli è anche un libro sull’essere figli e genitori, al di là di etichette e situazioni. È un libro dove da una storia personale si sottolinea la difficoltà che ogni genitorialità comporta, ma anche l’enorme difficoltà di crescere tra il riconoscersi nelle aspettative degli altri e il lasciare spazio, spesso facendosi male o rischiando di prendere strade tortuose, alla propria autenticità. Così in una storia densa e particolare, l’autore ci offre una storia di dolore e gioia che accomuna tutti: quella per l’emancipazione di sé e la costruzione di una rete di affetti fuori da etichette e canoni.

Mentre tutti fissavano il palco vuoto noi ce la siamo brigata tutta nei cessi del camerino. Nel retroplaco c’è stato un via vai così intenso di bisogni e di persone che alla fine lo spettacolo ci è sembrato un imbroglio”

Stile pungente

Lo stile è cristallino, pungente, scorrevole, a tratti dolce-amaro, capace di commuovere e stimolare la riflessione. In una sorta di lungo monologo, attraverso gli occhi curiosi, investigativi, sensibili,consapevoli del protagonista il lettore è immerso in un continuo gioco tra lo sguardo nell’abisso interiore e quello fuori dalla finestra della quotidianità sullo sfondo di un paese che ha, ad esempio, ancora molto da sistemare in termini di percorsi sull’adozione, legalità, educazione, patologie psicologiche e scuola. Numerosi sono infatti i temi secondari che dalla storia principale si innestano come la cura dei talenti virtuosi in età precoce, la scuola, il clamore sulla creazione di personaggi trasformati in eroi nazionali in un grande circo mediatico, le strutture sanitarie per chi è divorato dal disagio psicologico e sociale. Una prosa schietta che si fa ricerca estenuante della parola esatta e onesta per farsi strada nel lettore.

Deve essere liquida la tristezza se a versarne un po’ per gioco o simulazione poi si finisce per berla.”

Un libro che buca l’anima e al tempo stesso accarezza, un libro che, come il protagonista, non si arrende né si stanca di mettersi in gioco nella consapevolezza di quanto ciascuno stia combattendo una propria battaglia personale.

Arrivato a settant’anni ho maturato l’idea che sia davvero importante essere gentili con tutte le persone che incontriamo perché ognuno sta combattendo la sua battaglia personale”

Biografia di Giulio Cavalli

Giulio Cavalli (Milano, 1977) scrive libri, copioni teatrali, articoli, inchieste che alcune volte recita in teatro. Le sue storie sono spesso legate al presente. Scrive per Left, Fanpage, L’Espresso. Tra i suoi libri “Mio padre in una scatola da scarpe” (Rizzoli, 2015), “L’innocenza di Giulio. Andreotti e la mafia” (Chiarelettere. 2012). Tra gli spettacoli teatrali “Mafie, maschere e cornuti” e “Nomi, cognomi e infami”. Vive sotto scorta. Odia gli indifferenti, è partigiano. Sito dell’autore: http://www.giuliocavalli.net/

La recensione di questo libro è stata offerta dalla libreria La Vela di Viareggio.

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ultimo aggiornamento: 02-04-2017


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