Federica Manzon, La nostalgia degli altri

“I luoghi hanno un potere sulle nostre vite superiore a quello che siamo portati ad attribuirgli”

“La nostalgia degli altri” è il romanzo che Federica Manzon ha pubblicato per Feltrinelli
pochi mesi fa. Un libro originale centrato su due protagonisti affascinanti Lizzie e Adrian.

Lizzie è imprevedibile, scontrosa, egocentrica, Adrian un grande affabulatore: le parole sono il filo che li unisce intrecciando così una complessa e misteriosa trama. Entrambi, come l’io narrante loro amico, lavorano all’ “Acquario”, una multinazionale che si occupa della progettazione e creazione di mondi virtuali.

Lo strumento principale del loro lavoro sono le parole che, scelte e intessute con maestria, danno la possibilità di far diventare reale l’immaginario. Tra i due si instaura così un intenso gioco tra curiosità, passione e sadismo in cui il sentimento dilaga in modo inversamente proporzionale tra abbondanza di discorsi e sottrazione del corpo.

“Da dove arriva allora questo loro identico bisogno di raccontare, di manipolare la memoria e il destino?”

Luoghi impercettibili

Attraverso gli scambi di messaggi sono tratteggiati caratteri, luoghi percepibili e impercettibili, passati probabili. La storia si svolge nel mondo virtuale fra infanzia e giovinezza, fra Milano, la città del lavoro, e Trieste, la città dell’emotività e della libertà.

Una storia originale e per certi aspetti inattesa e devastante, in cui l’autrice pone al centro modi e eventi che caratterizzano l’attuale dilagare della vita in rete scandita da social e mondi virtuali. Sebbene siano ormai pienamente parte della quotidianità, pongono ancora difficoltà gestionali e incomprensioni a livello emotivo e relazionale con procedimenti e tratti caratteristici come il rapporto tra Lizzie e Adrian testimonia.

Un rapporto dove la nostalgia degli altri, dell’infanzia e di se stessi si insinua con effetto pervasivo.

“Proteggetevi dai vostri desideri, state alla larga dall’innamoramento, diffidate dei cedimenti”

Relazioni digitali

Interessante la riflessione sulle parole che da mezzo principale le relazioni digitali hanno comunque in sé l’enorme e talvolta spaventevole capacità di rendere reale e consistente ciò che si è immaginato. Una riflessione che nella forma di una narrazione fresca e accattivante ci induce a riflettere sulla credibilità delle parole e dei nostri alter ego, dei contesti che con esse costruiamo.

Un libro che testimonia la crescita degli spazi digitali e l’evoluzione delle relazioni se paragonato per esempio a “Norman e Monique” (Einaudi, 1996) quando innamorarsi nel cyberspazio aveva un tono romantico, emozionante e ingenuo. La scrittura della Manzon è convincente, alternando toni sentimentali ad altri più freddi consoni alla vicenda. Geniale l’idea dell’io narrante che permette in tal modo un interessante gioco prospettivo di allusioni e coinvolgimenti col lettore, così come il sorprendente finale. Interessante anche il gioco cromatico che dalla copertina, ai personaggi, all’atmosfera ha una predominanza

“ Il segreto su cui l’Acquario ha costruito la sua cattedrale è molto semplice: la verità è divenuta un bene primario che ha un valore e che può essere comprato e venduto”

Federica Manzon – biografia

Federica Manzon (Pordenone, 1981) ha pubblicato “Come si dice addio” e “Di fama e di sventura” con cui ha vinto il premio Campiello Carige nel 2011. Partecipa attivamente nell’organizzazione del festival “Pordenone Legge”.

 

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Tramonto sul pontile di Lido

Mare, monti e ruota