Negli occhi di chi guarda (Malvaldi, Sellerio, 2017)

“Ci sono persone con cui parlare è un piacere unico. Sono le persone che sanno quando è il caso di parlare.”

Lo scrittore pisano Malvaldi è tornato in libreria con “Negli occhi di chi guarda”, un giallo dove crimine e ironia si intersecano con grande successo, regalando una lettura intrigante.

La storia si svolge in podere della splendida Maremma. Protagonisti sono due gemelli molto diversi per interessi e carattere: Zeno (collezionista d’arte) e Alfredo (broker di scarso successo).

Mentre i due discutono sulle sorti di Poggio alle Ghiande, la tranquilla vita di campagna è sconvolta dal ritrovamento del cadavere bruciato del maggiordomo Raimondo.

Tra quadri di Ligabue, un secondo delitto che conferma la presenza di un assassino, ricordi di manicomi, si snoda la ricerca di Francesca, esperta d’arte e filologa, e Piergiorgio, genetista interpellato dai gemelli.

Il ritmo narrativo della vicenda è ben calibrato: avvenimenti e personaggi si muovono con puntualità, intrecciandosi in un gioco di ipotesi e indagini di cui il lettore si sente protagonista: il mistero infatti dei delitti e del movente è proprio negli occhi di chi guarda.

L’approfondimento sui caratteri dei personaggi è di sicuro uno dei punti di forza del romanzo: Malvaldi è molto abile nel tratteggiare con grazia e efficacia le personalità che animano la storia, ognuna delle quali rappresenta un tratto della nostra società, portando felicemente il giallo fuori dai confini del genere per contaminarsi con la commedia di costume.

Una lettura piacevole, lungo il paesaggio toscano dalla campagna al mare, con le consuete incursioni nella chimica che è l’altro linguaggio con cui Malvaldi ci chiarisce i mondi che racconta.

“Ci sono due modi di dirigere un’orchestra. Il numero uno, costringi tutti gli strumentisti a guardare e a fare esattamente quello che vuoi tu. Li devi comandare a bacchetta, essere il loro dittatore.
C’è il secondo modo, quello di Claudio Abbado. Ascolta il primo violino, diceva alle viole. Segui il contrabbasso, diceva al clarinetto. Fai bene attenzione ai timpani, diceva al corno. Creava relazioni. Relazioni che cambiavano a seconda del pezzo. Non dirigeva, coordinava. E questa coordinazione nasceva proprio dalle relazioni che sapeva trovare e consolidare. Relazioni sempre diverse, perché ci sono pezzi e momenti in cui è il corno che deve ascoltare il violino, ma anche momenti in cui è il violino che deve ascoltare il corno. E momenti in cui anche il più umile e prevedibile degli strumenti, anche il triangolo, è indispensabile in una sinfonia”.

L’autore

Marco Malvaldi è nato a Pisa nel 1974. Studente e ricercatore in chimica, ha esordito nel 2007 con la “Briscola in cinque” (Sellerio) con cui ha iniziato la serie BarLume. Sono seguiti numerosi romanzi e racconti, tra cui “Il telefono senza fili” (Sellerio, 2014) e “Argento vivo” (2014)

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