Elena Torre, “Il Mistero delle rotte antiche”

Ho cercato nella valigia dei ricordi comuni qualcosa da mostrarti per solleticare la tua curiosità e per indurti a farmi proseguire nel racconto, ma mi sono sentita tremendamente stupida quando ho realizzato che questo mio tentativo di comunicare altro non sarà che una lunga lettera”

Viareggio, Il Cairo, Ginevra, Roma, Pisa, Città del Capo: queste sono alcune delle città che, in un viaggio molteplice e avvincente, scandiscono il ritmo e le vicende de “il mistero delle antiche rotte” della viareggina Elena Torre.

Seguito ideale del precedente “Il segreto dei custodi della fede”, in questo romanzo ritroviamo il gruppo di amici e studiosi protagonisti del primo volume alle prese con i misteri, i tesori, i segreti che scaturiscono dalla scoperta delle antiche navi romane a Pisa.

Attraverso le loro avventurose vicende, tra esperimenti genetici e sette segrete, tra linguaggi simbolici e contrasti familiari, Elena Torre regala un thriller archeologico caratterizzato da un buon ritmo narrativo, una scrittura limpida e luminosa mostrando padronanza della materia narrativa anche nei contesti di approfondimenti disciplinari più complessi.

In questo secondo volume emerge, come nel primo, la rilevanza del gruppo, della cooperazione come strumento fondamentale per perseguire il bene comune: non c’è un personaggio che prevale sull’altro, la coralità narrativa scelta dall’autrice traduce così un valore portante del romanzo.

Non ci resta che imparare le leggi del destino perché sono loro a guidarci anche quando crediamo di essere protagonisti della nostra vita”

La Versilia e in particolare Viareggio, sono ancora al centro della vicenda, sebbene siano inserite nel contesto narrativo con una maturità maggiore rispetto al precedente volume. La città di Viareggio viene evocata, descritta, con uno sguardo più ampio e meno provinciale donando al libro un respiro più profondo. Gli intermezzi introspettivi affidati a delle lettere rappresentano un ottimo strumento di bilanciamento nell’architettura del romanzo e, al tempo stesso, sono fra i passaggi più interessanti a livello linguistico e lirico. Come nel primo volume, al centro del thriller non c’è la risoluzione del caso ma la comprensione profonda del movente scandagliando gli abissi umani nell’intreccio con la ricerca storico-antropologica.

Con una scrittura audace, attraverso registi linguistici diversi che si alternano in modo naturale, Elena Torre offre al lettore la possibilità di interrogarsi su sette, manipolazione genetica, rapporti familiari, riti ancora attuali con sguardo curioso e avvincente. Un romanzo capace di interessare gli amanti del genere e di conquistare, per la molteplicità di mondi, stili, personaggi e avventure anche lettori insoliti.

Ho scoperto negli anni che i legami più forti sono quelli invisibili, quelli tessuti dalla libertà, dalla distanza, dal tempo che inesorabile ha depositato la sua polvere leggera sul mio modo di essere”

L’autrice

Elena Torre (Viareggio, 1973) scrittrice e giornalista, si mette alla prova nei generi più diversi dal teatro ai libri per bambini, passando da gialli, racconti, saggi. Per Cairo ha pubblicato “il segreto dei custodi della fede” nel 2015.

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