Accordo Ceta: serve più attenzione. È questo il senso della mozione approvata nella prima seduta post-vacanze dal Consiglio Regionale della Toscana, presentata dal Partito Democratico, che impegna la Giunta regionale a chiedere a Governo e Parlamento un supplemento di riflessione tenendo “…aperto un confronto  con le organizzazioni sociali e di rappresentanza….” prima di chiudere l’iter di ratifica del provvedimento.

Coldiretti avrebbe voluto tuttavia un atteggiamento più deciso del Consiglio Regionale, che pure era stato palesato da diversi rappresentati delle forze politiche presenti in aula. Si sarebbero dovute recepire meglio le argomentazioni con cui numerose  realtà della società civile, del mondo sindacale, produttivo e dell’ambientalismo stanno esprimendo forti preoccupazioni sugli impatti economici e sociali del CETA (Comprehensive Economic and Trade Agreement), l’accordo commerciale tra Unione Europea e Canada che hanno sottoscritto il documento “Free And Air Alla Ricerca di un commercio libero e giusto” e che a luglio hanno manifestato in  Piazza Montecitorio.

Con  Coldiretti ad alzare gli scudi contro l’accordo commerciale anche Cgil, Legambiente, Adusbef, Federconsumatori, Movimento Consumatori,  Greenpeace ed altre organizzazioni.

Coldiretti Toscana ha dato vita ad una forte azione sul territorio di sensibilizzazione e divulgazione degli effettivi contenuti del trattato, con un coinvolgimento capillare delle realtà locali sensibilizzando le istituzioni partendo dal Consiglio Regionale fino ai più piccoli comuni.

E le risposte non sono mancate, oltre 120 Comuni toscani hanno già deliberato, o gli atti sono in itinere, e diversi sono i consorzi di tutela che hanno voluto assicurare  il loro sostegno all’azione di Coldiretti & C. Ora è arrivato anche l’atto ufficiale del Consiglio Regionale che, se non altro solleva la necessità di approfondimento, impegnando la Giunta ad attivarsi in tal senso nei confronti di Governo e Parlamento.

“Obiettivo della nostra azione è sensibilizzare i decisori – ha detto Tulio Marcelli, predidente di Coldiretti Toscana – per un esame approfondito dell’accordo che presenta aspetti controversi ed effetti dirompenti sull’ordinamento democratico, l’uguaglianza di fronte alla legge, l’occupazione, il settore agricolo e agroalimentare, i diritti dei consumatori e dei lavoratori, il settore dei servizi, il principio di precauzione, la salute e l’ambiente”.

Il confronto promosso dalla principale Organizzazione agricola toscana si è alzato ai massimi livelli ed all’inizio della mobilitazione i vertici dell’Organizzazione hanno incontrato il Presidente della Giunta Regionale Enrico Rossi, il Sindaco di Firenze Dario Nardella ed il Presidente del Consiglio Regionale Eugenio Giani, per consegnare una proposta di delibera da inserire all’ordine del giorno della prima seduta degli organi per sollecitare una discussione ed una condivisione dell’azione di Coldiretti tesa a bloccare la ratifica della sottoscrizione di un “trattato capestro”.

“L’accordo CETA non fa dormire sonni tranquilli al mondo agricolo toscano, ribadisce Marcelli. Questo accordo è un regalo alle grandi lobby industriali dell’alimentare che colpisce il vero Made in Italy e favorisce la delocalizzazione, con riflessi pesantissimi sul tema della trasparenza, delle ricadute sanitarie e ambientali, oltre che occupazionali”.

“Sebbene l’accordo autorizzi l’accesso al mercato canadese  di 171 prodotti ad indicazione geografica dell’UE tra cui figurano 41 nomi italiani (rispetto alle 289 denominazioni Made in Italy registrate),  queste dovranno coesistere con i marchi canadesi registrati. Ad esempio, il nostro Prosciutto Toscano – sottolinea Antonio De Concilio, direttore di Coldiretti Toscana- potrà entrare nel mercato canadese con il suo nome ma sarà venduto assieme ai prodotti d’imitazione canadese. Come del resto il vino Chianti made in Italy che dovrà stare fianco a fianco al Chianti Made in Canada”.

L’accordo mette a rischio anche le scelte UE ed italiane su OGM e, indirettamente,  carne ormonizzata. Non siamo contrari ai trattati – continua De Concilio – ma occorre che in questi sia riservata alle produzioni agroalimentari una particolare attenzione che ne tuteli la distintività e possa garantirne la salubrità, la protezione dell’ambiente e la libertà di scelta dei consumatori.

Inoltre, il Ceta non elimina l’ambiguità con cui vengono trattate  le indicazioni geografiche italiane su quei mercati – precisa il direttore di Coldiretti Toscana – al contrario interviene  a vantaggio di quel 90% dei formaggi di tipo italiano consumati in Canada di produzione locale.

Poi ci preoccupa in modo particolare la situazione del grano duro italiano , che rischia ulteriori penalizzazioni perché con il Ceta  si  favorisce l’azzeramento strutturale dei dazi e si aumenta il contingente importato in Italia dal Canada, dove peraltro viene fatto un uso intensivo di glifosate nella fase di pre-raccolta, vietato in Italia perché accusato di essere cancerogeno. Sono questi i motivi che ci hanno imposto di avviare una campagna di sensibilizzazione dell’opinione pubblica e dei decisori.

È per questo che abbiamo chiesto il massimo livello di riflessione a tutti i livelli istituzionali ed abbiamo apprezzato la sensibilità dimostrata da quelle istituzioni che hanno accolto pienamente le motivazioni e le posizioni di Coldiretti, cogliendo così l’enorme delicatezza di questa materia  per cittadini, imprenditori agricoli e l’intera filiera dell’autentico made in ”. Non a caso proprio oggi anche la Chiesa Cattolica esprime molte perplessità sull’accordo con un articolo pubblicato da l’Osservatore Romano.

(Visitato 88 volte, 1 visite oggi)
TAG:
ceta Coldiretti

ultimo aggiornamento: 31-08-2017


Estate rovente per la toscana, almeno 15 anni per ricostruire i boschi andati a fuoco

Razze autoctone toscane, 3 milioni di euro dalla regione Toscana