“Alla luce delle segnalazioni pervenute direttamente anche ai nostri uffici – dichiarano il vice-sindaco Damasco Rosi e l’assessore all’ambiente Agnese Marchetti – e viste le informazioni desunte dai principali organi di informazione circa la presenza di maleodoranze in zone e località poste in particolare nel Comune di Viareggio, abbiamo inviato giorni fa una nota ad ARPAT e ASL affinché, ciascuno per le proprie competenze, si attivi, come già avvenuto in passato, al fine di verificare una volta per tutte la natura e la provenienza delle stesse.

Considerando che la medesima criticità – continuano – si è presentata in differenti occasioni, anche negli anni scorsi e che gli enti preposti hanno sviluppato dei piani di monitoraggio e già individuato le possibili fonti di tali disturbi, abbiamo chiesto di effettuare urgenti verifiche su tali aree dandocene immediato riscontro rimanendo disponibili sin da subito ad effettuare incontri per concordare e stabilire le procedure operative.

Ogni qualvolta che si è presentata questa problematica – proseguono – anche nell’ipotesi in cui la stessa non riguardava il nostro territorio, il comune di Massarosa ha sempre fatto responsabilmente la sua parte e dato supporto a tutte le iniziative messe in campo, compresa quella elaborata nel 2011 dalla provincia di Lucca attraverso l’uso di “nasi elettronici” e questionari ai cittadini con la consulenza della Scuola Agraria del Parco di Monza e da cui emerse che le cause non erano riconducibili all’impianto di Pioppogatto. Una disponibilità, la nostra, che metteremo anche in questa occasione”.

Ci rivolgiamo ovviamente anche al comune di Viareggio – concludono Rosi e Marchetti – che di fatto risulta essere ancora una volta, dai primi elementi in nostro possesso, se non il solo quantomeno il territorio più colpito da questo fenomeno. Su tutto ciò che può riguardare la Versilia, i suoi cittadini, le sue attività, i suoi servizi e la sua immagine e su cui possiamo, a fianco degli altri Comuni interessati, mettere la nostra collaborazione noi ce la metteremo. Aspettiamo notizie intanto da ARPAT e ASL. Non ci vorremmo più trovare a discutere di questo tema anche in futuro, se possibile, ma vorremmo piuttosto che venisse trovata una soluzione definitiva”.

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