Il giro sulle Alpi Apuane proposto oggi è un bell’anello percorso con Anna alcuni mesi fa: partiti da Passo Croce, si percorre lo spettacolare canale del Pirosetto, si guadagna la cima del Monte Corchia e, dopo essere ridiscesi nella bucolica vallata di Mosceta, si risale verso Fociomboli percorrendo il sentiero che costeggia (nel bosco) tutta la parete Nord del Corchia. Da Fociomboli si raggiunge, tramite lungo ed ampio sterrato, nuovamente Passo Croce.

Non si tratta di itinerario alpinistico tuttavia, per i punti di buona esposizione e necessitando, alcuni passaggi, dell’uso consapevole di mani e piedi, è opportuno affrontare questo trekking accompagnati da persone esperte o con gruppi CAI.

IL MONTE CORCHIA

Alto 1678 metri slm, una delle più significative vette delle Apuane, posizionato tra le Apuane Meridionali, è conosciuto, oltre che per la possibilità di offrire interessanti itinerari di trekking e per le numerose e importantissime grotte.

Riveste infatti una certa importanza dal punto di vista alpinistico e la zona migliore, sotto questo profilo, è rappresentata dal versante occidentale, là dove la roccia forma  quei caratteristici pinnacoli conosciuti come Torrioni del Corchia.

Numerose vie sono poi state aperte anche sulle pareti Nord, proprio sopra lo sterrato che da Passo Croce conduce a Fociomboli (come non ricordare la mitica Via Erik, lo Spigolo di Fociomboli, la Via Merendero).

Il Corchia è poi noto per il suo carsismo e per l’interesse che ricopre dal punto di vista speleologico; fra le grotte che si aprono su questa montagna, oltre all’Abisso Claude – Fighiera, ricordiamo l’Abisso Baader – Meinhoff (- 450 m.), l’Abisso del Sole dell’Ovest (- 320 m.), la Buca dell’Aihcroc (- 120 m.), la notissima Tana dell’Omo Selvatico (- 270 m., 1.500 m. di sviluppo) che si trova nel Canale delle Verghe, a breve distanza dal rifugio “Del Freo”. Nel 2001 il Parco delle Apuane ha reso accessibile la visita all’Antro del Corchia, attrezzando un itinerario di circa 2 h. all’interno della montagna: i turisti possono prenotare la visita telefonando alla biglietteria che si trova a Levigliani (per ogni info si veda il sito dell’Ente Parco  www.parcapuane.toscana.it , cliccando la voce Antro del Corchia).

Il Marmo del monte Corchia

Bisogna anche aggiungere, purtroppo, che questa montagna è una delle più compromesse dalla mano dell’uomo: è infatti costellata di cave di marmo di cui una, in versante versiliese, è giunta a lambire il crinale lasciando solo una esigua striscia di roccia a separare lo spartiacque fra Versilia e Garfagnana. Le associazioni di speleologi e ambientalisti ne hanno fatto un simbolo nella difesa del Parco delle Alpi Apuane!

L’avvicinamento

Dalla Versilia Passo Croce è facilmente raggiungibile in un’oretta di auto, prendendo la strada per la galleria del Cipollaio; superati i paesi di Levigliani e Terrinca, sulla vostra destra troverete un ampio tornante che costituisce l’imbocco della strada per il Passo. Vi troverete dapprima ad attraversare bei boschi di castagni e successivamente, usciti dalla vegetazione, si presenterà davanti ai vostri occhi lo spettacolo sublime dei Torrioni del Corchia: la vostra meta è proprio lassù (sembra incredibile), all’imbocco dello stretto canale tra il terzo ed il quarto torrione: il canale del Pirosetto. Arrivati al Passo (1143 mt, presenza di una marginetta) proseguirete fino al punto in cui la strada si biforca: qui parcheggerete l’auto e, preparato lo zaino (si consiglia l’uso del caschetto protettivo per salire lungo il canalino), imboccherete il ramo di destra, ovvero la marmifera per la cava dei Tavolini, riconoscibile dalla presenza di una sbarra.

Il Canale del Pirosetto e la cima del Monte Corchia

canale del pirosettoDopo circa 30 minuti dall’imbocco della marmifera, cinquanta metri dalla prima galleria, bisogna seguire gli stinti segni blu che troverete sulla vostra sinistra; all’inizio la traccia del sentiero non è ben marcata, ma in alto i segni sono più evidenti. La traccia vi conduce, con ripidi tornantini in mezzo al verde intenso del paleo, proprio sotto le pareti dei Torrioni del Corchia: giunti a ridosso della parete prenderete la vostra destra costeggiano la roccia del terzo torrione; in breve (circa 15 minuti dal raggiungimento della parete) si aprirà davanti a voi, evidentissimo, l’imbocco del canale del Pirosetto: è appunto il canale tra il terzo ed il quarto torrione del Monte Corchia e porta, dalla base dei torrioni, ai pendii dell’antecima ovest del monte; è di facile salita, in un ambiente selvaggio, ricco di guglie e pinnacoli. All’inizio bisogna percorrere un breve e facile “camino”, dove calzerete il caschetto protettivo, che si risale in 15 minuti; in alcuni passaggi dovrete aiutarvi anche con le mani ma, credetemi, niente di difficoltoso per chi è abituato ai sentieri impervi delle Apuane!

 

Usciti dall’angusto e affascinante canale vi troverete, dapprima, su stretto sentiero che si incunea tra le ripide pareti del torrione fino a quando, guadagnata ancora quota, avrete da percorrere l’ampia cresta che conduce fino all’antecima Ovest (durante questa ultima parte della salita si consiglia di tenere sempre il filo di cresta, evitando di spostarvi troppo verso il centro della parete, seguendo invece gli ometti ed i segni blu che vi condurranno alla meta).

Dall’antecima potrete discendere verso l’ampia sella che vi separa dalla vetta: sulla vostra destra lo scempio provocato dall’uomo con i lavori di cava; in breve, superata l’ultima salita rocciosa, sarete arrivati a destinazione; una piccola croce indica il punto di vetta (1678 mt, sono trascorse circa due ore dalla partenza); anche da quassù, come dalla vetta della Pania della Croce, lo spettacolo è sublime: dal Mar Tirreno, all’Arcipelago Toscano verso Ovest fino a tutta la catena delle Alpi Apuane; nelle giornate più limpide, in lontananza, quasi eteree, le Alpi Marittime!

Verso la vallata di Mosceta

E’ giunto il momento di ripartire e discendere verso la splendida vallata di Mosceta dove vi attende l’accogliente rifugio Del Freo, del quale è responsabile la gloriosa Sezione CAI di Viareggio. Dalla vetta del Corchia il sentiero (direzione opposta a quella di provenienza) scende dapprima dolcemente, ben segnato, e vi permette così di ammirare in tutta la sua bellezza il gruppo delle Panie, ora davanti ai vostri occhi: la Pania della Croce (severa e affascinante) ed il Pizzo delle Saette. In breve vi imbatterete, giusto lungo la linea dell’ampia cresta sommitale, nei resti del bivacco Lusa-Lanzoni.

bivacco Lusa Lanzoni monte corchia
I resti del bivacco Lusa-Lanzoni

Situato, come dicevamo, poco distante dalla cima del monte Corchia a quota circa 1630 metri, era una baracca a struttura metallica utilizzata come riparo dagli speleologi in visita al vicino Abisso Fighiera. Fu costruito infatti nel 1978 come “capanna speleologica” dalla sezione speleo di Faenza. Progettato e costruito interamente a Faenza, fu poi montato in loco con l’aiuto di diversi altri gruppi speleo. Il bivacco fu dedicato alla memoria di due speleologi: Antonio Lusa di Faenza, morto nel 1977 e Ennio Lanzoni di Imola, morto nel 1976. Il ricovero fu bruciato, da un gesto ignobile, nel 1994 dopo la chiusura temporanea, da parte della Magistratura, delle cave dei Tavolini. Non fu più ricostruito ma rimane piuttosto a ricordare, a chi sale o scende dal Corchia, quanto l’uomo è capace di fare male a se stesso (mala tempora currunt!). Continuerete dunque la discesa senza particolari difficoltà fino ad un passaggio obbligato su una lastra rocciosa, piuttosto liscia e resa scivolosa dal pietrisco che spesso la ricopre, che potrete superare facendo presa con le mani sulle roccette che la delimitano. Superato questo passaggio il sentiero comincia a scendere rapidamente, tra rocce, pietrisco e brevi ghiaioni: sotto di voi la valle di Mosceta, il Del Freo, il Passo dell’Alpino. La traccia è evidentissima e, terminata la ripida discesa, attraverserete un boschetto di conifere per poi raggiungere il rifugio (1180 mt, un’ora di cammino dalla vetta).

Rifugio del Freo Mosceta

rifugio del freo moscetaGiuseppe Del Freo (1897-1969), prima insegnante di storia e filosofia e poi preside del Liceo Classico “Carducci” di Viareggio, fu un grande amante della montagna e a lungo presidente della locale sezione del Cai; si impegnò molto per la costruzione del rifugio. Il rifugio, nella sua storia, subì numerosi rifacimenti e ampliamenti e l’8 dicembre 1998 fu nuovamente inaugurato nella sua veste attuale.

Faccia al rifugio, sulla vostra sinistra, individuerete il ripido inizio del sentiero 129 che, guadagnata quota una prima ed una seconda volta (30 minuti di ripida salita interrotta solo da un tratto in piano nel bosco), inizierà a costeggiare tutta la parete Nord del Corchia (cd retrocorchia): siete sul “sentiero dei carbonai” che, attraversando ora con dolci sali-scendi una splendida faggeta, vi condurrà fino a Fociomboli, valico situato tra il monte Corchia e il monte Freddone, a quota 1294 metri (la zona di Fociomboli è importante dal punto di vista botanico specialmente per il vicino Padule o Torbiera di Fociomboli, ricca di specie rare, particolari piante endemiche, orchidee e la Pinguicola, una pianta carnivora). Dal passo di Fociomboli imboccherete infine l’ampio sterrato che, lasciandosi sulla sinistra le strapiombanti pareti del Corchia, vi condurrà a Passo Croce dove avete lasciato l’auto al mattino (circa due ore di cammino dalla vallata di Mosceta). Lungo la discesa, forse, vi capiterà di imbattervi in gruppi di climbers che si avventurano sulle magiche vie di arrampicata di questi luoghi: già, perché per dirla con Guido Rey, “la montagna è fatta per tutti, non solo per gli alpinisti: per coloro che desiderano il riposo nella quiete come per coloro che cercano nella fatica un riposo ancora più forte”.


Mappa Monte Corchia, canale del Pirosetto

monte corchia canale del pirosetto


Accesso al monte Corchia:

Passo Croce

Punto di appoggio:

Rifugio Del Freo, Mosceta

Tipo di via:

Trekking

Difficoltà:

Media; brevi tratti esposti

Attrezzatura:

Tempi di percorrenza:

andata 2h,30; ritorno 3 ore.


Massimiliano LombardiMassimiliano LombardiSi consiglia pertanto di affrontarla con persone esperte, gruppi CAI o con guide alpine. Per maggiori informazioni sui percorsi escursionistici sulle Alpi Apuane, rivolgersi alla sezione CAI di Viareggio “M. Bacci”.
Ricordate, la montagna è un ambiente bellissimo, quanto ostile e difficile da affrontare nelle difficoltà. Valutate prima di partire le vostre corrette condizioni fisiche e l’idoneità dell’attrezzatura. Evitate di addentrarvi in escursioni da soli e ricordate di comunicare sempre l’itinerario che andrete ad affrontare per permettere in caso di necessità di essere rintracciati.

Buona montagna a tutti!

(Visitato 1.614 volte, 1 visite oggi)

Il Balzo Nero e l’Appennino lucchese

Tour operator e blogger alla scoperta di Lido di Camaiore