Lodevole nelle intenzioni, sbagliata nei modi, pessima nei risultati. – così esordisce Orietta Guidugli Assessore al SocialeL’uscita sulla stampa del consigliere Elena Luisi sull’assegnazione degli alloggi popolari a Seravezza ha prodotto nei giorni scorsi un titolo di giornale di sicuro effetto: “Cinquanta famiglie senza un tetto”. Per fortuna non è così. Cinquanta, anzi cinquantuno, sono le famiglie in attesa di assegnazione di una casa popolare. Famiglie certamente alle prese con difficoltà e in ansia per le rispettive situazioni abitative, ma nessuna, che ci risulti, senza un tetto. L’ufficio casa e il settore sociale del Comune, pur fra mille comprensibili difficoltà, riescono ad offrire soluzioni, seppur temporanee, a coloro che ne hanno necessità, incluse quindi anche famiglie che non sono in graduatoria. Il problema è sicuramente importante, ma viene costantemente seguito e si lavora ogni giorno sul tema. Lanciare allarmi di emergenza sociale sui giornali è un contributo costruttivo in tal senso? Non direi.

D’altronde,-continua Guidugli- lo dice correttamente la stessa Luisi, sul territorio di Seravezza si trovano ben 220 alloggi popolari. Una dotazione importante, ma la triste realtà è che gli appartamenti sono tutti occupati. I cinque liberatisi di recente sono in fase di manutenzione: alcuni necessitano di lavori di una certa entità, che richiederanno un po’ di tempo. Non appena ERP avrà concluso gli interventi si procederà alle assegnazioni. Al netto delle esigenze di mobilità di alcune famiglie già assegnatarie (bisogna tener conto anche di queste dinamiche), si procederà alle assegnazioni secondo la graduatoria formalizzata lo scorso marzo, fatta sulla base del nuovo bando provinciale.

A proposito del bando, il consigliere Luisi fa alcuni riferimenti non chiari in merito ai requisiti richiesti per ottenere gli alloggi, compresi quelli che riguardano i cittadini stranieri. Colgo allora l’occasione per chiarire che proprio il nuovo bando ha introdotto una serie di novità in relazione ai requisiti. Chi aspira ad ottenere un alloggio pubblico deve avere ad esempio una situazione reddituale non superiore alla soglia di 16.500 euro di valore ISEE, non essere titolare di diritti di proprietà, uso, usufrutto e abitazione su immobili ad uso abitativo in Italia e all’estero e non essere proprietario di beni mobili registrati di valore complessivo superiore a euro 25.000. I cittadini stranieri devono provare, non più con autocertificazione ma con documenti ufficiali delle autorità dei paesi di provenienza o delle rispettive ambasciate, il possesso dei requisiti richiesti e questa è una forma in più di controllo e di verifica. Chi è in graduatoria ha prodotto tali documenti oppure, se non lo ha ancora fatto, è stato ammesso con riserva. Ad ogni modo,- conclude l’ Assessore- prima della consegna delle chiavi dell’alloggio si compie una nuova verifica dei requisiti. Stessa cosa avviene dopo l’assegnazione della casa, ogni due anni. Va detto per completezza di informazione che alcuni cittadini di origine straniera presenti sul nostro territorio hanno la cittadinanza italiana.

Su temi così delicati come quelli che investono la sfera sociale ritengo sia preferibile lasciare all’ente pubblico il compito di veicolare le informazioni nei modi e nei tempi dovuti. Chi desidera o necessita di specifiche notizie o di assistenza personalizzata può rivolgersi direttamente agli uffici, dove trova persone sempre disponibili ad ascoltare e a trovare soluzioni sulla base delle risorse e degli strumenti di cui dispone il Comune. Io stessa sono sempre disponibile ad incontrare ed ascoltare personalmente.”

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ultimo aggiornamento: 07-12-2017


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