mano d’opera
gabriele libero balderi

Gioco di parole semplice ed intuitivo per questa costruzione che, prendendo spunto dai classici della storia dell’arte, vuole rendere omaggio al lavoro creativo che sta dietro all’impegno di ogni artista, ma anche la fatica manuale necessaria per creare le opere allegoriche del Carnevale di Viareggio

I lavori di manodopera artistica caratterizzano il Carnevale, e la manualità ha reso lo spettacolo di Viareggio unico nel suo genere. Partendo da questa riflessione l’autore ha pensato che la mano d’opera artistica potrebbe essere simboleggiata da una grande mano decorata con le più importanti opere d’arte antiche e contemporanee. Alla base dell’opera è presente un gioco di parole, un doppio senso che unisce l’importanza del lavoro manuale alla creazione delle più conosciute opere in tutto il mondo. “Mano d’opera” racchiude in sé la fatica manuale, il colore del Carnevale e l’arte.

 

fantozzi (non) va
in pensione

daniele chicca

 A trent’anni dall’uscita del sesto film della fortunata saga, il ragionier Ugo Fantozzi è e resta ancora lo stereotipo dell’italiano medio. Una figura ricorrente che non va mai in pensione. Nonostante la recente scomparsa di Paolo Villaggio, l’immagine della sua più celebre creazione resta sempre di estrema attualità.

L’uomo fantozziano rimarrà sempre condannato ad una vita di lavoro anche nell’aldilà, insieme alla cara amica di sventure, l’inseparabile nuvoletta nera dell’impiegato, che non perde mai occasione per ricordargli sempre che le sventure non vanno mai in vacanza e per lui la tanto agognata pensione sarà sempre più un evanescente miraggio.

la zecca dello stato
andrea giulio ciaramitaro

 

In un’Italia vessata da continui problemi economici, che ci sembrano sempre più irrisolvibili ed insormontabili, l’italiano è un cane spaventato e dal padrone troppo severo. E la Zecca dello Stato non è più l’istituzione che conosciamo tutti. E’ invece un gigantesco e vorace aracnide: la zecca del debito pubblico, dell’austerità e dell’oppressione economica. Un parassita che cresce giorno dopo giorno, prosciugando di ogni linfa vitale le nostre risorse economiche, le nostre energie, il nostro coraggio, i nostri sogni.

Ma questa come tutte le zecche ha un punto debole: la testa e adesso più che mai è arrivato il momento di capire quale sia il rimedio per poterla rimuovere in maniera permanente prima che ci prosciughi del tutto. Di sicuro la cura è quella di riuscire ad avere una società con un’economia più sana e più forte, ma attraverso quale via potremmo trovare ciò che cerchiamo realmente? Probabilmente attraverso l’innovazione, partendo dalle piccole e medie imprese. Probabilmente credendo maggiormente nel modello socio economico europeo, dove la crescita economica è combinata ad elevate condizioni di vita e di lavoro, piena occupazione, pari opportunità ed inclusione sociale. Ma a Viareggio esiste una via alternativa per liberarci da questa morsa. Ovvero quella in cui le maschere, nei giorni di Carnevale affogheranno questa orribile bestia nei coriandoli, nella musica e nella felicità.

 

bomba libera tutti
stefano di giusto

 

La maschera isolata con immediatezza ed ironia raffigura la crisi coreana con il leader della Corea del Nord nei panni di un bambino dispettoso, ancora nel girello, che gioca con una bomba nucleare

.

il buono,
il brutto
e il cattivo

michelangelo francesconi

Ambientazione da Far West per l’imminente scontro elettorale. Prendendo spunto dal film cult di Sergio Leone il costruttore individua nel buono Matteo Renzi, nel brutto Beppe Grillo e nel cattivo Matteo Salvini. Chi la spunterà?

Ormai ci siamo, tutto è pronto, le elezioni sono vicinissime. Chi riuscirà a trionfare e vincere questa battaglia che dura ormai da troppi anni? I protagonisti sono sempre loro: Matteo Salvini, Beppe Grillo e Matteo Renzi. Come nel Far West a valere è la legge del più forte, ma al contrario dei duelli in cui gli sfidanti si affrontavano a colpi di pistola, in questo scontro riuscirà a restare in piedi solo chi sarà in grado di ottenere più voti. La maschera si propone quindi di rappresentare il duello politico in questione omaggiando il celeberrimo film di Sergio Leone “Il buono, il brutto e il cattivo”. La tensione è alle stelle e la sfida si preannuncia davvero avvincente, chi riuscirà ad avere la meglio? Sarà il cattivo Salvini con le sue riforme estremamente radicali e controcorrente, il brutto Grillo seguito dal suo partito, oppure il buon Renzi che dopo le sue dimissioni è pronto a battersi per riconquistare la carica? Lo scopriremo presto…

la drag queen
rodolfo mazzone

Un nuovo gioco di parole con protagonista l’artista più eccentrica del mondo dello spettacolo e del divertimento, con i suoi lustrini e vestiti esageratamente colorati, la draghessa Coriandola vi da il benvenuto al Carnevale più importante del mondo.

E voi, aiutatela a truccarsi seguendo le sue coreografie mentre è alla ricerca del suo carro allegorico. Ma abbiate rispetto, è pur sempre una Regina.

l’italia e’ cosa nostra
lorenzo paoli

L’Italia è cosa nostra lo dicono i politici aggrappati saldamente ai tentacoli di un’inquietante creatura, una bella donna che come nella più tradizionale iconografia rappresenta il nostro Paese. Sotto le vesti tricolore cela, ma neanche poi tanto, le sembianze di una piovra, che muove i propri tentacoli per afferrare ciò che ha vicino e cerca di arrivare ovunque.

I politici, assetati di potere, con lusinghe e carezze si tengono ben stretti alla creatura, cercando in ogni modo di mantenere una postazione duramente conquistata. Chi è realmente, ma soprattutto, a chi appartiene la bella Italia? E’ casa nostra o è Cosa nostra? Visto come stanno andando le cose, la risposta non è poi così difficile.

al cospetto del sig. ego ovvero la grande abbuffata di social
matteo raciti

La costruzione allegorica vuole prendere di mira il mondo virtuale dei social. Protagonista è il signor Ego che, ingordo di “mi piace” cresce a dismisura ad ogni like, lasciandosi prendere la mano e diventando Narciso.

Facciamo tutti parte dello stesso mondo, ma non soltanto il mondo reale, quello costituito da oggetti a noi noti o che crescendo scopriamo con i nostri occhi e con i sentimenti di cui abbiamo percezione. Il nuovo mondo di cui facciamo parte è un altro, con regole e valori cangianti e sempre diversi, un nuovo grande mondo comunitario. Vuoi farne parte? Basta connetterti al tuo smartphone, scaricare l’App gratuitamente, creare una password e puoi rinascere, far crescere una parte di te, essere chi vuoi tu, comunicare forse, fare nuove amicizie, imbastire relazioni, scegliere i tuoi interessi, le tue passioni, postare, commentare, sbirciare, comprare, osservare, saltellare, insultare, opinionare, fare politica, arte, bricolage, essere famoso, connetterti con il mondo finalmente, il grande mondo dei social. Il mondo dei social ha dato vita al Sig. EGO. Lo fa ogni giorno all’interno della società istantanea in cui tutto va condiviso, dalle cose più intime alle più futili, tutto o quasi esterno, o meglio di una reazione, per usare il gergo social, che poi è solo passeggera, fatua. Colui che secondo la psicologia occidentale avrebbe dovuto contenerci, formarci, rassicurarci ha finito per innamorarsi di sé diventando superficiale e pronto a tutto. E così in un attimo l’Ego diventa Narciso, si lascia prendere la mano: inizia a divorare “mi piace”, in modo sempre più ossessivo e instabile. Ha trovato nel mondo virtuale la sua dimensione ideale, perché può avere tutto e subito. Quello che mangia però troppo spesso è privo di nutrienti per la sua anima: dunque è costretto a mangiare ancora e ancora fino a ingozzarsi. Chi di noi potrà esimersi da una sinistra identificazione in questo inquietante personaggio? Il Sig. EGO arriverà in Passeggiata assetato di “mi piace” o like, dita in su, richieste di amicizia, cuoricini, smile e sarà affamato, vorace, smodato. Le braccia virtuali dei nuovi potenti del mondo (Facebook, Instagram, Twitter, ecc…) gli serviranno questo cibo insolito in un piatto d’argento e Lui ingrasserà gratificato da questo cibo delizioso. La folla assisterà al banchetto, empaticamente e al tempo stesso inorridita, senza riuscire questa volta a mettere un “non mi piace”.

federico fe(l)lini
devis serra

La maschera è un omaggio al genio del cinema italiano Federico Fellini. E giocando con la doppia L del suo cognome il costruttore propone una ironica versione di Federico Fellini nei panni di Federico Felini, il gattone sornione della casa cinematografica.

Rappresentazione allegorica che come da tradizione con un gioco di parole identifica il noto regista Fellini in chiave satirico carnevalesca. Qui levando una lettera il suo cognome diventa da Fellini e Felini. Il gattone di Romagna è un Felis Fellinis, e di casa, si ma cinematografica. Gioca con le giraffe senza zampe, ma con le rotelle e in passato con i Vitelloni. Non ha sette spiriti e nemmeno sette vite. Ha una Giulietta degli spiriti. Come tutti i gatti ama la notte. In special modo: “Le notti di Cabiria” va a caccia di successi in ogni ora del giorno. A maggior ragione alle “8 e mezzo”. Proviene da “La strada” e gira di studio in studio. Vive a Roma, in via Margutta, ma se potesse vivrebbe ne “La città delle donne” fatta a misura di maggiorante: 120-70-120, le donne dei suoi sogni. E’ adorato da tutti, e la sua ormai è una “Dolce vita”, una vita da “sceicco bianco”. 

(Visitato 851 volte, 1 visite oggi)

La Grande Notte di Presentazione dei Bozzetti del Carnevale 2018

Carnevale di Viareggio 2018 – Bozzetti Mascherate di Gruppo