Intervista a Luca Bassanese

1) “Colpiscimi felicità” è il tuo nuovo album che uscirà il 12 maggio e che presenterai in anteprima al Corsaro Rosso di Viareggio il 29 aprile. Come mai hai scelto di partire dalla Versilia?

Il legame con la Versilia è forte, c’è La Compagnia del Carnevale con la quale collaboro da anni, il fan club “I Sognatori di Viareggio”, gli amici de “Il Mondo che vorrei” e le tante associazioni e persone che ogni volta che mi accade di tornare mi accolgono come fossi un amico, un familiare, mi sento a casa e questo per me è molto importante. L’album oltretutto è stato registrato tra la Toscana ed il Veneto, dal teatro Busnelli di Vicenza al Buenaonda Studio a Camaiore.

2) Il titolo è un “imperativo” dedicato alla felicità: a quale felicità ti riferisci?

Alla felicità essenziale, invisibile agli occhi, come diceva Saint-Exupéry ne “il Piccolo Principe”, ma ben presente nell’anima, nello spirito. La felicità che ti illumina a volte all’improvviso e senti di aver ritrovato il tuo centro di gravità permanente. 

3) La copertina del disco è molto suggestiva: una bolla di sapone che rievoca le boule de neige ma che al suo interno ospita una scena balneare estiva: che invito è questa foto rappresentativa dell’album?

È l’invito a cercare la felicità nel quotidiano, nello scorrere della propria esistenza senza troppi affanni, con la consapevolezza che la felicità non è poi così lontana, basta a volte un giorno di sole su di una spiaggia dove raccogliere conchiglie.

4) Il disco prodotto da Stefano Florio per Buenaonda Etichetta Discografica/The SAIFAM Group racchiude 10 canzoni nuove. Dalla copertina sulla spiaggia alle ultime due canzoni (Burocrazy, Canzone del 29 giugno) emerge il tuo legame intimo e profondo con Viareggio: da cosa è nato e cosa rappresenta per te la nostra città?

Un approdo, un luogo di cultura dove ho incontrato artisti e intellettuali anche tra la gente più semplice, la poetica Felliniana è insita tra le pieghe di questa città. Solo in certi luoghi possono nascere certi eventi ed il Carnevale evento popolare e mondiale così come viene rappresentato qui a Viareggio è il riflesso di un sentimento collettivo poetico, romantico e dissacrante nello stesso tempo. Geniale!

5) Questo ultimo anno è stato caratterizzato dalla scomparsa di due persone immense molto “presenti” nella tua formazione artistica, Dario Fo e  Gilbert Lebigre: cosa porti di loro nella tua musica?

Con Gilbert è stato un sodalizio artistico meraviglioso che continua ancora oggi con Corinne Roger e tutta la splendida famiglia Lebigre, il suo ricordo è sempre presente, il suo saper cogliere la meraviglia che ci circonda e trasformarla in opera è un messaggio importantissimo. Anche Dario Fo era molto legato al carnevale, quale giullare non può esserlo, il dileggio del potere, restituire dignità agli oppressi, ho sempre nella mente le parole del suo Nobel, e lui sarà per sempre tutto questo. Quando mi ritrovai a cantare “Ho visto un re” con Dario, noi due sullo stesso palco ebbi il privilegio di scrutare nell’anima dell’artista ritrovando all’improvviso all’interno dei suoi occhi lo sguardo di un fanciullo.

6) Nella tua produzione musicale convivono l’eredità dei grandi cantautori e la ricerca sonora orchestrale tipica delle zone balcaniche: nel nuovo album cosa resta di questo felice connubio?

Quest’album è più intimista dei miei precedenti lavori e con Stefano Florio che ne ha curato l’intera produzione abbiamo optato per dei suoni acustici “evocativi” mantenendo a volte intatta anche l’istintività dei cantati. Sono curioso di vedere l’effetto che fa come diceva Jannacci, e mi riservo di capire meglio il mio stesso lavoro quando come specchi le persone potranno ascoltarlo restituendomi le loro sensazioni. Il pubblico è il mio analista.

7) Ho riscontrato negli anni che i tuoi tour sono caratterizzati da un marcato respiro europeo, quanto è importante per te il confronto con un pubblico oltre confine in un momenti storico e politico così fragile per l’idea di “Europa”?

Ho scoperto un pubblico meraviglioso ed entusiasta in Bretagna a Rennes, a Nantes e poi a Dijon e a Parigi nel cuore della città. Presto andremo in Belgio e poi nei Paesi Bassi, c’è amore per la musica europea, dove le sonorità divengono il racconto della nostra storia. 

8) Il tuo sito www.lucabassanese.it, oltre a offrire informazioni su tour e canzoni,  regala una complessa fotografia del tuo impegno dalla musica alla poesia, passando per l’attivismo. Cosa significa per te “attivismo”?

Attivismo per me è cercare di raccontare il mondo che mi circonda, restando vigile ai movimenti popolari, ai mutamenti sociali, cercando il bello in tutto questo non soltanto le miserie, con la consapevolezza che il mare nel suo incedere non si può arrestare ma si deve navigare. Prepararsi sempre ad un nuovo viaggio è l’essenza dell’essere attivisti.

9) Tra gli articoli interessanti che si possono leggere nel tuo spazio online c’è un’intensa lettera ai Dirigenti Scolastici sul rapporto tra scuola e cultura: da artista come pensi che la scuola possa tenere le redini della cultura intesa come Bellezza e formazione dell’essere umano?

Dando importanza all’ascolto. Una persona per crescere ha bisogno di essere ascoltata prima di tutto. Una persona che riceve ascolto impara ad ascoltare se stessa e di conseguenza gli altri. L’arte in genere aiuta questo percorso perchè ci mette in relazione con la nostra essenza. La danza, la scultura, la pittura, la musica, ogni azione attraverso le arti diviene linfa vitale per ogni essere vivente, atto liberatorio, crescita collettiva. Dobbiamo ascoltare le nuove generazioni per ritornare a crescere in un futuro felice.

10) Per concludere: tre motivi per ascoltarti il 29 aprile al Corsaro Rosso.

1-Darò tutto me stesso per raccontarvi questo nuovo viaggio.
2-Sarà la prima volta in cui verranno eseguiti i brani dell’album “Colpiscimi felicità”.
3-Avrò con me dei musicisti eccezionali che daranno tutta la loro energia.

 Le foto pubblicate in questo articolo sono di Michele Piazza

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ultimo aggiornamento: 26-04-2017


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